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Vv 3.3: Pallaṅka Sutta – La dimora del divano

Moggallana Bhante:
Deva, sei seduta su un divano molto comodo, decorato con molti gioielli e oro e ricoperto di fiori. Mentre riposi qui dimostri la tua vasta gamma di poteri psichici.
Sei circondata da molte altri deva che cantano, ballano e ti intrattengono. Sei molto potente. Quale buona azione hai compiuto nella tua precedente vita umana? Qual è la ragione per cui sei molto bella e risplendi in tutte le direzioni?

Deva:
Bhante, nel mondo umano ero una nuora di una famiglia molto ricca. Non mi arrabbiavo mai con mio marito ed ero molto obbediente con lui. Mi dedicavo alla pratica del Dhamma e osservavo felicemente gli Otto Precetti quattro volte al mese in ognuna delle quattro fasi lunari.
Fin da piccola sono stata una moglie onesta. Ho cercato di compiacere mio marito di giorno e di notte. Ho iniziato a seguire i precetti quando ero molto giovane.
Mi sono astenuta dall’uccidere esseri umani, dal rubare, dall’usare intossicanti e dal mentire. La mia condotta fisica era molto pura. Ho protetto bene la mia vita celibe. Ho praticato la virtù in modo assoluto.
Osservavo gli Otto Precetti quattro volte al mese in ognuna delle quattro fasi lunari e li custodivo felicemente. L’osservanza degli Otto Precetti quattro volte al mese porta grande felicità alla mente.
Ho seguito il Nobile Ottuplice Sentiero che porta risultati felici. Sono stata anche obbediente a mio marito e ho agito in modo gentile. Sono stata discepola del Buddha Supremo fin dalla più tenera età.
Queste sono le azioni meritorie che ho compiuto quando vivevo nel mondo umano. Queste azioni specifiche mi hanno portato alla rinascita in mondi celesti. Ora sono molto potente qui. Questa deliziosa dimora è molto bella. Deva di estrema bellezza mi intrattengono. Sono rinata in un mondo celeste eccellente, dove i deva hanno una lunga vita.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera.
Stories of Heavenly Mansions from the Vimanatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoVimanavatthu