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Kv 5.2: Asekhañāṇakathā – Sulla conoscenza di un adepto

Punto controverso: Un discente ha la conoscenza di un adepto.

Commentario: Questa è un’opinione dell’Uttarapathaka, e cioè che i discenti, come Ananda e altri, dimostravano con le loro dichiarazioni sull’Eccelso, ecc. di sapere chi erano gli adepti, [e quindi di comprendere quella conoscenza il cui possesso li rendeva adepti].

Theravāda: Allora affermate che il discente conosce, vede le idee dell’adepto, vive nel raggiungimento di averle viste, conosciute, realizzate, vive in contatto personale con esse. In caso contrario – e lo negate – non potete sostenere la vostra tesi.
Naturalmente riconosciamo che l’adepto conosce, vede le idee dell’adepto, vive nel raggiungimento… e così via. Ma, come avete ammesso, non potete attribuire questa conoscenza al discente.
La vostra tesi è che attribuite al discente la visione profonda di un adepto, ma negate che il discente conosca, veda le idee dell’adepto, ecc. Ma, avendo l’adepto anche la visione profonda dell’adepto, se egli è, in quanto a visione profonda, solo al livello del discente, dovete aggiungere che l’adepto non conosce, non vede le idee dell’adepto, non vive nel raggiungimento di averle viste, conosciute, realizzate, non vive in contatto personale con esse. Il che è assurdo, come voi stessi ammettete con la vostra negazione.
Siete pronti a negare che una persona che si trova in uno stadio inferiore del Sentiero abbia ancora la visione profonda dello stadio superiore, o che una persona esperta abbia ancora la visione profonda persino del primo stadio. Come potete dunque attribuire la visione profonda di coloro che hanno finalmente raggiunto la meta a coloro che ancora non l’hanno raggiunta?

Uttarāpathaka: Se la nostra tesi è sbagliata, allora come mai un discente, come Ānanda, conosceva la sublimità dell’Eccelso, o del venerabile Sāriputta, o del venerabile Moggallāna il Grande?

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidamma di 
Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu