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Uv 20: Krodhavarga – Rabbia

Si abbandoni la rabbia, si rinunci alla superbia, si superi ogni legame.
A chi non ha attaccamento verso nome e forma, che è senza possessi, gli attaccamenti non seguono.
L’ira sorta la sopprima, il desiderio nato lo reprima.
Il saggio elimini l’ignoranza, attraverso la realizzazione della verità [egli] raggiunga la felicità.

Avendo ucciso la rabbia, si dorme felici; avendo ucciso la rabbia, non ci si addolora.
I Nobili lodano l’uccisione della rabbia, dalla radice velenosa e dai frutti dolci, o monaci.
Avendola uccisa, non ci si addolora.
Ciò che un adirato approva come azione malvagia o meritoria, in seguito, quando la rabbia è passata, egli si tormenta come se toccasse il fuoco.
Per colui che è sopraffatto dall’ira, non c’è alcuna isola di rifugio. Egli è privo di vergogna, di rimorso e senza virtù, irascibile.
Per colui che è sopraffatto dall’ira, non esiste alcuna isola.

Colui che, pur essendo potente, sopporta chi è debole, a questa pazienza suprema si fa riferimento. Ma è sempre il debole che sopporta [per necessità].
Protegge sia se stesso che l’altro da un grande pericolo, colui che, riconosciuto l’altro adirato, in quella situazione si calma.
Agisce per il bene di entrambi, il proprio e quello dell’altro, colui che, riconosciuto l’altro adirato, in quella situazione si calma.
L’ignorante, che non discerne il Dharma, crede che la vittoria risieda nel parlare con parole offensive.
Ma la vittoria è sempre di colui che sopporta le offese.
È facile sopportare le parole di un superiore o di un pari, pronunciate per un motivo di contesa o per paura.
Ma sopportare le parole di un inferiore, questa, i Nobili dichiarano, è la pazienza suprema.

Un uomo adirato non dovrebbe parlare in un’assemblea o in privato. Un uomo sopraffatto dall’ira non comprende il suo stesso bene.
Dica la verità e non si adiri, doni anche se ha poco. Dotato di queste tre qualità, si avvicinerà alla presenza dei deva.
Da dove verrebbe l’ira per uno che è pacifico, disciplinato, che vive rettamente, che ha abbandonato completamente l’ignoranza e che comprende?
Commette una colpa chi si adira con chi è già adirato. Ma colui che, sereno nella mente, non si adira, vince una battaglia difficile da vincere.
Con la non-ira si vinca l’ira, con la bontà si vinca la malvagità, con la generosità l’avarizia, con la verità la falsità.

La non-ira e la non-violenza dimorano sempre nei Nobili.
La rabbia, invece, risiede sempre nelle persone malvagie, come la neve su una montagna.
Colui che trattiene l’ira sorta come un carro che sbanda, io lo chiamo un vero auriga; altri sono solo dei portatori di redini.
L’asceta, l’onorevole, il ricordo del male, lo spargere [calunnie], l’acqua, il fiore, il cavallo: questi dieci insieme all’ira.

UdānavargaFranz Bernhard (1965). © Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported License. Tradotto dal sanscrito con l’IA.

TestoUdānavarga