21. La terra
1. “Venerabile Nagasena, quelle cinque qualità della terra di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, la terra rimane sempre la stessa anche se su di essa si disperdono cose desiderabili o indesiderabili – come canfora, aloe, gelsomino, legno di sandalo, zafferano, oppure bile, flemma, pus, sangue, sudore, grasso, saliva, muco, fluido che lubrifica le giunture, urina e feci – è sempre la stessa; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe rimanere lo stesso, impassibile al sostegno o alla negligenza, alla fame o al disonore, al biasimo o alla lode, alla felicità o al dolore. Questa, o re, è la prima qualità della terra che bisogna avere.
2. Ed inoltre, o re, come la terra non ha ornamenti, né ghirlande, ma è pervasa dal suo stesso odore; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, non dovrebbe indossare abiti sfarzosi, ma piuttosto essere circondato del dolce sapore della propria rettitudine di vita. Questa, o re, è la seconda qualità della terra che bisogna avere.
3. Ed inoltre, o re, come la terra è solida, senza buchi o interstizi, spessa, densa e che si espande su ogni lato; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe essere dotato di una perfetta rettitudine di vita senza lacune o crepe, spessa, densa e che si espande su ogni lato. Questa, o re, è la terza qualità della terra che bisogna avere.
4. Ed inoltre, o re, come la terra non è mai stanca, anche se sostiene villaggi, città, paesi e nazioni, alberi, colline, fiumi, stagni e laghi, creature selvagge, uccelli ed uomini, moltitudini di uomini e di donne; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, non dovrebbe essere mai stanco nell’esortare, nell’ammonire, nell’istruire e nell’educare, nel risvegliare, nell’incitare, nel rallegrare e nell’esporre la fede. Questa, o re, è la quarta qualità della terra che bisogna avere.
5. Ed infine, o re, come la terra è libera dall’essere servile e cattiva; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe continuare ad essere, come la terra, libero da adulazione e cattiveria verso tutti. Questa, o re, è la quinta qualità della terra che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dalla devota donna, Kulla Subhadda, mentre esaltava gli asceti della propria setta:
“Se , con rabbia, ad uno gli venisse tagliato un braccio con un’ascia,
ed un altro, con piacere, venisse unto con soavi profumi,
nessuna cattiveria proverebbe l’uno, né amore l’altro.
Le loro menti sono come la terra, impassibili sono i miei asceti.”
22. L’acqua
6. “Venerabile Nagasena, le cinque qualità dell’acqua di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, l’acqua è stabilmente fissa (in stagni, pozzi, ecc.), non si scuote, e (nel suo stato ordinario) non è disturbata, è pura per natura; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe mettere da parte l’ipocrisia, le lamentele, il sottintendere i propri desideri ed errate influenze di ogni genere, essere saldo, non scosso, distaccato e puro per natura. Questa, o re, è la prima qualità dell’acqua che bisogna avere.
7. Ed inoltre, o re, come l’acqua è sempre rinfrescante per natura; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe essere colmo di pietà, d’amore, di gentilezza verso tutti gli esseri, cercando per tutti il bene, compassionevole verso tutti. Questa, o re, è la seconda qualità dell’acqua che bisogna avere.
8. Ed inoltre, o re, come l’acqua pulisce lo sporco; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe essere ovunque, nel villaggio o nella foresta, in pace con tutti, senza colpe verso i propri maestri, le proprie guide, o per coloro che gli stanno di fronte come maestri. Questa, o re, è la terza qualità dell’acqua che bisogna avere.
9. Ed inoltre, o re, come l’acqua è desiderata da tutti gli uomini; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, desideroso del poco, contento, dedito alla solitudine ed all’ascetismo, dovrebbe essere sempre un oggetto di desiderio per tutto il mondo. Questa, o re, è la quarta qualità dell’acqua che bisogna avere.
10. Ed infine, o re, come l’acqua per nessuno è nociva; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, non dovrebbe mai far del male, sia in azioni o parole o pensieri, o mettere gli uni contro gli altri, o far nascere litigi, dispute, liti o sentimenti di vuoto, o collera, o dispiacere. Questa, o re, è la quinta qualità dell’acqua che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva, nel Kanha Gataka:
“Se vuoi recarmi beneficio,
o Sakka, signore di tutte le creature –
fa che nessuno, Sakka, per colpa mia,
sia danneggiato, in mente ed in corpo,
sempre ed in ogni luogo. Tale, Sakka,
io sceglierei come beneficio fra i benefici.”
23. Il fuoco
11. “Venerabile Nagasena, quelle cinque qualità del fuoco di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, il fuoco brucia erba, legna, rami e foglie; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe bruciare nel fuoco della saggezza tutte le cattive inclinazioni che si alimentano degli oggetti del pensiero, oggettivi e soggettivi, desiderabili o indesiderabili. Questa, o re, è la prima qualità del fuoco che bisogna avere.
12. Ed inoltre, o re, come il fuoco non ha pietà, né compassione; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, non dovrebbe mostrare pietà, né compassione per ogni cattiva inclinazione. Questa, o re, è la seconda qualità del fuoco che bisogna avere.
13. Ed inoltre, o re, come il fuoco distrugge il freddo; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, accendendo nella sua mente il fuoco bruciante dello zelo, dovrebbe distruggere tutte le cattive inclinazioni. Questa, o re, è la terza qualità del fuoco che bisogna avere.
14. Ed inoltre, o re, come il fuoco, non chiedendo nessun favore a qualcuno, né avendo avversione verso qualcuno, riscalda tutti; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe essere come il fuoco, nè servile e né avere avversione verso qualcuno. Questa, o re, è la quarta qualità del fuoco che bisogna avere.
15. Ed infine, o re, come il fuoco disperde l’oscurità e fa apparire la luce; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe disperdere l’oscurità dell’ignoranza e far apparire la luce della conoscenza. Questa è la quinta qualità del fuoco che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva, nella sua esortazione a Rahula, suo figlio:
“Pratica, Rahula, quella meditazione che agisce come il fuoco. In tal modo non ci saranno cattive inclinazioni, né sorgeranno in te, né quelle già sorte influenzeranno la tua mente.”
24. Il vento
16. “Venerabile Nagasena, quelle cinque qualità del vento di cui che bisogna avere, quali sono?
“Proprio come, o re, il vento pervade gli spazi nelle foreste e nei boschi nel periodo della fioritura; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe godere nei boschi della meditazione che sono tutti in fiore dei dolci fiori della liberazione. Questa, o re, è la prima qualità del vento che bisogna avere.
17. Ed inoltre, o re, come il vento mette tutti gli alberi che crescono sulla terra in agitazione, piegandoli; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, ritiratosi fra i boschi, esaminando in quel luogo la vera natura di tutte le realtà esistenti (tutti i fenomeni, Samkhara), dovrebbe piegare tutte le cattive inclinazioni. Questa, o re, è la seconda qualità del vento che bisogna avere.
18. Ed inoltre, o re, come il vento vaga per il cielo; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe abituare la sua mente a vagare fra le realtà trascendentali.Questa, o re, è la terza qualità del vento che bisogna avere.
19. Ed inoltre, o re, come il vento trasporta dei profumi; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe trasportare sempre con sé il fragrante profumo della propria rettitudine di vita. Questa, o re, è la quarta qualità del vento che bisogna avere.
20. Ed infine, o re, come il vento non ha dimora; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe rimanere sempre senza dimora, non dipendente dalla società, mentalmente libero. Questa, o re, è la quinta qualità del vento che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva, nel Sutta Nipata:
“Nell’amicizia del mondo è nato il timore,
nella vita familiare densa è la polvere;
la liberazione dalla vita domestica e dall’amicizia –
questa, e solo questa, è la meta dell’asceta.”
25. La roccia
21. “Venerabile Nagasena, le cinque qualità della roccia di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, la roccia è stabile, salda, inamovibile; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, non dovrebbe mai essere esaltato da cose seducenti – forme, suoni, profumi, gusti, sensazioni tattili – da venerazione o disprezzo, da sostegno o negligenza, da riverenza o irriverenza, da onore o disonore, da lode o biasimo, né dovrebbe mai offendersi da cose offensive, né sconcertato da occasioni sconcertanti, né dovrebbe rabbrividire o tremare, ma come una roccia dovrebbe essere saldo. Questa, o re, è la prima qualità della roccia che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva:
“La solida roccia non è mossa dal vento,
così il saggio non vacilla, né trema,
a lode o biasimo.”
22. Ed inoltre, o re, come la roccia è salda, non alterata da cose estranee; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe essere saldo ed indipendente, senza legarsi a qualcuno. Questa, o re, è la seconda qualità della roccia che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva:
“L’uomo non unito con chi possiede casa,
né con chi non ne possiede, ma erra solitario,
senza dimora e con pochi desideri –
quello è l’uomo che io chiamo Brahmano.”
23. Ed inoltre, o re, come sulla roccia nessun seme prende radici; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, non dovrebbe mai permettere alle cattive inclinazioni di radicarsi nella sua mente. Questa, o re, è la terza qualità della roccia che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Venerabile Subhuti:
“Quando bramosi pensieri sorgono nella mia mente,
analizzandomi, da solo li distruggo.
Tu che sei eccitato dall’avidità, da cose
che recano e permettono offesa,
provando sconcerto quando strane cose accadono,
tu dovresti lasciare le solitarie foreste.
Perchè sono le dimore degli uomini puri,
austeri nel vivere, liberi dalle impurità della colpa.
Non contaminare quel luogo puro. Abbandona le foreste.”
24. Ed inoltre, o re, come la roccia si eleva verso l’alto; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe elevarsi verso la conoscenza. Questa è la quarta qualità della roccia che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva:
“Quando il saggio con serietà ha
allontanato la vanità, le vette a terrazza
della saggezza ha scalato, e, distaccato,
osserva il vanitoso mondo, la folla angosciata –
come colui che stando sulla cima della montagna
può guardare i suoi simili in pianura sofferenti.”
25. Ed infine, o re, come la roccia non può essere né sollevata né piegata; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, non dovrebbe mai essere né euforico né depresso. Questa, o re, è la quinta qualità della roccia che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dalla devota donna, Kulla Subhadda, mentre esaltava gli asceti della sua setta:
“Il mondo è sollevato dal guadagno, depresso dalla perdita.
I miei asceti rimangono uguali nel guadagno e nella perdita.”
26. Lo spazio
26. “Venerabile Nagasena, quelle cinque qualità dello spazio di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, lo spazio è ovunque impossibile da afferrare; allo stesso modo, dovrebbe essere impossibile per lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, essere ovunque catturato dalle cattive inclinazioni. Questa, o re, è la prima qualità dello spazio che bisogna avere.
27. Ed inoltre, o re, come lo spazio è la familiare risorsa dei Rishi, degli asceti, dei deva, degli stormi di uccelli; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe far errare la sua mente facilmente sulle varie realtà con la conoscenza che ogni individuo (Samkhara) è impermanente, nato per soffrire e senza alcuna anima. Questa, o re, è la seconda qualità dello spazio che bisogna avere.
28. Ed inoltre, o re, come lo spazio suscita terrore; allo stesso modo, lo strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe esercitare la sua mente ad aver terrore delle rinascite in ogni tipo di esistenza. Né cercare in ciò felicità Questa, o re, è la terza qualità dello spazio che bisogna avere.
29. Ed inoltre, o re, come lo spazio è infinito, illimitato, incommensurabile; allo stesso modo, la rettitudine dello strenuo monaco, serio nelle sforzo, dovrebbe essere illimitata e la sua conoscenza incommensurabile. Questa, o re, è la quarta qualità dello spazio che bisogna avere.
30. Ed infine, o re, come lo spazio non dipende da qualcosa, né è attaccato a qualcosa, né poggia su qualcosa, né è interrotto da qualcosa; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo non dovrebbe in alcun modo né dipendere, né essere attaccato, né poggiare, né essere ostacolato o da famiglie che lo aiutano, o da discepoli che a lui si rivolgono, o dal sostegno che riceve, o dalla dimora che occupa, o da qualsiasi altro ostacolo della vita religiosa, o da qualche qualità che può desiderare, o da qualche tipo di cattiva inclinazione. Questa, o re, è la quinta qualità dello spazio che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva, nella sua esortazione a Rahula, suo figlio:
“Proprio come lo spazio, Rahula, in nessun luogo o su nulla poggia, così dovresti esercitarti in quella meditazione simile allo spazio. In questo modo mai sensazioni piacevoli o dolorose, come spesso accade, domineranno la tua mente.”
27. La luna
31. “Venerabile Nagasena, quelle cinque qualità della luna di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, la luna, sorgendo nella luminosa quindicina, cresce sempre più; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, crescere sempre più in buona condotta, in rettitudine, in virtù, in costante adempimento del proprio dovere, in conoscenza delle scritture e nello studio, in solitudine, in autocontrollo, nel mantenere controllate le porte dei suoi sensi, nella moderazione del cibo, nella pratica dell’attenzione. Questa, o re, è la prima qualità della luna che bisogna avere.
32. Ed inoltre, o re, come la luna è un possente signore; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe essere un possente signore sulla propria volontà. Questa, o re, è la seconda qualità della luna che bisogna avere.
33. Ed inoltre, o re, come la luna erra di notte; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe dedicarsi alla solitudine. Questa, o re, è la terza qualità della luna che bisogna avere.
34. Ed inoltre, o re, come la luna issa uno stendardo sulla sua dimora; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe issare lo stendardo della rettitudine. Questa, o re, è la quarta qualità della luna che bisogna avere.
35. Ed infine, o re, come la luna sorge quando è pregata e supplicata; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe frequentare quelle famiglie che lo hanno invitato e richiesto. Questa, o re, è la quinta qualità della luna che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva, nell’eccelso Samyutta Nikaya:
“Come la luna, o monaci, fate le vostre visite richieste dai laici. Siate sempre rispettosi, come se fosse la vostra prima visita, ed abbiate sempre un lodevole contegno in presenza dei laici.”
28. Il sole
36. “Venerabile Nagasena, le sette qualità del sole di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, il sole fa evaporare tutta l’acqua; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe provocare l’inaridimento di tutte le cattive inclinazioni, senza eccezione. Questa, o re, è la prima qualità del sole che bisogna avere.
37. Ed inoltre, o re, come il sole disperde l’oscurità; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe disperdere tutta l’oscurità dell’avidità, della rabbia, della tediosità, dell’orgoglio, dell’eresia, del male e di ogni cosa immorale. Questa, o re, è la seconda qualità del sole che bisogna avere.
38. Ed inoltre, o re, come il sole è sempre in movimento; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe essere sempre in contemplazione. Questa, o re, è la terza qualità del sole che bisogna avere.
39. Ed inoltre, o re, come il sole ha un’aureola di raggi; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe avere un’aureola di meditazione. Questa, o re, è la quarta qualità del sole che bisogna avere.
40, Ed inoltre, o re, come il sole continuamente riscalda moltitudini di persone; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe rallegrare l’intero mondo dei deva e degli uomini con buona condotta, rettitudine, virtù, adempimento del proprio dovere, jhana, Vimokka, Samadhi, Samapatti (vari modi di meditazione ed estasi trascendentale), con i cinque poteri morali, i sette tipi di saggezza, i quattro modi di presenza mentale ed autocontrollo, la quadruplice grande lotta contro il male, la ricerca dei quattro sentieri verso la vita santa. Questa, o re, è la quinta qualità del sole che bisogna avere.
41. Ed inoltre, o re, come il sole è terrorizzato dalla paura di Rahu (il demone dell’eclissi); allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, vedendo come gli esseri sono aggrovigliati nella perduta distesa della cattiva vita e della rinascita in stati di sofferenza, qui catturati nella rete dei dolorosi risultati del male fatto in precedenti nascite, o della punizione in purgatori, o delle cattive inclinazioni, dovrebbe terrorizzare la sua mente con grande paura ed angoscia. Questa, o re, è la sesta qualità del sole che bisogna avere.
42. Ed infine, o re, come il sole rende manifesto il bene ed il male; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe rendere manifesto i poteri morali, i tipi di saggezza, i modi della presenza mentale e dell’autocontrollo, la lotta contro il male, i sentieri verso la vita santa, tutte le qualità temporali e spirituali. Questa, o re, è la settima qualità del sole che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Venerabile Vangisa:
“Come il nascente sole rende evidente a tutti gli esseri viventi
le forme pure ed impure, le forme buone e cattive,
così il monaco, come il globo nascente,
sempre ricordando le scritture,
dovrebbe rendere manifesto agli uomini, ciechi nell’ignoranza,
le varie parti del Nobile Sentiero di beatitudine.”
29. Sakka
43. “Venerabile Nagasena, le tre qualità di Sakka (il re dei deva) di cui dite che bisogna avere, quail sono?”
“Proprio come, o re, Sakka gode di perfetta beatitudine; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe godere della perfetta beatitudine della solitudine. Questa, o re, è la prima qualità di Sakka che bisogna avere.
44. Ed inoltre, o re, come quando Sakka vede i suoi deva intorno a sé, li favorisce, li riempie di gioia; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe mantenere la sua mente distaccata, vigile e tranquilla, dovrebbe far sorgere in sé la gioia, dovrebbe destarsi, dovrebbe esercitarsi, dovrebbe essere pieno di zelo. Questa, o re, è la seconda qualità di Sakka che bisogna avere.
45. Ed infine, o re, come Sakka non prova dispiacere; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, non dovrebbe mai essere dispiaciuto in solitudine. Questa, o re, è la terza qualità di Sakka che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Venerabile Subhuti:
“Da quando io, grande eroe, ho rinunciato al mondo,
secondo la dottrina che insegni,
non ho più permesso a qualche pensiero avido
o bramoso di sorgere in me.”
30. Il monarca supremo
46. “Venerabile Nagasena, le quattro qualità del monarca supremo di cui dite che bisogna avere, quali sono?”
“Proprio come, o re, il monarca supremo ottiene il consenso delle persone con i quattro elementi della popolarità (liberalità, affabilità, giustizia ed imparzialità); allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe cercare il consenso, piacere e rallegrare i cuori dei monaci, dei capi dell’Ordine e dei laici di entrambi i sessi. Questa, o re, è la prima qualità del monarca sovrano che bisogna avere.
47. Ed inoltre, o re, come il monarca sovrano non permette il formarsi di bande di ladroni nel suo regno; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, non dovrebbe mai permettere ad idee di avidità, di rabbia e di crudeltà di sorgere in lui. Questa, o re, è la seconda qualità del monarca supremo che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva:
“L’uomo che gode nel sopprimere
pensieri maligni, e sempre padrone di sé,
riflette sull’impurità delle cose
e rimuoverà tutto ciò che il mondo affascina,
anzi, spaccherà in due, le catene del Maligno.”
48. Ed inoltre, o re, come il monarca supremo viaggia attraverso tutto il mondo fino ai confini dell’oceano, analizzando il male ed il bene; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe analizzare se stesso giorno per giorno in base alle azioni, alle parole ed ai pensieri, dicendo a se stesso: “Come posso trascorrere il giorno senza biasimo in queste tre direzioni?” Questa, o re, è la terza qualità del monarca supremo che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva, nell’eccelso Ekuttara Nikaya:
“Con costante cura il monaco dovrebbe
analizzare se stesso giorno per giorno –
Giorno e notte velocemente passano,
come mi hanno trovato? e come lasciato?”
49. Ed infine, o re, come il monarca supremo è sempre totalmente sotto protezione, all’esterno ed all’interno; allo stesso modo, o re, lo strenuo monaco, serio nello sforzo, dovrebbe sempre essere padrone di sè e custodire le sue porte dei sensi contro ogni male, soggettivo ed oggettivo. Questa, o re, è la quarta qualità del monarca supremo che bisogna avere. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, il signore dei deva:
“Sempre custodendo le porte dei sensi, o monaci, il discepolo dei Nobili evita il male e si dedica alla bontà, evita ciò che è soggetto a colpa e si dedica alla virtù, preserva se stesso nella purezza di vita.”
[Qui finisce il Terzo Capitolo.]
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di T. W. Rhys Davids. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Milindapañha