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Thera Ap 1: Buddhaapadāna – Capitolo del Buddha, il Supremo

Lodate Lui, il Benedetto, il Degno, il Buddha Perfetto!

Il Saggio di Vedeha, con il corpo piegato,
chiese al Tathagata che dimorava a Jetavana:
“Ci sono coloro che sono chiamati Buddha onniscienti;
per quali cause lo diventano, Eroe?”

L’Onnisciente, il Perfetto, il Grande Saggio
parlò al fortunato Ānanda con la sua voce dolce:
“Chi ha servito tra i Buddha precedenti,
ma non è stato liberato nelle sue facoltà,
poiché questo è il mezzo per risvegliarsi, saggio,
con acuta conoscenza, tramite la conoscenza e il potere,
grazie ai suoi desideri e anche alla grande forza,
raggiunge quello stato di onniscienza.

Anch’io, tra i Buddha di un tempo,
desideravo essere un Buddha.
Solo attraverso la mia mente sono nati
innumerevoli re del Dhamma.”

Ascoltate ora, con mente pura,
le leggende dei Buddha,
innumerevoli re del Dhamma
che hanno realizzato trenta perfezioni.

Li ho adorati a capo chino,
lodati a mani giunte,
quei Sovrani con seguaci e
il Risveglio dei Migliori Buddha.

Ho fatto emergere tutto con la mia mente:
le realtà terrene e celesti,
innumerevoli come le gemme
che si trovano nei campi dei Buddha.

Lì ho creato un palazzo
con un pavimento fatto d’argento.
Diversi piani fatti di gemme
si sono elevati e protesi verso il cielo.

C’erano vari pilastri ben costruiti,
ben proporzionati, molto preziosi.
La trave centrale era d’oro,
la porta era ornata da un baldacchino.

Il primo piano, in lapislazzuli,
era bello come una nuvola candida.
I laghetti di loto erano sparsi
su un pavimento di oro prezioso.

Un pavimento di corallo, color corallo,
era rosso e molto bello;
quel pavimento illuminava le direzioni
con una luce della cromia degli scarabei rossi.

Porte e finestre, torrette
e quattro balaustre erano ben posizionate.
C’era una rete di bambù
profumata e deliziosa per la mente.

C’erano eccellenti tetti a pinnacolo
di colore di blu, giallo e rosso,
bianco e anche misto bianco e nero,
ornati con sette pietre preziose.

C’erano bellissime figure di uccelli,
bestie e loti, decorate
con la luna e il sole,
punteggiate da costellazioni di stelle.

Erano ricoperte da una rete d’oro,
con campanelle d’oro.
Quelle ghirlande d’oro cantavano
con la forza del vento, deliziando la mente.

Una ghirlanda di bandiere era issata,
dipinta in uno spettro di colori:
alcune cremisi chiaro, altre rosso intenso,
fulvo, giallo e giallastro.

Numerose e molte centinaia
di lastre erano fatte d’argento,
di cristallo, di rubino
e anche di occhio di gatto.

Su diversi sofà erano stese
morbide mussole di Benares,
tappeti, seta pregiata e stoffe dalla Cina,
tessuti leggeri e indumenti gialli.
Tutti questi vari tappeti
li ho posati su di essi con la mia mente.

Su questo e quell’altro piano,
ornato da rifugi di gemme,
sono state portate e fissate
fiaccole effulgenti di gemme.

Colonne e pilastri erano splendidi,
e bellissimi portali dorati
fatti di oro speciale e legni duri,
e anche d’argento.

Finestre varie, ben proporzionate;
dipinti ornavano le porte,
con “vasi dell’abbondanza”
su entrambi i lati, pieni di loti e gigli.

Evocai tutti i Buddha del passato,
i Sommi Maestri e le loro Assemblee,
con le loro forme e carnagioni naturali,
e tutti i loro seguaci.

Entrati dalla porta,
tutti i Buddha e i seguaci
si sedettero su poltrone d’oro
e formarono un eccelso cerchio.

Quei Buddha che vivono nel qui e ora,
che non hanno rivali nel mondo,
e quelli che hanno vissuto in tempi passati:
li ho riuniti tutti nel mondo.

Buddha solitari, molte centinaia,
Illuminati, Tathagata,
e quelli che vissero in tempi passati:
li ho riuniti tutti nel mondo.

C’erano molti alberi dei desideri
sia umani che divini.
Dopo aver sistemato tutte le stoffe,
offrii a ciascuno di loro la triplice veste.
Poi, riempiendo delle belle ciotole di gemme,
ho fatto loro l’elemosina:

cibi teneri e cibi solidi,
cibi e bevande ben preparati
e di ottimo sapore.

Dopo aver ricevuto vesti di stoffe pregiate,
come abiti divini,
miele e zucchero,
olio di sesamo e succo di canna da zucchero,
con riso al latte, ognuno di loro soddisfatto,
formava un eccelso cerchio.

Entrati in una sala adornata con gioielli
come dei leoni nella loro tana,
si posero su cuscini di inestimabile valore
nella posizione del leone dormiente.

Alzandosi mentalmente, si sono
poi seduti a gambe incrociate su quei cuscini,
colmi di gioia per gli stati alterati,
il nutrimento di tutti i Buddha.

Alcuni predicavano le loro dottrine,
altri si divertivano con i prodigi.
Altri applicavano conoscenze speciali,
maestri di conoscenze speciali.

Altri si trasformavano
in varie forme.
I Buddha interrogavano i Buddha
sulla portata dell’onniscienza.

Comprendendo questioni profonde e astruse,
raggiunsero il Risveglio.
I seguaci ponevano domande ai Buddha;
i Buddha ponevano domande ai seguaci.

Interrogandosi l’un l’altro,
si davano reciprocamente delle risposte.
I Buddha e i Buddha solitari,
i seguaci e gli assistenti, che si dilettavano
nelle pratiche di devozione,
si godevano il palazzo.

Si portino sopra la testa ombrelli
avvolti da reti di perle,
uniti ad altre reti d’oro,
d’argento e di gemme.

Ci siano tende di stoffa,
decorate con stelle d’oro e
con varie ghirlande;
siano tutte portate sopra la testa.

Si stendano corone di fiori e
si abbelliscano con corone profumate;
si costellino corone di stoffa
ornate con corone di gemme.

Ccosparsi di svariati fiori,
e profumati con fragranze inebrianti,
segnati con speciali palme profumate,
e ricoperti d’oro.

Lasciate che gli stagni di loto si estendano
nelle quattro direzioni, pieno di loti e gigli,
come se fossero oro,
che trasudano polline di loto.

Che tutti gli alberi intorno
rendano il palazzo fiorito.
E la sera lasciate che quei fiori
sprigionino dolci profumi, inondando il regno.

Che i pavoni inizino a danzare
al canto dei cigni celesti,
e che i cuculi creino melodie:
ovunque c’era un coro di uccelli.

Che tutti i tamburi suonino ora;
che tutti gli strumenti a corda suonino.
Che tutti i cori abbiano inizio
su ogni lato del palazzo.

Che ci siano giacigli d’oro —
grandi e luminosi,
puri, con pietre preziose —
in tutto il regno dei Buddha,
e nell’universo dell’aldilà.

Si accendano le lampade;
più di diecimila
brucino tutte come un’unica fiamma.
Che danzino le cortigiane e le danzatrici,
e schiere di ninfe celesti.
Lasciate che mettano in scena vari spettacoli
su tutti i lati del palazzo.

In cima all’albero o sulla montagna
o sulla vetta del Monte Sineru,
sto issando tutte le bandiere,
decorate e a cinque colori.

Che la gente, i deva serpenti, le ninfe della musica
e anche tutti i deva si presentino;
in segno di omaggio, a mani giunte,
al palazzo.

Qualsiasi cosa sia un karma salutare,
quali azioni dovevano essere da me compiute,
con il corpo, la parola e la mente,
le ho ben compiute per raggiungere il mondo celeste.

Tutti gli esseri che hanno coscienza
e anche quelli senza coscienza,
che ognuno di loro riceva
il frutto del merito da me compiuto.

Quello che ho fatto era ampiamente noto;
ho donato il frutto di quella buona azione
e i deva lo hanno reso noto
a tutti coloro che ne erano all’oscuro.

Che tutti gli esseri in tutti i mondi
le cui vite dipendono dal cibo
possano ricevere, tramite la mia mente,
tutte le cose appetitose da mangiare!

Con la mia mente sono state fatte queste elemosine,
con la mia mente è stato costruito il palazzo,
e allo stesso modo sono stati adorati tutti
i Buddha, gli asceti e i seguaci.

Grazie a quel karma salutare,
con intenzione e ferma volontà,
abbandonato il mio corpo umano
sono rinato nel mondo Tāvatiṁsa.

Sono testimone di due tipi di rinascita,
come umano e come deva.
Non sono testimone di altri stati:
questo è il frutto di desideri mentali.

Tra i deva sono il capo;
tra gli uomini sono il sovrano.
Dotato di bellezza e di buoni meriti,
in conoscenza non ho rivali.

Cibi saporiti di diversi tipi
e favolose gemme preziose,
così come abiti di vario tipo,
mi appaiono rapidamente dal cielo.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
mi appaiono cibi divini.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutte le gemme vengono a me.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutti i profumi vengono a me.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutti i veicoli vengono a me.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutte le ghirlande vengono a me.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutti gli ornamenti vengono a me.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutte le fanciulle vengono a me.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutto lo zucchero viene a me.

In pianura, così su una montagna,
nell’aria, nell’acqua o nei boschi,
ogni volta che stendo la mano,
tutti i cibi solidi vengono a me.

Per raggiungere il Risveglio supremo
ho fatto molti doni eccellenti
ai poveri e agli zingari,
ai mendicanti e ai viandanti.

Facendo ruggire le montagne rocciose,
facendo ruggire le folte colline,
facendo sorridere il mondo con i suoi deva,
sono un Buddha nel mondo.

Non c’è fine all’errare
per il mondo nelle dieci direzioni.
E in questo quarto di mondo
i campi dei Buddha non si contano.

Il mio miracolo dei due raggi
è splendido e molto conosciuto.
In esso appare una scia di fiamme
e si produce una grande effulgenza.

In tanti universi,
che tutte le persone mi possano lì vedere.
Che siano tutti molto felici
e mi seguano come esempio.

Battete il tamburo dell’assenza di morte
con il suo suono dolce e distinto.
Che tutte le persone in quello spazio
ascoltino bene il canto mieloso.

Che tutti loro siano puri su cui
piove la nube del Dhamma;
che anche gli esseri umili
possano entrare nella corrente.

Ho offerto i doni che si devono offrire,
adempiendo pienamente ai precetti.
Con il perfetto disincanto,
ho raggiunto il Risveglio supremo.

Dopo aver chiesto ai saggi,
dopo aver fatto sforzi estremi,
dopo aver raggiunto una perfetta quiete,
il supremo Risveglio è stato raggiunto.

Rafforzando la mia volontà,
ho realizzato la perfezione della verità.
Dimorando nell’amore perfetto,
ho raggiunto il Risveglio supremo.

Nell’ottenere e nel non ottenere,
nel dolore o nel piacere,
nel disprezzo o nella fama,
si raggiunge ovunque il supremo Risveglio.

Guardando la pigrizia con timore
e con amore lo sforzo,
essere tra coloro che si sforzano con fede;
questo è il consiglio dei Buddha.

Guardando i conflitti con timore
e con amore la pace,
unitevi in armonia;
questo è il consiglio dei Buddha.

Guardando la negligenza con timore
e con amore l’attenzione,
coltivate ora l’Ottuplice Sentiero;
questo è il consiglio dei Buddha.

Molti Buddha si riuniscono
e anche tutti gli arahant.
Rendete omaggio nell’adorare
i Buddha e gli arahant.

Pertanto i Buddha non possono essere insondati;
insondabile è il loro Insegnamento.
Insondabile è il risultato del piacere
per ciò che non può essere compreso.

Così il Beato pronunciò il breve discorso sul Dhamma chiamato “La leggenda dei Buddha”, che era frutto della sua condotta di Buddha.

La Leggenda dei Buddha è stata completata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Jonathan S. Walters. Whitman College, 2017, Legends of the Buddhist Saints (Apadāna).
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Apadana