Ora ascoltate la leggenda dei Buddha solitari:
Il Saggio di Vedeha, con il corpo chino,
chiese al Sublime che dimorava a Jetavana:
“Ci sono effettivamente coloro
che sono chiamati Buddha solitari;
come lo sono diventati, Saggio?”
Poi l’Onnisciente, l’Eccelso, il Grande Saggio si rivolse
al fortunato Ānanda con la sua voce melodiosa,
“Chi ha offerto servigi ai Buddha di un tempo,
ma non ha ottenuto la liberazione,
perché questo è il mezzo per risvegliarsi, saggio,
con un sapere acuto, attraverso la conoscenza e il potere,
per i suoi desideri e anche per la sua grande forza,
per raggiungere il Risveglio dei Buddha solitari.
In ogni mondo, eccetto che per me,
non c’è nessun uguale ai Buddha solitari.
Descriverò una parte dell’eccellente
personalità di quei Buddha, i Grandi Saggi.”
Tutti voi, con mente ben disposta, aspirate a
l’insuperabile medicina, ascoltate di persona,
le parole eccelse, brevi e dolci,
di quei Grandi Saggi che erano Buddha solitari,
insegnamenti di generazioni di Buddha solitari
che si sono riuniti, per raccontare l’abbandono per il pericolo,
e anche di come hanno raggiunto il Risveglio.
Con la consapevolezza distaccata dalle passioni,
la mente che non ama i piaceri del mondo,
con l’abbandono degli ostacoli e la vitalità conquistata,
costoro raggiunsero il Risveglio.
Abbandonando il bastone verso tutti gli esseri,
senza recare danno a nessuno di loro,
con una mente amorevole, amichevole, compassionevole,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Abbandonando il bastone verso tutti gli esseri,
senza recare danno a nessuno di loro,
senza desiderare figli e tanto meno compagni,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Gli affetti nascono per chi ha legami;
questa malattia procede in linea con gli affetti.
Vedendo il pericolo che nasce dagli affetti,
si dovrebbe vivere in solitudine, come un corno di rinoceronte.
Provando compassione per gli amici e i compagni,
si rimanda la meta, con la mente legata ai loro problemi;
vedendo quella paura nell’intimità,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Chi è attento ai figli e alle mogli è impigliato
come un grande boschetto di bambù.
Non attaccato agli altri, come un nuovo germoglio di bambù,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Proprio come un cervo, non intrappolato, pascola
nella foresta secondo i suoi desideri,
un uomo consapevole si prende cura della libertà;
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Riposare, stare, andare, vagare c’è sempre
qualche incontro tra compagni.
Occuparsi della libertà che la maggior parte non desidera,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
In mezzo ai propri compagni c’è la gioia
nello sport e c’è molto amore per i figli.
Pur odiando la separazione da ciò che è caro,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Con una visione globale, non si arreca alcun danno,
ci si accontenta di qualsiasi cosa si presenti;
si sopportano i problemi, non ci si blocca per la paura,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Anche alcuni asceti sono mal disposti;
così come alcuni capifamiglia che vivono in casa.
Senza preoccuparsi dei figli degli altri,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Liberandosi dai piaceri della vita domestica
come un albero d’ebano le cui foglie sono cadute,
l’eroe recide i legami con la vita domestica;
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Se si ha un compagno virtuoso,
un compagno che vive bene ed è saggio,
dopo aver superato ogni ostacolo,
si dimora con lui, entusiasti e consapevoli.
Se non si trova un compagno virtuoso,
un compagno che vive bene ed è saggio,
allora, come un re che abbandona un regno conquistato,
si dovrebbe vivere in solitudine, come un lupo solitario.
In verità stiamo lodando il successo con i compagni;
quelli che sono migliori o uguali dovrebbero essere seguiti.
Non ottenendo questi, non godendo di atti peccaminosi,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Vedendo i braccialetti lucenti d’oro fine,
ben fatti dal figlio di un orafo,
che vibrano insieme quando ce ne sono due su un braccio,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
“Così, con un altro, ci saranno per me
chiacchiere senza senso o discorsi malevoli”;
vedendo questo come un pericolo per il futuro,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
I piaceri dei sensi sono numerosi, dolci e deliziosi,
e agitano la mente con le loro forme diverse.
Vedendo il pericolo nei lacci dei piaceri sensoriali,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
“Per me questa è una calamità, una disgrazia;
una malattia, una freccia acuminata, una realtà spaventosa.”
Vedendo il pericolo nei lacci dei piaceri sensoriali,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Freddo gelido e caldo torrido, fame e sete,
vento e caldo torrido, tafani e serpenti:
dopo aver sconfitto anche tutti questi ostacoli,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Così come un nobile elefante dal corpo maculato e possente,
abbandonando il branco, può vivere nei boschi,
come vuole, si dovrebbe vivere in solitudine,
come il corno di un rinoceronte.
“Chi ama la compagnia non può raggiungere
la liberazione, nemmeno temporaneamente.”
Prestando attenzione a queste parole del Figlio del Sole,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Liberi da un’incessante lotta di idee,
per ottenere la via, il sentiero, con il pensiero:
“So che non devo essere guidato da altri”,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Liberi dall’avidità, senza inganni e senza sete,
privi di ipocrisia, privi di contaminazioni e di follia,
senza intenzioni in questo mondo,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Evitare, non frequentare persone malvagie,
cieche alla meta, che procurano solo guai,
con intenzioni errate, pigro,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Si dovrebbe frequentare una persona nobile,
un amico, istruito, un maestro del Dhamma, un predicatore esperto.
Discernendo i propri obiettivi, eliminando ogni dubbio,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Non adornarsi, non cercare lo svago,
né le delizie, i piaceri, la felicità nel mondo;
astenersi dagli ornamenti, dire la verità,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Rinunciando completamente ai piaceri sensoriali,
compresi i figli e le mogli, il padre e la madre,
le ricchezze e i beni e tutti i parenti,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Con la consapevolezza e il discernimento:
“Questo è un attaccamento; la felicità qui è insignificante,
poco piacevole; qui c’è molta sofferenza, questo è un ostacolo”,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Avendo distrutto i propri ostacoli,
come un pesce che rompe una rete nell’acqua,
come il fuoco che non restituisce ciò che è bruciato,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Con lo sguardo basso, non solo per gioco,
con i sensi custoditi e la mente protetta,
senza desideri, senza bruciare come un fuoco,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Rinunciando alla vita domestica,
proprio come un albero di corallo con le foglie cadute,
lasciando la casa per indossare la veste ocra,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Non avido di buoni sapori, saldo,
non nutrendo gli altri, in giro per elemosine,
con una mente non legata a questo o quel gruppo,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Abbandonati i cinque ostacoli della mente,
allontanati tutti gli influssi impuri,
eliminati l’illusione, l’affetto e l’odio,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Lasciandosi alle spalle la felicità e la sofferenza,
e anche nel passato, la gioia e il dolore mentale;
raggiungendo l’equanimità, la calma e la purezza,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Con uno strenuo sforzo per raggiungere la massima meta,
con mente libera e comportamento attento,
con uno sforzo deciso, avendo forza e potere,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Non abbandonando la solitudine o la meditazione,
vivendo sempre nella realtà tramite il Dhamma,
cogliendo il pericolo all’interno delle esistenze,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Aspirando a distruggere la brama, non pigro,
non sciocco, istruito, possedendo la consapevolezza,
indagando il Dhamma, misurato, energico,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Non terrorizzato, come un leone che sente i suoni;
non impigliato, come il vento in una rete;
non impuro, come un loto rosa sull’acqua,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Dopo aver vinto, come un leone dalle possenti fauci,
il re degli animali, vagando vittoriosi,
si dovrebbe fare uso di dimore remote,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Praticare l’amore, l’equanimità, la pietà,
la liberazione o la gioia per gli altri al momento giusto,
senza essere ostacolati dal mondo,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Abbandonando la brama, l’odio e l’illusione,
dopo aver distrutto i propri ostacoli,
senza temere il momento finale della vita,
si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Si associano, si abbracciano con qualche motivo;
gli amici senza motivi sono difficili da trovare al giorno d’oggi.
Saggiando l’interesse personale, le persone non sono pure.
Si dovrebbe vivere in solitudine, come il corno di un rinoceronte.
Con una Morale Pura e una Saggezza Purissima,
Attenti, Applicando Se Stessi alla Consapevolezza,
Avveduti, Vedendo la Differenza del Dhamma,
Conoscendo gli Aspetti del Sentiero e della Saggezza,
nella gloria di un Vincitore,
praticando il merito e l’aspirazione e ottenendo così i segni,
i Saggi che non hanno seguaci diventano
Vincitori solitari, coloro diventati Unici.
Con un Dhamma vasto e molti Segni del Dhamma,
Signori della Mente, Attraversare il Flusso di tutte le sofferenze,
Con Menti Frementi, Veggenti della Meta Ultima,
Esemplari di Leoni, come il Corno di un Rinoceronte,
Con Sensi Tranquilli, con Menti Tranquille, composti,
agendo con attenzione verso tutti gli esseri,
lumi che brillano della luce della verità ultima,
questi Buddha solitari sono costantemente onorati.
Abbandonati tutti gli Ostacoli, Signori del Mondo,
Fari del Mondo, che emanano luce come cumuli d’oro,
privi di dubbi e buoni da ammirare per il mondo,
questi Buddha Solitari sono costantemente onorati.
Le sapienti parole dei Buddha solitari
circolano nel mondo con i suoi deva.
Dopo aver ascoltato, coloro che non agiscono
in questo modo sono degli sciocchi,
e si ritrovano a soffrire ancora e ancora.
Le parole sapienti dei Buddha solitari
sono dolci come il miele cristallino.
Avendo ascoltato, coloro che praticano di conseguenza
diventano veggenti delle Quattro Verità, molto saggi.
Questi versi altissimi pronunciati da quei vincitori,
Buddha solitari, sommi asceti senza dimora,
sono stati resi noti, per comprendere il Dhamma,
dal Leone dei Śākya, l’Uomo Ultimo.
Con pietà per il mondo, queste forme
di quei Buddha Solitari sono state rese da lui note,
il Leone Autentico, per aumentare l’emozione e la sintonia.
La leggenda dei Buddha solitari è terminata.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Jonathan S. Walters. Whitman College, 2017, Legends of the Buddhist Saints (Apadāna).
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Apadana