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Kv 7.5: Paribhogamayapuññakathā – Sull’utilità

Punto controverso: Il merito aumenta con l’utilità.

Commentario: Alcuni, come i Bajagirika, i Siddhattika e i Sammitiya, interpretando in maniera superficiale alcuni Sutta, dichiarano che esiste il merito ottenuto con l’utilità.

Theravāda: Con la vostra tesi affermate che le altre esperienze mentali sono quantità crescenti: che il contatto, la sensazione, la percezione, la formazione mentale, la cognizione, la fede, l’energia, la consapevolezza, la concentrazione, la conoscenza, possono continuare a crescere, cosa che negate… E che il merito continua a crescere proprio come cresce un rampicante, una liana, un albero, un’erba o una sterpaglia, cosa che negate… .
Inoltre, affermando ciò, ammettete anche che un donatore acquisisce merito quando, dopo aver fatto il suo dono, non lo considera ulteriormente? È così. Ma questo significa, in altre parole, che il merito spetta a chi non fa consapevolmente attenzione, non medita, non considera, non assiste, non delibera, non anticipa, non mira. Non è forse vero il contrario? Lei è d’accordo. Allora è sbagliato dire che il merito cresce con l’utilità. Inoltre, nell’affermare la vostra tesi, ammettete anche che possa acquisire merito chi, nel fare un dono, nutre pensieri sensuali, malevoli o crudeli? “Sì”, rispondete. Allora abbiamo qui una combinazione di due contatti, sensazioni, percezioni, formazioni mentali, cognizioni? No? Pensate! “Sì”, rispondete. Allora state sostenendo che il bene e il male, il colpevole e l’innocente, il meschino e il nobile, il cattivo e il chiaro stato mentale possono coesistere nello stesso momento. Voi negate. Ripensateci! “Sì”, rispondete ora. Ma non è stato detto dall’Eccelso che: “Ci sono quattro cose, monaci, molto lontane l’una dall’altra. Quali quattro? Il cielo e la terra, la riva dell’oceano di qua e di là, dove sorge il sole e dove tramonta, la Legge dei buoni e quella dei malvagi.

“Lontano è il cielo e lontana da esso si trova la terra;
lontana è anche l’altra riva dell’oceano, dicono;
e da dove sorge il sole radioso all’alba,
e dove va, creatore di luce, verso la sua fine.

Ma più di tutto questo separa, dicono,
la Legge della vita dei buoni e quella dei cattivi.
La solidarietà dei buoni non può mai morire,
fedele alla sua natura finché dura.

Ma il rapporto dei cattivi si dissolve rapidamente.
Perciò la Legge del bene è lontana da quella del male.”

Perciò è sbagliato dire che il bene e il male, eccetera, stati mentali, coesistono fianco a fianco in chiunque.

Rājagirika, Siddhatthika, Sammitiya: Ma, se la vostra obiezione è giusta, non è stato detto dall’Eccelso?

“Chi pianta foreste e boschi ombrosi,
chi costruisce strade rialzate e ponti,
chi costruisce pozzi e abbeveratoi,
e chi offre dimore agli asceti:
di costoro, di giorno e di notte, cresce sempre il merito.

Nella forza della rettitudine e della virtù,
tali persone rinasceranno in mondi celesti”?

Perciò il merito continua a crescere con l’utilità.
Inoltre, non è stato detto dall’Eccelso che: “Monaci, ci sono queste quattro flussi di merito e di bene, fonti di felicità e di rinascite beate, che conducono alla felicità, che conducono alla vita celeste, che conducono a ciò che è desiderabile, piacevole e dolce, al benessere e alla felicità. Quali quattro? Quando un monaco, godendo dell’uso delle vesti, o del cibo elemosinato, o del rifugio, o delle cure mediche che gli sono state date, è in grado di raggiungere e di dimorare in un’infinita concentrazione mentale, per chi offre ognuno di questi quattro doni è un flusso infinito di meriti e di bene”?
Quindi il merito cresce con l’utilità.

Theravāda: Voi continuate a sostenere la vostra tesi. Ora, un donatore che ha fatto un dono acquisisce un merito quando il ricevente, dopo aver accettato il dono, lo getta via, lo abbandona? “Sì”, rispondete. Ma non si può dire che il merito di quel donatore continui a crescere.
O se, una volta accettato il dono, i re o i ladri se ne impossessano, o il fuoco lo brucia, o l’acqua lo porta via, o gli eredi ostili lo riprendono? Vale lo stesso principio. Quindi il merito non dipende dall’utilità.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicata per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu