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Pc 87: Mañcapīṭha – Letti e panche

… a Sāvatthī, nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. In quel momento il venerabile Upananda, figlio dei Sakya, era sdraiato su un letto alto. Il Signore, mentre visitava le dimore insieme ad alcuni monaci, si avvicinò alla dimora del venerabile Upananda, figlio dei Sakya. Il venerabile Upananda, figlio dei Sakya, vide il Signore arrivare da lontano e, vedendolo, disse così al Signore: “Signore, lasciate che il signore venga, fatelo sdraiare sul mio letto.”
Il Signore, tornato indietro, si rivolse ai monaci dicendo: “Monaci, bisogna parlare a quello stolto della sua dimora.”
Poi il Signore, dopo aver rimproverato in molti modi il venerabile Upananda, figlio dei Sakya, per il suo modo di vivere… “… E così, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così enunciata:
“Se si costruisce un nuovo letto o una nuova panca per un monaco, le gambe devono essere realizzate con un’altezza di otto dita, secondo la misura accettata, eccetto che per le estremità annodate in basso. Se si supera questa misura, c’è una colpa da espiare e la distruzione del mobile.”

Nuovo significa: è così chiamato in riferimento alla realizzazione.
Letto significa: ci sono quattro (tipi di) letti: uno lungo, uno con le doghe, uno con le gambe curve, uno con le gambe smontabili.
Panca significa: ci sono quattro (tipi di) panche: una lunga, una con le doghe, una con le gambe curve, una con le gambe smontabili.
Si costruisce significa: fare o far fare.
Le gambe devono essere fatte alte otto dita secondo la misura accettata, a parte le estremità annodate sotto significa: mettere da parte le estremità annodate sotto. Se lo realizza o lo fa realizzare in misura superiore a questa (misura), c’è una colpa di cattiva condotta; avendolo ridotto dopo averlo ricevuto, c’è una colpa da espiare.
Se ciò che è stato eseguito in modo incompleto da lui stesso è stato terminato da lui stesso … (vedi Pc 86) … Se fa terminare ad altri ciò che è stato eseguito in modo incompleto da altri, c’è una colpa da espiare. Se lo fa o lo fa fare a un altro, c’è una colpa da espiare. Se, avendo ricevuto ciò che è stato fatto per un altro, ne fa uso, c’è una colpa da espiare.

Non c’è colpa se lo fa nella (giusta) misura; se lo fa inferiore alla (giusta) misura; se, avendo ricevuto ciò che era stato fatto per un altro, (ma) eccedendo la (giusta) misura, dopo averlo tagliato, ne fa uso; se è pazzo, se è la prima colpa.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di I.B. Horner, The Book of the Discipline.
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPācittiya