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Pc 7: Dhammadesanā – Insegnare da soli a una persona di sesso opposto

Storia
Prima sotto-storia

Un tempo il Buddha soggiornava a Sāvatthī nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. A quel tempo il Venerabile Udāyī frequentava e visitava alcune famiglie di Sāvatthī. Una mattina, dopo essersi vestito e aver preso ciotola e mantello, si recò presso una famiglia. Proprio in quel momento la casalinga era seduta alla porta di casa, mentre la nuora alla porta di un’altra stanza. Udāyī si avvicinò alla casalinga e le diede un insegnamento, sussurrandole all’orecchio. La nuora pensò: “Questo monaco è l’amante di mia suocera o sta parlando in modo indecente?”
Dopo aver insegnato alla casalinga in questo modo, Udāyī si avvicinò alla nuora e le diede un insegnamento nello stesso modo. Allora la casalinga pensò: “Questo monaco è l’amante di mia nuora o sta parlando in modo indecente?”
Quando Udāyī se ne andò, la casalinga disse alla nuora: “Ehi, cosa ti ha detto quel monaco?”
“Mi ha dato un insegnamento, signora. Ma cosa ha detto a voi?”
“Anche a me ha dato un insegnamento.”
E si lamentarono e lo criticarono: “Come può il Venerabile Udāyī dare insegnamenti sussurrando all’orecchio? Gli insegnamenti non dovrebbero essere impartiti in modo udibile e aperto?”
I monaci ascoltarono le lamentele di quelle donne e si lamentarono e criticarono Udāyī: “Come può il Venerabile Udāyī dare insegnamenti alle donne?”
Dopo averlo rimproverato in molti modi, lo dissero al Buddha. Poco dopo egli riunì il Sangha e interrogò Udāyī: “È vero, Udāyī, che hai fatto questo?”
“È vero, signore.”
Il Buddha lo rimproverò… “Stolto, come puoi fare questo? Questo influenzerà la fede della gente…” … “E, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata:

Primo giudizio preliminare
“Se un monaco dà un insegnamento a una donna, commette una colpa che comporta la confessione.”
In questo modo il Buddha stabilì questa regola di pratica per i monaci.

Seconda sotto-storia
Poco dopo, alcune seguaci laiche videro alcuni monaci e dissero loro: “Venerabili, vi prego di dare un insegnamento.”
“Non ci è permesso dare insegnamenti alle donne.”
“Insegnate solo cinque o sei frasi. Potrebbero essere sufficienti per farci comprendere.”
“Non è permesso dare insegnamenti alle donne.” E avendo paura di sbagliare, non diedero loro alcun insegnamento.
Le seguaci laiche si lamentarono e li criticarono: “Come possono non dare insegnamenti quando gli viene chiesto?”
I monaci sentirono le lamentele di quelle seguaci laiche e le riferirono al Buddha. Poco dopo il Buddha diede un insegnamento e si rivolse ai monaci: “Monaci, vi permetto di insegnare cinque o sei frasi a una donna. Quindi, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata:

Secondo giudizio preliminare
“Se un monaco insegna più di cinque o sei frasi a una donna, commette una colpa che comporta la confessione.”
In questo modo il Buddha stabilì questa regola di pratica per i monaci.

Terza sotto-storia
Quando alcuni monaci vennero a sapere che il Buddha aveva concesso questo permesso, insegnarono alle donne più di cinque o sei frasi con un uomo che non capiva seduto vicino. Gli altri monaci si lamentarono e li criticarono: “Come possono quei monaci insegnare alle donne più di cinque o sei frasi con un uomo che non capisce seduto vicino?”
Dopo averli rimproverati in molti modi, i monaci lo dissero al Buddha. Poco dopo egli riunì il Sangha e interrogò i monaci: “È vero, monaci, che fate questo?”
“È vero, signore.”
Il Buddha li rimproverò… “Stolti, come potete fare questo? Questo influenzerà la fede della gente…” … “E così, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata”:

Giudizio finale
“Se un monaco insegna più di cinque o sei frasi a una donna, tranne che in presenza di un uomo che capisce, commette una colpa che comporta la confessione.”

Definizioni
A:
chiunque …
Monaco:
… Il monaco che ha ricevuto l’ordinazione completa da un Sangha unanime attraverso una procedura legale che consiste in una mozione e tre avvisi, che è irreversibile e adatta a rimanere – questo tipo di monaco è inteso in questo caso.
Una donna:
una donna umana, non uno spirito femminile, non un fantasma femminile, non un animale femminile; una persona che comprende ed è in grado di discernere i discorsi cattivi e quelli buoni, ciò che è indecente e ciò che è decente.
Più di cinque o sei frasi:
non oltre cinque o sei frasi.
Un insegnamento:
ciò che è stato detto dal Buddha, ciò che è stato detto dai discepoli, ciò che è stato detto dai saggi, ciò che è stato detto dai deva, ciò che è connesso con ciò che è benefico, ciò che è connesso con il Dhamma.
Dà:
se insegna per gradi, per ogni grado commette una colpa che comporta la confessione. Se insegna per sillabe, per ogni sillaba commette una colpa che comporta la confessione.
Se non in presenza di un uomo che comprende:
a meno che non sia presente un uomo che capisce.
Un uomo che capisce:
colui che è in grado di discernere il parlare male e il parlare bene, ciò che è indecente e ciò che è decente.

Permutazioni
Se è una donna, e la percepisce come tale, e le insegna più di cinque o sei frasi, se non in presenza di un uomo che capisce, commette una colpa che comporta la confessione. Se è una donna, ma non ne è sicuro, e le insegna più di cinque o sei frasi, se non in presenza di un uomo che capisce, commette una colpa che comporta la confessione. Se è una donna, ma non la percepisce come tale, e le insegna più di cinque o sei frasi, se non in presenza di un uomo che capisce, commette una colpa che comporta la confessione.
Se insegna più di cinque o sei frasi a uno spirito femminile, a un fantasma femminile, a un paṇḍaka o a un animale femminile in forma di donna, se non in presenza di un uomo che capisce, commette una colpa di cattiva condotta. Se non è una donna, ma la percepisce come tale, commette una colpa di cattiva condotta. Se non è una donna, ma non ne è sicuro, commette una colpa di cattiva condotta.
Se non è una donna e non la percepisce come tale, non c’è colpa.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se è presente un uomo che capisce; se insegna cinque o sei frasi; se insegna meno di cinque o sei frasi; se si alza, si siede di nuovo e poi insegna; se la donna si alza e si siede di nuovo e poi insegna a lei; se insegna a un’altra donna; se fa una domanda; se gli viene fatta una domanda e poi parla; se parla a beneficio di qualcun altro e una donna ascolta; se è pazzo; se è la prima colpa.
La regola di pratica sull’insegnamento, la settima, è terminata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Pācittiya