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Saṅghādisesa

Le regole di questa sezione sono conosciute in Pali come saṅghādisesa. I trasgressori devono subire un periodo di libertà vigilata prima di essere riabilitati al loro precedente ruolo nel Sangha.

Indice


Sds 13: Kuladūsaka – Corruttori di famiglie

Un monaco che fa perdere ai laici di un certo luogo la fede negli insegnamenti del Buddha deve essere bandito da quel luogo. Se rifiuta di accettare il bando, deve essere sospeso. L’introduzione a questa regola racconta di un gruppo di sei monaci corrotti e spietati, responsabili di un gran numero di regole del codice monastico.

Sds 12: Dubbaca – Difficile da correggere

Un monaco che rifiuta di essere corretto sulle violazioni del codice monastico deve essere sospeso. L’ambientazione narrativa presenta il monaco Channa, particolarmente orgoglioso e difficile da trattare.

Sds 11: Bhedānuvattaka – Seguire uno scismatico

Un monaco che sostiene un altro monaco che cerca di provocare uno scisma nell’Ordine deve essere sospeso.

Sds 10: Saṅghabheda – Causa di scisma nel Saṅgha

Un monaco che tenta di provocare uno scisma nel Sangha deve essere sospeso. La storia di questa regola racconta di come Devadatta, il famigerato cugino del Buddha, cercò di provocare uno scisma nel Sangha.

Sds 9: Aññabhāgiya – Accusare per rabbia con un pretesto irrilevante

Un monaco che, in preda all’ira, usa uno stratagemma per accusare falsamente un altro monaco di una colpa che comporta l’espulsione, deve essere sospeso.

Sds 8: Duṭṭhadosa – Accuse infondate dovute alla rabbia

Un monaco che in preda all’ira accusa falsamente un altro monaco di una colpa che comporta l’espulsione deve essere sospeso. Il racconto che fa da sfondo a questa regola vede protagonista lo straordinario monaco Dabba il Malliano, che divenne un arahant all’età di sette anni.