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Vv 3.9: Visālakkhī Sutta – La dimora del deva dagli occhi splendidi

Sakka:
Deva, con i tuoi bellissimi occhi vai in giro circondato da molti altri deva nella deliziosa foresta di Cittalata. Qual è il tuo nome?
Quando i deva del mondo celeste Tavatimsa entrano in questa foresta, i loro corpi, i loro cavalli e i loro carri diventano più belli.
Anche se non indossi gioielli di fiori d’oro, sei comunque estremamente affascinante. Dicci, quale azione meritoria hai compiuto per ottenere questa bellezza?

Deva:
Signore dei Deva, ho ricevuto questa nascita celeste, un corpo bellissimo e poteri psichici divini grazie alle mie azioni meritorie. Vi dirò cosa ho fatto.
Nel mondo umano, vivevo nella bellissima città di Rajagaha. Mi chiamavo Sunanda ed ero una discepola laica del Buddha Supremo. Avevo fede, virtù ed ero molto generosa. Avevo grande fiducia nei nobili monaci dalla mente pura. Offrivo loro vesti, cibo, luoghi di riposo e lampade.
Ero entusiasta di osservare gli Otto Precetti quattro volte al mese in ognuna delle quattro fasi lunari. Conducevo una vita sobria e gioivo nel condividere.
Mi sono astenuta dall’uccidere, dal rubare, dal mentire e dall’assumere intossicanti. Non ho tradito mio marito. Ero felice di osservare questi Cinque Precetti ogni giorno. Ero una seguace laica del Buddha supremo Gautama, che aveva la grande saggezza di vedere la realtà del mondo. Ero abbastanza saggia da realizzare le Quattro Nobili Verità.
Una serva, che lavorava per i miei parenti, mi portava ogni giorno delle ghirlande di fiori. Con animo felice offrivo tutte quelle ghirlande di fiori alla reliquia stupa del Buddha Supremo. Andavo anche alle cerimonie di puja della reliquia ogni giorno dell’Uposatha degli Otto Precetti. Con grande fede, ho offerto personalmente ghirlande, profumi e lozioni allo stupa. Deva Sakka, ho ricevuto questa nascita celeste, questo bellissimo corpo e questi poteri psichici divini offrendo ghirlande di fiori. Ho anche raccolto meriti osservando i precetti, ma questi meriti non sono ancora maturati. Signore Sakka, nella mia mente c’è il desiderio di essere un sakadagami (colui-che-ritorna-una-sola-volta).

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera.
Stories of Heavenly Mansions from the Vimanatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoVimanavatthu