“Monaci, non meditate in modo negativo e non salutare: ‘Il mondo è eterno’ o ‘Il mondo non è eterno’; o ‘Il mondo è finito’ o ‘Il mondo è infinito’; o ‘L’anima e il corpo sono la stessa cosa’ o ‘L’anima è una cosa, il corpo è un’altra’; o ‘Il Tathagata esiste dopo la morte’, o ‘Il Tathagata non esiste dopo la morte’, o ‘Il Tathagata esiste e non esiste dopo la morte’, o ‘Il Tathagata né esiste né non esiste dopo la morte’. Perché? Perché, monaci, questa meditazione non è utile, non è rilevante per i fondamenti della vita ascetica e non porta alla ripugnanza, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla conoscenza diretta, all’illuminazione, al Nibbāna.
Quando meditate, monaci, dovreste meditare: ‘Questa è la sofferenza’; dovreste meditare: ‘Questa è l’origine della sofferenza’; dovreste meditare: ‘Questa è la cessazione della sofferenza’; dovreste meditare: “Questo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza’. Perché? Perché, monaci, questa meditazione è benefica, pertinente ai fondamenti della vita ascetica, e conduce alla ripugnanza, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla conoscenza diretta, all’illuminazione, al Nibbāna.
Perciò, monaci, bisogna sforzarsi di comprendere: ‘Questa è la sofferenza’… Bisogna sforzarsi di comprendere: ‘Questo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza.'”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Connected Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2000). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya