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Sds 12: Dubbaca – Difficile da correggere

Storia
Un tempo, quando il Buddha soggiornava a Kosambī, nel monastero di Ghosita, il venerabile Channa si comportava male. I monaci gli dicevano: “Non fare così, non è permesso.”, e lui rispondeva: “Chi siete voi per correggermi? Sono io che dovrei correggere voi! Il Buddha è mio, il Dhamma è mio. Il Maestro ha realizzato la Verità grazie a me. Come l’erba, i rami e le foglie cadute vengono sollevati da un forte vento tutto in una volta, come le varie piante acquatiche vengono sollevate da un film in piena tutto in una volta, così anche voi – dopo aver intrapreso l’ascetismo con vari nomi, varie famiglie, varie caste, vari nuclei familiari – siete stati sollevati tutti in una volta. Quindi, chi sei tu per correggermi? Io dovrei correggere voi! Il Buddha è mio; il Dhamma è mio. Il Maestro ha realizzato la Verità grazie a me.”
I monaci si lamentarono e lo criticarono: “Come può il venerabile Channa rendersi incorreggibile quando viene legittimamente corretto dai monaci?”
Essi rimproverarono Channa in molti modi e poi lo dissero al Buddha. Poco dopo egli fece riunire il Sangha e interrogò Channa: “È vero, Channa, che fai questo?”
“È vero, signore.”
Il Buddha lo rimproverò… “Stolto, come puoi fare questo? Questo influenzerà la fede delle persone…” … “E, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere recitata così:

Giudizio finale
Se un monaco è difficile da correggere e si rende incorreggibile quando viene legittimamente corretto dai monaci riguardo alle regole di pratica che vengono recitate, dicendo: ‘Venerabili, non ditemi nulla, né bene né male, e io non dirò nulla a voi, né bene né male. Per favore, astenetevi dal correggermi.’, allora i monaci dovrebbero correggerlo in questo modo: ‘Sii facile da correggere, venerabile, non incorreggibile. E ti prego di correggere legittimamente i monaci, e i monaci faranno lo stesso con te. Perché è in questo modo che la comunità del Buddha è cresciuta, cioè attraverso la correzione reciproca e la reciproca eliminazione delle colpe’. Se il monaco continua a fare come prima, i monaci devono fargli pressione fino a tre volte per farlo smettere. Se si ferma, tutto va bene. Se non si ferma, commette una colpa che comporta la sospensione.”

Definizioni
Se un monaco è difficile da correggere: se è difficile da correggere, dotato di qualità che lo rendono difficile da correggere, resistente, non riceve gli insegnamentii con rispetto.
Riguardo alle regole di pratica che vengono recitate: riguardo alle regole di pratica del Codice monastico.
I monaci: gli altri monaci.
Legittimamente: le regole di pratica stabilite dal Buddha – questo si chiama “legittimamente”. Quando viene corretto a questo proposito, si rende incorreggibile, dicendo: “Venerabili, non ditemi nulla, né bene né male, e io non dirò nulla a voi, né bene né male. Per favore, astenetevi dal correggermi.”
Lui: il monaco difficile da correggere.
I monaci: altri monaci, coloro che lo vedono o ne sentono parlare. Dovrebbero correggerlo in questo modo: “Sii facile da correggere, venerabile, non incorreggibile. E ti prego di correggere legittimamente i monaci, e i monaci faranno lo stesso con te. Perché è in questo modo che la comunità del Buddha è cresciuta, cioè attraverso la reciproca correzione e la reciproca eliminazione delle colpe.”
E dovrebbero correggerlo una seconda e una terza volta. Se smette, tutto va bene. Se non si ferma, commette una colpa di cattiva condotta. Se coloro che lo sentono non dicono nulla, commettono una colpa di cattiva condotta. Quel monaco, anche se deve essere introdotto nel Sangha, deve essere corretto in questo modo:
“Sii facile da correggere, venerabile, non incorreggibile. E ti prego di correggere legittimamente i monaci, e i monaci faranno lo stesso con te. Perché è in questo modo che la comunità del Buddha è cresciuta, cioè attraverso la reciproca correzione e la reciproca eliminazione delle colpe.”
Dovrebbero correggerlo una seconda e una terza volta. Se smette, tutto va bene. Se non si ferma, commette una colpa di cattiva condotta.
Dovrebbe essere pressato: “E, monaci, dovrebbe essere pressato in questo modo. Un monaco competente e capace dovrebbe informare il Sangha: ‘Per favore, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Il monaco tal dei tali si rende incorreggibile quando viene legittimamente corretto dai monaci. E continua a farlo. Se al Sangha sembra appropriato, il Sangha dovrebbe fare pressione su di lui per farlo smettere’.
Questa è la mozione: ‘Per favore, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Il monaco tal dei tali si rende incorreggibile quando viene legittimamente corretto dai monaci. E continua a farlo. Il Sangha lo pressa per farlo smettere’. I monaci che approvano le pressioni per farlo smettere devono rimanere in silenzio. I monaci che non sono d’accordo dovrebbero parlare.
Per la seconda volta parlo di questo argomento: … Per la terza volta parlo di questo argomento: ‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Il monaco tal dei tali si rende incorreggibile quando viene legittimamente corretto dai monaci. E continua a farlo. Il Sangha lo pressa per farlo smettere’. I monaci che approvano le pressioni per farlo smettere devono rimanere in silenzio. I monaci che non sono d’accordo dovrebbero parlare.
Il Sangha ha fatto pressione sul monaco tal dei tali per farlo smettere. Il Sangha approva e quindi tace. Lo ricorderò così.'”
Dopo la mozione, egli commette una colpa di cattiva condotta. Dopo ciascuno dei primi due avvisi, egli commette una colpa grave. Al termine dell’ultimo avviso, commette una colpa che comporta la sospensione. Per chi commette la colpa che comporta la sospensione, la colpa di cattiva condotta e le colpe gravi sono annullate.
Commette una colpa che comporta la sospensione: … Perciò si chiama anche “colpa che comporta la sospensione”.

Permutazioni
Se è una procedura legale legittima e la percepisce come tale, ma non si ferma, commette una colpa che comporta la sospensione.
Se è una procedura legale legittima, ma non ne è sicuro e non si ferma, commette una colpa che comporta la sospensione.
Se è una procedura legale legittima, ma la percepisce come illegittima, e non si ferma, commette una colpa che comporta la sospensione.
Se è una procedura legale illegittima, ma lui la percepisce come legittima, commette una colpa di cattiva condotta.
Se è una procedura legale illegittima, ma non ne è sicuro, commette una colpa di cattiva condotta.
Se è una procedura legale illegittima e la percepisce come tale, commette una colpa di cattiva condotta.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se non è stato sollecitato; se si ferma; se è pazzo; se è il primo trasgressore.
La regola di pratica sulla difficoltà di correzione, la dodicesima, è terminata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Saṅghādisesa