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Kv 10.11: Aviññattidussilyantikathā – Sul non-segno in quanto immorale

Punto controverso: Gli atti che non indicano uno scopo morale sono immorali.

Commentario: Alcuni, come i Mahasanghika, sostengono questo punto di vista, basato sull’idea di un possibile accumulo di demerito [nel passato] e sul fatto che i precetti morali possono essere infranti per imposizione di altro.

Theravāda: Ma le condotte immorali – uccidere, rubare, fornicare, mentire, intemperanza – affermate che queste sono tante modalità di non-segno? Negate. (Allora sono segni, e alcuni atti immorali sono quindi segni di un proposito morale). Se qualcuno che fa la carità ha deciso di compiere un’azione cattiva, il suo merito e il suo demerito aumentano entrambi? Se si acconsente, si è coinvolti in due serie di procedure mentali. E se si acconsente a questa anomalia, si hanno contemporaneamente stati mentali buoni e cattivi, inferiori ed eccellenti, oscuri e radiosi, mentre in realtà, come ha detto l’Eccelso, essi sono distanti come la terra e il cielo, ecc. Lo stesso vale per tutte le cortesie mostrate da chi ha deciso di compiere un’azione malvagia.

Mahāsaṅghika: Ma un’azione malvagia, ammettete, era già stata decisa, quindi è giusto dire che gli atti di un pensiero morale sono immorali.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu