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Np 26: Suttaviññatti – Chiedere del filo

Storia
Un tempo, quando il Buddha soggiornava a Rājagaha nel boschetto di bambù, alcuni monaci stavano confezionando delle vesti e chiesero del filo. Ma quando le loro vesti furono terminate, rimase molto filo. Dissero: “Bene, chiediamo ancora più filo e chiediamo ai tessitori di tessere la nostra veste.” Ma anche quando quella veste fu tessuta, rimase molto filo. Una seconda volta chiesero altro filo e fecero tessere ai tessitori la veste. Ancora una volta rimase molto filo. Una terza volta chiesero altro filo e fecero tessere ai tessitori la veste. La gente si lamentò e li criticò: “Come possono i monaci sakya chiedere del filo e poi farsi tessere la veste dai tessitori?”
I monaci ascoltarono le lamentele di quelle persone e si lamentarono e criticarono quei monaci: “Come hanno potuto quei monaci chiedere del filo e poi far tessere loro delle vesti?”
Dopo averli rimproverati in molti modi, i monaci ne parlarono al Buddha. Poco dopo egli riunì il Sangha e interrogò quei monaci: “È vero, monaci, che avete fatto questo?”
“È vero, signore.”
Il Buddha li rimproverò… “Stolti, come avete potuto fare questo? Questo influenzerà la fede della gente…” … “E, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata:

Giudizio finale
“Se un monaco chiede del filo e poi si fa tessere la veste da tessitori, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.”

Definizioni
A:
chiunque …
Monaco:
… Il monaco che ha ricevuto l’ordinazione completa da un Sangha unanime attraverso una procedura legale che consiste in una mozione e tre avvisi, che è irreversibile e adatta a rimanere – questo tipo di monaco è inteso in questo caso.
Filo:
ci sono sei tipi di filo: lino, cotone, seta, lana, canapa.
Tessitori:
Se la fa tessere da tessitori, per ogni sforzo c’è un atto di cattiva condotta. Quando ottiene la veste, questa diventa soggetta a rinuncia. La veste deve essere ceduta a un Sangha, a un gruppo o a un individuo. “E, monaci, dovrebbe essere ceduta in questo modo: “Venerabili, questa veste, che ho fatto tessere ai tessitori dopo aver chiesto io stesso il filo, deve essere ceduta. La cedo al Sangha. … il Sangha dovrebbe dare… voi dovreste dare… Vi restituisco questa veste.”

Permutazioni
Se l’ha fatta tessere e riconosce di averlo fatto, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se l’ha fatta tessere, ma non ne è sicuro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se l’ha fatta tessere, ma non se ne rende conto, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se non l’ha fatta tessere, ma percepisce che l’ha fatto, commette una colpa di cattiva condotta. Se non l’ha fatta tessere, ma non ne è sicuro, commette una colpa di cattiva condotta. Se non l’ha fatta tessere e non percepisce di averla fatta, non c’è colpa.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se è per cucire una veste; se è per una cinghia da schiena e da ginocchio; se è per una cintura; se è per una tracolla; se è per una borsa a forma di ciotola; se è per un filtro per l’acqua; se è da parte di parenti; se è da parte di chi ha fatto un invito; se è a beneficio di qualcun altro; se è per mezzo della propria proprietà; se è pazzo; se è la prima colpa.
La regola di pratica sulla richiesta di filo, la sesta, è terminata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Nissaggiya Pācittiya