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Kv 7.10: Vipākovipākadhammadhammotikathā – Sui risultati come causa dei risultati

Punto controverso: Il “risultato” è esso stesso uno stato che comporta degli stati risultanti.

Commentario: Poiché un risultato [del karma] è in relazione con un altro risultato per via della reciprocità, alcuni, come gli Andhaka, ritengono che il risultato stesso sia necessariamente causa di altri risultati.

Theravāda: Se la vostra tesi fosse vera, equivale a dire che il risultato di quel risultato implica altri risultati, cosa che voi negate… Oppure, se affermate di sì, allora state affermando che non c’è una cessazione della sofferenza, non c’è una cessazione della nascita e della morte, non c’è un Nibbāna senza residui vitali, il che è contrario alla dottrina.
Inoltre, state affermando che “risultato” e “stato che comporta stati risultanti” sono termini identici, equivalenti, di un’unica entità, con lo stesso contenuto e la stessa origine?
Che sono concomitanti, coesistenti, congiunti, connessi, uno nell’origine, nella cessazione, nella base e nell’oggetto mentale? Tutto questo lo negate…
Inoltre, intendete dire che un dato stato mentale negativo è il suo stesso risultato, un dato stato positivo il suo stesso risultato? Che la coscienza con cui viviamo è la stessa coscienza con cui bruciamo negli inferi? Che la coscienza con cui facciamo un dono di merito è la stessa coscienza con cui gioiamo nei mondi celesti? … .

Andhaka: Voi negate la mia tesi; ma i “risultati del karma” non sono forse i quattro aggregati immateriali in relazione reciproca? Se è così, è sicuramente corretto dire che un risultato è uno stato mentale che deriva da altri stati mentali?

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu