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Kv 9.11: Atītānāgatasamannāgatakathā – Sul passato, futuro e presente

Punto controverso: Se un’esperienza passata o futura sia effettivamente vissuta.

Commentario: Poiché chiunque, quando si propone di andare in una direzione, può andare altrove, alcuni – per esempio i Pubbaseliya – sostengono che l’azione non è in accordo o conforme con il pensiero o conseguente ad esso. 

Theravāda: Ma il passato non è forse estinto, scomparso, cambiato, finito, concluso? E il futuro non è forse non nato, non ancora diventato, non ancora nato, non prodotto, non realizzato, non manifestato? Come si può dunque chiamare l’uno o l’altro qualcosa che è effettivamente vissuto?
Chi possiede un aggregato materiale o corporeo presente è anche in possesso di un aggregato corporeo passato e futuro? Allora dovete ammettere tre aggregati corporei. Allo stesso modo, se è effettivamente in possesso di cinque aggregati passati e cinque futuri, oltre a cinque aggregati corporei e mentali presenti, dovete ammettere quindici aggregati… .
Un’argomentazione simile si applica agli organi e agli oggetti di senso, ai diciotto elementi, ai ventidue poteri di controllo.

Andhaka: Ma non ci sono forse coloro che, meditando sugli otto stadi della liberazione, possono indurre i quattro Jhāna a loro piacimento, possono acquisire i quattro gradi seriali? Allora è giusto dire che si può avere il possesso attuale delle cose passate e future?

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu