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Np 19: Rūpiyasaṁvohāra – Commerciare con il denaro

Storia
Un tempo il Buddha soggiornava a Sāvatthī nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. A quel tempo alcuni monaci si dedicavano a vari tipi di commercio che comportavano l’impiego di denaro. La gente si lamentava e li criticava: “Come possono i monaci sakya dedicarsi a commerci che coinvolgono il denaro? Sono proprio come i capifamiglia che si abbandonano ai piaceri del mondo!”
I monaci ascoltarono le lamentele di quelle persone e si lamentarono e criticarono quei monaci: “Come possono quei monaci fare questo?”
Dopo aver rimproverato quei monaci in molti modi, ne parlarono al Buddha. Poco dopo egli riunì il Sangha e interrogò quei monaci: “È vero, monaci, che fate questo?”
“È vero, signore.”
Il Buddha li rimproverò… “Stolti, come potete fare questo? Questo influenzerà la fede della gente…” … “E, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata”:

Giudizio finale
“Se un monaco si dedica a vari tipi di commercio che coinvolgono il denaro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.”

Definizioni
A:
chiunque …
Monaco:
… Il monaco che ha ricevuto l’ordinazione completa da un Sangha unanime attraverso una procedura legale che consiste in una mozione e tre avvisi, che è irreversibile e adatta a rimanere – questo tipo di monaco è inteso in questo caso.
Vari tipi:
ciò che è materiale, ciò che non è materiale e ciò che è sia materiale che non materiale.
Ciò che è materiale:
ciò che è destinato alla testa, ciò che è destinato al collo, ciò che è destinato alle mani, ciò che è destinato ai piedi, ciò che è destinato alla vita.
Denaro:
una moneta di kahāpaṇa d’oro, una moneta di māsaka di rame, una moneta di māsaka di legno, una moneta di māsaka di resina – qualsiasi cosa sia usata nel commercio.
Coinvolge:
se commercia ciò che è materiale con ciò che è materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se commercia ciò che non è materiale con ciò che è materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se commercia ciò che è sia materiale che non materiale con ciò che è materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se commercia ciò che è materiale con ciò che non è materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se commercia ciò che non è materiale con ciò che non è materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se commercia ciò che è sia materiale che non materiale con ciò che non è materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se commercia ciò che è materiale con ciò che è sia materiale che non materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se commercia ciò che non è materiale con ciò che è sia materiale che non materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se commercia ciò che è sia materiale che non materiale con ciò che è sia materiale che non materiale, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Dovrebbe essere ceduto insieme al Sangha. “E, monaci, dovrebbe essere ceduto in questo modo. Dopo essersi avvicinato al Sangha, il monaco deve mettersi la veste superiore su una spalla e portare rispetto ai monaci anziani. Dovrebbe poi accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire: “Venerabili, mi sono impegnato in vari tipi di commercio che coinvolgono il denaro. Devo rinunciare a questo. Lo cedo al Sangha.”
Dopo averlo ceduto, deve confessare la colpa. La confessione deve essere accolta da un monaco competente e capace.
Se è disponibile un addetto al monastero o un seguace laico, bisogna dirgli: “Controlla questo”. Se dice: “Cosa posso darti con questo?”, non si deve dire: “Dammi questo o quello”; si deve indicare ciò che è permesso: ghee, olio, miele o sciroppo. Se fa un acquisto e riporta ciò che è consentito, tutti possono goderne, tranne chi ha fatto la compravendita in denaro.
Se questo è ciò che accade, tutto va bene. In caso contrario, gli si deve dire: “”Gettalo via”. Se lo getta via, tutto va bene. Se non lo fa, si deve nominare un monaco che abbia cinque qualità come responsabile del denaro: uno che non sia influenzato dal desiderio, dalla cattiva volontà, dalla confusione o dalla paura e che sappia cosa è stato gettato via e cosa non è stato gettato via.
“E, monaci, ecco come dovrebbe essere nominato. Prima si dovrebbe chiedere al monaco e poi un monaco competente e capace dovrebbe informare il Sangha:
‘Per favore, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Se il Sangha lo ritiene appropriato, dovrebbe nominare il monaco tal dei tali come responsabile del denaro.” Questa è la mozione: “Per favore, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Il Sangha nomina il monaco tal dei tali come responsabile del denaro. Tutti i monaci che sono d’accordo nel nominare il monaco tal dei tali come responsabile del denaro devono rimanere in silenzio. I monaci che non sono d’accordo devono parlare.
Il Sangha ha nominato il monaco tal dei tali come responsabile del denaro. Il Sangha approva e quindi tace. Lo ricorderò così.”
Il monaco incaricato dovrebbe gettarlo via senza prendere nota di dove. Se prende nota del luogo in cui lo getta via, commette una colpa di cattiva condotta.

Permutazioni
Se è denaro, e lo percepisce come tale, e lo commercia per denaro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se è denaro, ma non ne è sicuro, e lo commercia per denaro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se è denaro, ma non lo percepisce come tale, e lo commercia per denaro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se non è denaro, ma lo percepisce come tale e lo commercia per denaro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se non è denaro, ma non ne è sicuro, e lo commercia per denaro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se non è denaro e non lo percepisce come tale, ma lo commercia per denaro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se non è denaro, ma lo percepisce come tale, commette una colpa di cattiva condotta. Se non è denaro, ma non ne è sicuro, commette una colpa di cattiva condotta. Se non è denaro e non lo percepisce come tale, non c’è colpa.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se è pazzo; se è la prima colpa.
La regola di pratica sulle compravendite di denaro, la nona, è terminata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Nissaggiya Pācittiya