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Kv 9.9: Nayathācittassavācātikathā – Sulla parola conforme al pensiero

Punto controverso: La parola non è conforme al pensiero.

Commentario: Poiché è stato detto: “Il pensiero applicato e discorsivo è produttivo di parola”, alcuni – per esempio i Pubbaseliya – sostengono che i suoni possono verificarsi anche quando la cognizione procede senza l’intervento dei sensi, perché consistono semplicemente in “fremiti” [o irradiazioni] dell’applicazione iniziale e prolungata della mente. I Theravada affermano che se il suono può essere così specializzato, ogni proprietà mentale emetterebbe i propri suoni peculiari. In caso contrario, non si può parlare di cognizione uditiva di un suono che è solo una questione di intelletto e non un oggetto di senso. Ma l’affermazione (del Buddha): “Sentendo un suono, un’irradiazione dell’applicazione iniziale della mente, egli rivela” … mostra che esiste anche una coscienza uditiva. 

Theravāda: Se è così, allora a maggior ragione la parola non si accorda né con il contatto mentale, né con la sensazione, né con la percezione, né con la formazione mentale, né con alcuna proprietà della coscienza. Ma di certo, come concordate, è vero il contrario.
Dovete, ancora una volta, negare che la parola sia in accordo con l’inserzione, l’ideazione, l’applicazione coordinata, la volontà, l’intenzione, la finalità – cosa che non farete, essendo vero il contrario.
Ammettete che la parola provocata dal pensiero è coesistente, e nella sua origine, con il pensiero. Eppure questo è in contraddizione con la vostra tesi.
Inoltre, vi impegnate a sostenere che si parla di ciò che non si vuole parlare, si discute, ci si rivolge agli altri, si conversa di ciò che non si vuole. Sicuramente è vero il contrario.

Pubbaseliya: Voi dite che sono in errore, ma dovete ammettere che le persone possono parlare, discorrere, rivolgersi agli altri, conversare su qualcosa di diverso da ciò che sta occupando la loro mente. Quindi la mia tesi è valida.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu