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Sds 11: Bhedānuvattaka – Seguire uno scismatico

Storia
Un tempo il Buddha soggiornava a Rājagaha nel boschetto di bambù, la riserva degli scoiattoli. In quel periodo Devadatta stava portando avanti uno scisma nel Sangha, una rottura dell’autorità. I monaci dicevano: “Devadatta parla in modo contrario al Dhamma e alla Disciplina. Come può perseguire lo scisma nel Sangha?”
Ma Kokālika, Kaṭamodakatissaka, Khaṇḍadeviyā-putta e Samuddadatta dissero a quei monaci: “No, venerabili, Devadatta parla in linea con il Dhamma e la Disciplina. E parla con il nostro consenso e la nostra approvazione. Sa di noi e parla per noi, e noi lo approviamo.”
I monaci si lamentarono e li criticarono: “Come possono questi monaci sostenere la volontà di Devadatta di creare uno scisma nel Sangha?”
Essi rimproverarono quei monaci in molti modi e poi lo dissero al Buddha. Poco dopo egli fece riunire il Sangha e interrogò i monaci: “È vero, monaci, che ci sono monaci che sostengono questo?”
“È vero, signore.”
Il Buddha li rimproverò… “Monaci, come possono quegli stolti sostenere questo? Questo influenzerà la fede della gente…” … “E, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere recitata in questo modo:

Giudizio finale
Quel monaco può avere uno, due o tre monaci che si schierano con lui e lo sostengono, e possono dire: ‘Venerabili, non correggete questo monaco. Egli parla in linea con il Dhamma e la Disciplina. E parla con il nostro consenso e la nostra approvazione. Sa di noi e parla per noi, e noi lo approviamo’. I monaci dovrebbero correggere questi monaci in questo modo: ‘No, venerabili, questo monaco parla in modo contrario al Dhamma e alla Disciplina. E non acconsentite allo scisma nel Sangha. Rimanete con il Sangha, perché un Sangha unito – in accordo, in armonia, con una recitazione comune – è a suo agio’. Se quei monaci continuano a fare come prima, i monaci devono insistere fino a tre volte per farli smettere. Se si fermano, tutto va bene. Se non si fermano, commettono una colpa che comporta la sospensione.’”

Definizioni
Quello: quel monaco che persegue lo scisma nel Sangha.
Può avere monaci: può avere altri monaci.
Che si schierano con lui: hanno la stessa visione, lo stesso credo, la stessa convinzione.
Che lo sostengono: lo lodano e si schierano dalla sua parte.
Uno, due o tre: C’è uno, o due, o tre. Possono dire: “Venerabili, non correggete questo monaco. Egli parla in linea con il Dhamma e la Disciplina. E parla con il nostro consenso e la nostra approvazione. Sa di noi e parla per noi, e noi lo approviamo.”
Quei monaci: quei monaci che si schierano con lui.
I monaci: altri monaci, coloro che lo vedono o ne sentono parlare. Dovrebbero correggerli in questo modo: “No, venerabili, questo monaco parla in modo contrario al Dhamma e alla Disciplina. E non acconsentite allo scisma nel Sangha. Rimanete con il Sangha, perché un Sangha unito – in accordo, in armonia, con una recitazione comune – è a suo agio.” E dovrebbero correggerli una seconda e una terza volta. Se smettono, tutto va bene. Se non si fermano, commettono una colpa di cattiva condotta. Se coloro che ne vengono a conoscenza non dicono nulla, commettono una colpa di cattiva condotta.
Questi monaci, anche se devono essere influenzati dal Sangha, dovrebbero essere corretti in questo modo: “No, venerabili, questo monaco parla in modo contrario al Dhamma e alla Disciplina. E non acconsentite allo scisma nel Sangha. Rimanete con il Sangha, perché un Sangha unito – in accordo, in armonia, con una recitazione comune – è a suo agio.” Dovrebbero correggerli una seconda e una terza volta. Se smettono, tutto va bene. Se non si fermano, commettono una colpa di cattiva condotta.
Dovrebbero insistere su di loro: “E, monaci, dovete insistere su di loro in questo modo. Un monaco competente e capace dovrebbe informare il Sangha:
‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. I monaci tal dei tali e tal dei tali si schierano e sostengono il monaco tal dei tali che persegue lo scisma nel Sangha. E continuano a farlo. Se al Sangha sembra appropriato, il Sangha dovrebbe fare pressione su di loro per farli smettere. Questa è la mozione:
‘Per favore, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. I monaci tal dei tali e tal dei tali si schierano e sostengono il monaco tal dei tali che persegue lo scisma nel Sangha. E continuano a farlo. Il Sangha insiste per farli smettere. I monaci che approvano le pressioni per farli smettere dovrebbero rimanere in silenzio. I monaci che non sono d’accordo dovrebbero parlare. Per la seconda volta parlo di questo argomento: … Per la terza volta parlo di questo argomento: ‘Per favore, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. I monaci tal dei tali e tal dei tali si schierano e sostengono il monaco tal dei tali che persegue lo scisma nel Sangha. E continuano a farlo. Il Sangha insiste per farli smettere. I monaci che approvano le pressioni per farli smettere dovrebbero rimanere in silenzio. I monaci che non sono d’accordo dovrebbero parlare.
Il Sangha ha fatto pressione sui monaci tal dei tali e tal dei tali per farli smettere. Il Sangha approva e quindi tace. Lo ricorderò così.'”
Dopo la mozione, commettono una colpa di cattiva condotta. Dopo ciascuno dei primi due avvisi, essi commettono una grave colpa. Al termine dell’ultimo avviso, commettono una colpa che comporta la sospensione. Per coloro che commettono la colpa che comporta la sospensione, la colpa di cattiva condotta e le colpe gravi sono annullate. Due o tre possono essere unite, ma non di più.
Commettono una colpa che comporta la sospensione: … Perciò si chiama anche “colpa che comporta la sospensione”.

Permutazioni
Se è una procedura legale legittima, e la percepiscono come tale, e non si fermano, commettono una colpa che comporta la sospensione.
Se è una procedura legale legittima, ma non ne sono sicuri e non si fermano, commettono una colpa che comporta la sospensione.
Se è una procedura legale legittima, ma la percepiscono come illegittima, e non si fermano, commettono una colpa che comporta la sospensione.
Se è una procedura legale illegittima, ma la si percepisce come legittima, si commette una colpa di cattiva condotta.
Se è una procedura legale illegittima, ma non ne sono sicuri, commettono una colpa di cattiva condotta.
Se è una procedura legale illegittima e la si percepisce come tale, si commette una colpa di cattiva condotta.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se non sono stati sollecitati; se si fermano; se sono pazzi; se sono squilibrati; se sono sopraffatti dal dolore; se sono i primi colpevoli.
La regola di pratica peril sostegno a uno scisma, l’undicesima, è terminata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Saṅghādisesa