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La caratteristica dell’attaccamento (lobha)

Le coscienze (citta) sono di vari tipi. Esse possono essere classificate in coscienze negative (akusala citta), coscienze positive (kusala citta), coscienze che sono l’effetto (vipaka citta) e coscienze che non sono né causa né effetto (kiriya citta).
Tutti questi tipi di coscienza sorgono ogni giorno, ma noi non ce ne accorgiamo. Il più delle volte non sappiamo quale tipo di coscienza è sorta, akusala, kusala, vipaka, kiriya. Se impariamo a discernere la nostra mente avremo molta più conoscenza di noi stessi e degli altri.

Le persone possono credere positivo ciò che è negativo e così accumulare negatività senza saperlo.
Dovremmo sapere la differenza tra ciò che è positivo (kusala) e ciò che è negativo (akusala).
Il termine “kusala” (qui tradotto con ciò che è positivo) ha molti significati; può significare “salutare”, “puro”, “che produce felici risultati”.

Quando produciamo generosità (dana), virtù (sila) e sviluppo mentale (bhavana), la coscienza è positiva (kusala citta). Tutti i diversi tipi di purezza come apprezzare le buone azioni degli altri, aiutare gli altri, gentilezza, rispetto, osservare i precetti, studiare o insegnare il Dhamma, praticare la meditazione di calma (samatha) e di visione profonda (vipassana) fanno parte del raggio d’azione della generosità (dana), della virtù (sila) e dello sviluppo mentale (bhavana). Ogni azione posiitiva porterà un risultato piacevole.

Azioni negative, di conseguenza,, produrranno risultati negativi. Nessuno desidera avere risultati negativi, ma molte persone ignorano le cause che portano a risultati negativi. Quando studiamo l’Abhidhamma impariamo che ci sono tre gruppi di coscienze negative (akusala citta), e cioè:

  1. coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta)
  2. coscienze radicate nell’avversione (dosa-mula-citta)
  3. coscienze radicate nell’ignoranza (moha-mula-citta)

L’ignoranza (moha) sorge con ogni coscienza negativa (akusala citta). Le coscienze negative radicate nell’attaccamento in genere hanno due radici: attaccamento ed ignoranza.
Il termine Pali “lobha” è anche tradotto come “avidità” o “brama”. Inoltre può essere tradotto da parole diverse, poiché vi sono vari gradi di attaccamento. L’attaccamento può essere grossolano, medio o sottile. La maggior parte delle persone riesce a riconoscere l’attaccamento quando è molto palese, ma non nei suoi aspetti più nascosti. Per esempio, riusciamo a riconoscere l’attaccamento quando abusiamo nel mangiare un pasto squisito, o quando siamo schiavi dell’alcol o del fumo.

Le coscienze sorgono e si dissolvono rapidamente e non riusciamo a capire quando sorge l’attaccamento per ciò che sperimentiamo nella vita quotidiana attraverso le sei porte dei sensi, specialmente se il grado di attaccamento non è così intenso come l’avidità o la cupidigia. Ogni volta che vi è una visione o un suono, un odore, un sapore o una sensazione tattile è facile che sorga l’attaccamento. Esso sorge svariate volte durante una giornata.
L’appagamento dei piaceri sensuali non è vera felicità. Coloro che non conoscono gli insegnamenti del Buddha possono credere che l’attaccamento sia positivo, specialmente quando sorge con una sensazione piacevole. Costoro non riescono a riconoscere la differenza tra attaccamento e gentilezza amorevole (metta), fenomeni che possono sorgere entrambi con una sensazione piacevole. Comunque, una coscienza (citta) accompagnata da sensazione piacevole non è necessariamente una coscienza positiva (kusaka citta).

Il Buddha dimostrò che l’attaccamento reca sofferenza.

Difficilmente accettiamo la vita come realmente è: nascita, vecchiaia, malattia e morte. Non riusciamo a sopportare la realtà che il nostro corpo o il corpo dei nostri cari diventerà un cadavere. Accettiamo la nascita, ma non la conseguenza della nascita, cioè vecchiaia, malattia e morte. Desideriamo ignorare l’impermanenza di tutte le realtà condizionate.

Credendo che il corpo abbia un Sé è una forma di falsa visione o credo, in Pali: ditthi. Ditthi è un fattore mentale (cetasika) che può sorgere con coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta).

Vi sono otto tipi di coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta) e di questi quattro sono accompagnati da falsa visione (ditthi). Quando una coscienza radicata nell’attaccamento (lobha-mula-citta) sorge in quell’attimo vi è falsa visione.
Vi sono diversi tipi di falsa visione (ditthi). Il credere in un Sé è uno di essi. Alcune persone credono che vi sia un Sé esistente in questa vita e che continuerà ad esistere dopo la morte (Eternalismo). Altre credono in un Sé che, esistente solo in questa vita, sarà annichilito dopo la morte (Nichilismo). Un’altra forma di falsa visione (ditthi) è il credere che non vi sia un kamma che produce dei risultati o frutti (vipaka), che le azioni non recano nessun effetto.

Degli otto tipi di coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta) quattro tipi sorgono con falsa visione (ditthi). Essi sono chiamati in Pali: ditthigata-sampayutta (sampayutta significa: associata con). Quattro tipi di coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta) sorgono senza falsa visione. Sono dette ditthigata-vippayutta (vippayuta significa: dissociata da).
Dei quattro tipi di coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta) accompagnate da falsa visione (ditthi), due sorgono con una sensazione piacevole (somanassa), cioè sono accompagnate da una sensazione piacevole (somanassa-sahagata); e due sorgono con una sensazione neutra (upekkha), cioè accompagnate da una sensazione neutra (upekkha-sahagata).

Nel classificare le coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta) vi sono altre distinzioni da fare. Le coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta) possono essere spontanee (asakharika) o indotte, non spontanee (sasankharika).

Gli otto tipi di coscienze radicate nell’attaccamento (lobha-mula-citta) sono:

  1. Accompagnata da sensazione piacevole, con falsa visione, spontanea
    (Somanassa-sahagatam ditthigata, sampayuttam, asankharikam ekam)
  2. Accompagnata da sensazione piacevole, senza falsa visione, indotta
    (Somanassa-sahagatam, ditthigata-sampayuttam, sassankharikam ekam)
  3. Accompagnata da sensazione piacevole, senza falsa visione, indotta
    (Somanassa-sahagatam, ditthigata-vippayuttam, asankharikam ekam)
  4. Accompagnata da sensazione piacevole, senza falsa visione, spontanea
    (Somanassa-sahagatam, ditthigata-vippayuttam, sasankharikam ekam)
  5. Accompagnata da sensazione neutra, con falsa visione, spontanea
    (Upekkha-sahagatam, ditthigata-sampayuttam, asankharikam ekam)
  6. Accompagnata da sensazione neutra, con falsa visione, inndotta
    (Upekkha-sahagatam, ditthigata-sampayuttam, sasankharikam ekam)
  7. Accompagnata da sensazione neutra, senza falsa visione, spontanea
    (Upekkha-sahagatam, ditthigata-vippayuttam, asankharikam ekam)
  8. Accompagnata da sensazione neutra, senza falsa visione, indotta
    (Upekkha-sahagatam, ditthigata-vippayuttam, sasankharikam ekam)

Abbiamo visto che l’attaccamento (lobha) spesso è motivato dalle azioni più comuni della nostra vita quotidiana.

(Nina Van Gorkom, Abhidhamma in daily life, cap. IV. Traduzione di Enzo Alfano.)