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Kd 4: Pavāraṇākkhandhaka – Invito

1. A disagio

Un tempo il Buddha soggiornava a Sāvatthī nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. A quel tempo, in un monastero nella regione del Kosala, alcuni monaci erano entrati insieme nella residenza della stagione delle piogge. Pensarono: “Come possiamo avere una residenza della stagione delle piogge confortevole, vivere in pace e armonia e ottenere il cibo elemosinato senza problemi?” Poi pensarono: “Non parliamo tra di noi. Chi torna per primo dal giro delle elemosine nel villaggio deve preparare i posti a sedere e mettere a disposizione uno sgabello, un raschietto per i piedi e l’acqua per lavarsi i piedi. Deve lavare la ciotola degli avanzi e rimetterla fuori, preparare l’acqua per bere e quella per lavarsi. Chi torna per ultimo dal giro delle elemosine può mangiare gli avanzi, oppure deve gettarli dove non ci sono piante coltivate o in acque prive di vita. Deve mettere a posto i sedili e anche lo sgabello, il raschietto per i piedi e l’acqua per lavare i piedi. Deve lavare la ciotola degli avanzi e metterla a posto, riporre l’acqua per bere e quella per lavarsi e spazzare la mensa.
Chi vede che il recipiente per l’acqua potabile, il recipiente per l’acqua per lavarsi o il recipiente per l’acqua nel bagno vuoto, deve riempirlo. Se non può farlo da solo, deve chiamare qualcuno con un segno della mano e riempirlo insieme. Non deve parlare per questo motivo. In questo modo avremo una residenza della stagione delle piogge confortevole, vivremo in pace e armonia e riceveremo l’elemosina senza problemi.”
E così fecero.
Era consuetudine che i monaci che avevano completato la residenza della stagione delle piogge andassero a trovare il Buddha. Così, quando i tre mesi erano finiti e avevano completato la residenza della stagione delle piogge, misero in ordine le loro dimore, presero le loro ciotole e le loro vesti e partirono per Sāvatthī. Quando arrivarono, si recarono al boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. Lì si avvicinarono al Buddha, si inchinarono e si sedettero.
Poiché è consuetudine dei Buddha salutare i monaci appena arrivati, il Buddha disse loro: “Spero che stiate bene, monaci. Spero che abbiate avuto una residenza della stagione delle piogge confortevole e armoniosa e che abbiate ricevuto il cibo elemosinato senza problemi.”
“Stiamo bene, signore. Abbiamo avuto una residenza della stagione delle piogge confortevole e armoniosa e abbiamo ricevuto il cibo elemosinato senza problemi.”
Quando i Buddha sanno cosa sta succedendo, a volte chiedono e a volte no. Sanno qual è il momento giusto per chiedere e quale quello per non chiedere. I Buddha chiedono quando è vantaggioso, altrimenti no, perché i Buddha sono incapaci di fare ciò che non è vantaggioso. I Buddha interrogano i monaci per due motivi: per dare un insegnamento o per stabilire una regola di pratica.
Così il Buddha disse a quei monaci: “In che modo, monaci, avete avuto una residenza della stagione delle piogge armoniosa e confortevole? E come avete ottenuto il cibo elemosinato senza problemi?”
Quando glielo dissero, il Buddha si rivolse ai monaci:
“Essendo disagio, questi stolti affermano vivere nel benessere. Vivendo insieme come animali, affermano di vivere nel benessere. Vivendo insieme come pecore, affermano di vivere in modo confortevole. Mentre vivono insieme come nemici, affermano di vivere nel benessere. Come possono questi stolti fare voto di silenzio, come i monaci di altre dottrine? Questo influirà sulla fede della gente.
Appena terminato la residenza della stagione delle piogge, dovete invitare i monaci a correggervi su tre cose: ciò che avete visto, sentito o sospettato.
Questo vi aiuterà a vivere insieme rettamente, vi aiuterà a liberarvi dalle colpe e vi aiuterà a dare priorità alla pratica. La cerimonia dell’invito dovrebbe svolgersi in questo modo. Un monaco esperto e capace dovrebbe informare il Sangha:
‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Oggi c’è la cerimonia dell’invito. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito.”
Il monaco più anziano deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire: ‘Invito il Sangha a correggermi su ciò che ha visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta, invito il Sangha a correggermi riguardo a ciò che ha visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la terza volta, invito il Sangha a correggermi riguardo a ciò che ha visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione.Se vedo una colpa, farò ammenda.’
Ogni monaco novizio deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire: ‘Invito il Sangha a correggermi su ciò che ha visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta invito il Sangha a correggermi riguardo a ciò che ha visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la terza volta invito il Sangha a correggermi riguardo a ciò che ha visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda.”
Poco dopo, alcuni monaci rimasero seduti mentre i monaci anziani invitavano alla correzione, accovacciandosi sui talloni.
I monaci si lamentarono e li criticarono: “Come possono quei monaci comportarsi in questo modo?”, lo dissero al Buddha. …
“È vero, signore.”
Il Buddha li rimproverò… “Come possono quegli stolti comportarsi in questo modo?” Questo influirà sulla fede della gente…”. Dopo averli rimproverati… diede un insegnamento e si rivolse ai monaci: “Non dovete rimanere seduti mentre i monaci anziani invitano alla correzione, accovacciati sui talloni. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta. Tutti devono accovacciarsi sui talloni durante la cerimonia dell’invito.”
In un’occasione, mentre era accovacciato sui talloni e aspettava che tutti finissero, un monaco anziano, debole per la vecchiaia, svenne e cadde.
Lo dissero al Buddha.
“Dovete accovacciarvi sui talloni fino a quando non avete invitato la correzione. Una volta invitata, potete sedervi.”

2. Violazione della cerimonia dell’invito

I monaci pensarono: “Quanti giorni dell’invito ci sono?”
“Ci sono due giorni dell’invito: il quattordicesimo e il quindicesimo giorno della metà del mese lunare.”
I monaci pensarono: “Quanti tipi di cerimonia dell’invito ci sono?”
“Ce ne sono quattro:
La cerimonia d’invito illegittima e con un’assemblea incompleta.
La cerimonia d’invito illegittima, ma con un’assemblea completa.
La cerimonia dell’invito legittima ma con un’assemblea incompleta.
La cerimonia dell’invito legittima e con un assemblea completa.
La prima, la seconda e la terza non dovrebbero essere fatte; non ho permesso tali cerimonie. La quarta dovrebbe essere fatta; ho permesso tali cerimonie. Pertanto, monaci, dovreste esercitarvi in questo modo: ‘Faremo le cerimonie dell’invito legittime e con un’assemblea completa.’”

3. Il permesso di trasmettere l’invito

Il Buddha si rivolse ai monaci: “Radunatevi, monaci, perché il Sangha faccia la cerimonia dell’invito.” Un monaco disse al Buddha: “C’è un monaco malato, signore. Non è venuto.”
“Permetto a un monaco malato di trasmettere il suo invito. Dovrebbe trasmetterlo in questo modo. Il monaco malato deve avvicinarsi a un monaco, sistemare la veste superiore su una spalla e accovacciarsi sui talloni. Poi a mani giunte dire: “Trasmetto il mio invito; vi prego di trasmettere il mio invito; vi prego di annunciare il mio invito; vi prego di invitare alla correzione a mio nome.” Se lo fa capire con il corpo, con la parola o con il corpo e la parola, allora l’invito è stato trasmesso. Se non lo fa capire con il corpo, con la parola o con il corpo e la parola, allora l’invito non è stato trasmesso.
Se è in grado di farlo, è bene. In caso contrario, il monaco malato dovrebbe essere portato in mezzo al Sangha insieme al suo letto o al suo giaciglio. A quel punto possono fare la cerimonia dell’invito. Ma se chi lo assiste dice: “Se lo spostiamo, la sua malattia peggiorerà o morirà”, allora il monaco malato non deve essere spostato. Il Sangha dovrebbe andare dove si trova il monaco malato e fare la cerimonia dell’invito lì.
Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con un Sangha incompleto. Se la si fa, si commette una colpa di cattiva condotta.
Se, dopo che gli è stato trasmesso l’invito, il monaco che lo sta trasmettendo se ne va proprio in quel momento, allora l’invito deve essere trasmesso a qualcun altro.
Se, dopo che gli è stato trasmesso l’invito, il monaco che lo trasmette si spoglia in quel momento, muore in quel momento, ammette in quel momento di essere un monaco novizio, ammette in quel momento di aver rinunciato alla pratica, ammette in quel momento di aver commesso la peggiore delle colpe, ammette in quel momento di essere pazzo, ammette di essere squilibrato, ammette di essere sopraffatto dal dolore, ammette di essere stato espulso per non aver riconosciuto una colpa, ammette di essere stato espulso per non aver fatto ammenda per una colpa, ammette di essere stato espulso per non aver rinunciato a una falsa visione, ammette in quel momento di essere un paṇḍaka, ammette in quel momento di essere un falso monaco, ammette in quel momento di essersi precedentemente allontanato per unirsi ai monaci di un’altra dottrina, ammette in quel momento di essere un animale, ammette in quel momento di essere un matricida, ammette in quel momento di essere un parricida, ammette in quel momento di essere un assassino di un arahant, ammette in quel momento di aver violentato una monaca, ammette in quel momento di aver causato uno scisma nel Sangha, ammette in quel momento di aver ferito il Buddha o ammette in quel momento di essere un ermafrodito, allora l’invito dovrebbe essere passato a qualcun altro.
Se, dopo che gli è stato trasmesso l’invito, il monaco che lo trasmette se ne va mentre si reca alla cerimonia dell’invito, allora l’invito non è stato trasmesso. Se, dopo che gli è stato trasmesso l’invito, il monaco che lo trasmette si spoglia, muore, ammette di essere un monaco novizio, ammette di aver rinunciato alla pratica, ammette di aver commesso la peggiore delle colpe, ammette di essere pazzo, ammette di essere squilibrato, ammette di essere sopraffatto dal dolore, ammette di essere stato espulso per non aver riconosciuto una colpa, ammette di essere stato espulso per non aver fatto ammenda per una colpa, ammette di essere stato espulso per non aver rinunciato a una falsa visione, ammette di essere un paṇḍaka, ammette di essere un falso monaco, ammette di essersene precedentemente allontanato per unirsi ai monaci di un’altra dottrina, ammette di essere un animale, ammette di essere un matricida, ammette di essere un parricida, ammette di essere un assassino di un arahant, ammette di aver violentato una monaca, ammette di aver causato uno scisma nel Sangha, ammette di aver ferito il Buddha o ammette di essere un ermafrodita mentre si reca alla cerimonia dell’invito, allora l’invito non è stato trasmesso.
Ma se, dopo che gli è stato trasmesso l’invito, il monaco che lo trasmette se ne va dopo aver raggiunto il Sangha, allora l’invito è stato trasmesso. E se, dopo che gli è stato trasmesso l’invito, il monaco che lo trasmette si spoglia, muore, ammette di essere un monaco novizio, ammette di aver rinunciato alla pratica, ammette di aver commesso il peggior tipo di colpa, ammette di essere pazzo, ammette di essere squilibrato, ammette di essere sopraffatto dal dolore, ammette di essere stato espulso per non aver riconosciuto una colpa, ammette di essere stato espulso per non aver fatto ammenda per una colpa, ammette di essere stato espulso per non aver rinunciato a una falsa visione, ammette di essere un paṇḍaka, ammette di essere un falso monaco, ammette di essersi precedentemente allontanato per unirsi ai monaci di un’altra dottrina, ammette di essere un animale, ammette di essere un matricida, ammette di essere un parricida, ammette di essere un assassino di un arahant, ammette di aver violentato una monaca, ammette di aver causato uno scisma nel Sangha, ammette di aver ferito il Buddha o ammette di essere un ermafrodito dopo aver raggiunto il Sangha, allora l’invito è stato trasmesso.
E se, dopo che l’invito gli è stato trasmesso, il monaco che trasmette l’invito raggiunge il Sangha, ma non annuncia l’invito perché si addormenta, allora l’invito è stato trasmesso. Non c’è colpa per colui che trasmette l’invito. E se, dopo che l’invito gli è stato trasmesso, il monaco che trasmette l’invito raggiunge il Sangha, ma non annuncia l’invito perché è negligente o perché ottiene un risultato nella meditazione, allora l’invito è stato trasmesso. Non c’è colpa per colui che trasmette l’invito.
E se, dopo che l’invito gli è stato trasmesso, il monaco che trasmette l’invito raggiunge il Sangha, ma deliberatamente non annuncia l’invito, allora l’invito è stato trasmesso.
Ma c’è una colpa di cattiva condotta per colui che trasmette l’invito.
Nel giorno dell’invito, se il Sangha ha degli impegni da svolgere, anche chi trasmette l’invito deve dare il proprio consenso.”

4. Sul sequestro da parte dei parenti, ecc.

Una volta, nel giorno dell’invito, un monaco fu sequestrato dai suoi parenti. Lo dissero al Buddha.
“Se un monaco viene sequestrato dai suoi parenti nel giorno dell’invito, gli altri monaci dovrebbero dire ai parenti: ‘Per favore, rilasciate questo monaco per un breve periodo di tempo, in modo che possa partecipare alla cerimonia dell’invito.’ Se sono in grado di farlo, è bene. Altrimenti, dovrebbero dire ai parenti: ‘Per favore, fatevi da parte per un momento mentre questo monaco trasmette il suo invito.’ Se sono in grado di farlo, va bene. In caso contrario, dovrebbero dire ai parenti: ‘Per favore, portate questo monaco fuori dalla zona del monastero per un breve periodo mentre il Sangha fa la cerimonia dell’invito.’ Se sono in grado di farlo, va bene.
In caso contrario, non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con un Sangha incompleto. Se lo si fa, si commette una colpa di cattiva condotta.
Se il giorno dell’invito un monaco viene catturato da re, banditi, furfanti o nemici dei monaci, se sono in grado di farlo, è bene. Altrimenti, dovrebbero dire a quei nemici: ‘Per favore, fatevi da parte per un momento mentre questo monaco trasmette il suo invito.’ Se sono in grado di farlo, è bene. Altrimenti, dovrebbero dire ai nemici: ‘Per favore, portate questo monaco fuori dalla zona del monastero per un breve periodo mentre il Sangha fa la cerimonia dell’invito.’ Se sono in grado di farlo, va bene.
In caso contrario, non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con un Sangha incompleto. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta.”

5. Vari tipi di cerimonie dell’invito per il Sangha, ecc.

Una volta, il giorno dell’invito, c’erano cinque monaci in un monastero. Pensarono: “Il Buddha ha stabilito la regola che la cerimonia dell’invito debba essere fatta con un Sangha. Ora siamo in cinque. Come dovremmo fare la cerimonia dell’invito?” Lo dissero al Buddha.
“Quando siete in cinque, dovreste fare la cerimonia dell’invito nel Sangha.”

Una volta, il giorno dell’invito, c’erano quattro monaci in un monastero. Pensarono: “Il Buddha ha stabilito la regola che la cerimonia dell’invito deve essere fatta nel Sangha quando ci sono cinque monaci. Ma noi siamo solo in quattro. Allora come dovremmo fare la cerimonia dell’invito?”
“Quando siete in quattro, dovreste fare la cerimonia dell’invito tra di voi.
E dovreste farla in questo modo. Un monaco esperto e capace dovrebbe informare gli altri monaci: ‘Vi prego, venerabili, vi chiedo di ascoltare. Oggi c’è la cerimonia dell’invito. Se i venerabili sono pronti, dovremmo fare la cerimonia dell’invito dell’invito.”
Il monaco più anziano deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire agli altri monaci: ‘Vi invito a correggermi su ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta… Per la terza volta, vi invito a correggermi riguardo a ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda.’
Ogni monaco novizio deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire agli altri monaci:
‘Vi invito a correggermi su ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta… Per la terza volta vi invito a correggermi riguardo a ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda.’”

Una volta, nel giorno dell’invito, c’erano tre monaci che soggiornavano in un monastero. Pensarono: “Il Buddha ha stabilito la regola che la cerimonia dell’invito debba essere fatta nel Sangha quando ci sono cinque monaci e tra loro quando ce ne sono quattro. Ma noi siamo solo in tre. Allora come dobbiamo fare la cerimonia dell’invito?”
“Quando siete in tre, dovreste fare la cerimonia dell’invito tra di voi.
E dovreste farla in questo modo. Un monaco esperto e capace dovrebbe informare gli altri monaci: ‘Per favore, venerabili, vi chiedo di ascoltare. Oggi c’è la cerimonia dell’invito. Se i venerabili sono pronti, dovremmo fare la cerimonia dell’invito.’
Il monaco più anziano deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire agli altri monaci: ‘Vi invito a correggermi su ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta… Per la terza volta, vi invito a correggermi riguardo a ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda.’
Ogni monaco novizio deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire agli altri monaci: ‘Vi invito a correggermi su ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta… Per la terza volta vi invito a correggermi riguardo a ciò che avete visto, sentito o sospettato. Vi prego di correggermi, venerabili, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda.’

Una volta, nel giorno dell’invito, c’erano due monaci che soggiornavano in un monastero. Pensarono: “Il Buddha ha stabilito la regola che la cerimonia dell’invito debba essere fatta nel Sangha quando ci sono cinque monaci e tra di loro quando ce ne sono tre o quattro. Ma noi siamo solo in due. Allora come dobbiamo fare la cerimonia dell’invito?”
“Quando siete in due, dovreste fare la cerimonia dell’invito tra di voi.
E dovreste farla in questo modo. Il monaco anziano deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire al monaco novizio: “Ti invito a correggermi su ciò che hai visto, sentito o sospettato. Ti prego di correggermi, venerabile, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta… Per la terza volta, ti invito a correggermi riguardo a ciò che hai visto, sentito o sospettato. Ti prego di correggermi, Venerabile, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda.’
Il monaco novizio deve sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire al monaco anziano:
“Ti invito a correggermi su ciò che hai visto, sentito o sospettato. Ti prego di correggermi, venerabile, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda. Per la seconda volta… Per la terza volta ti invito a correggermi riguardo a ciò che hai visto, sentito o sospettato. Ti prego di correggermi, Venerabile, per compassione. Se vedo una colpa, farò ammenda.’”

Una volta, nel giorno dell’invito, un monaco si trovava da solo in un monastero. Pensò: “Il Buddha ha stabilito che la cerimonia dell’invito deve essere fatta nel Sangha quando ci sono cinque monaci e tra di loro quando ce ne sono due, tre o quattro. Ma io sono qui da solo. Allora come devo fare la cerimonia di invito?”
“Nel giorno dell’invito, un monaco può trovarsi da solo in un monastero. Dovrebbe spazzare il luogo in cui i monaci si recano di solito: la sala delle assemblee, sotto una tettoia o ai piedi di un albero. Deve preparare l’acqua per bere e per lavarsi. Deve preparare un posto, accendere una lampada e sedersi.
Se arrivano altri monaci, deve fare la cerimonia dell’invito con loro. In caso contrario, deve stabilire che: ‘Oggi è la mia cerimonia dell’invito.’
Se non agisce, commette una colpa di cattiva condotta.
Quando cinque monaci stanno insieme, quattro non dovrebbero fare la cerimonia dell’invito nel Sangha, mentre viene trasmesso l’invito del quinto. Se si fa l’invito nel Sangha, si commette una colpa di cattiva condotta.
Quando quattro monaci stanno insieme, tre non dovrebbero fare la cerimonia dell’invito tra di loro, mentre viene trasmesso l’invito del quarto. Se si fa l’invito in questo modo, si commette una colpa di cattiva condotta.
Quando tre monaci stanno insieme, due non dovrebbero fare la cerimonia dell’invito tra di loro, mentre l’invito del terzo viene trasmesso. Se si fa l’invito in questo modo, si commette una colpa di cattiva condotta.
Quando due monaci stanno insieme, uno non dovrebbe prendere una decisione, mentre l’invito dell’altro viene trasmesso. Se si prende una decisione, si commette una colpa di cattiva condotta.”

6. Il procedimento per confessare a una colpa

Una volta, nel giorno dell’invito, un monaco aveva commesso una colpa. Pensò: “Il Buddha ha stabilito la regola di non invitare alla correzione se si ha una colpa. E io ho commesso una colpa. Allora cosa devo fare?” Lo dissero al Buddha.
“Nel giorno dell’invito, un monaco può aver commesso una colpa. Dovrebbe avvicinarsi a un singolo monaco, sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire:
‘Ho commesso una tale e tale colpa. La confesso.’ L’altro dovrebbe dire: ‘Riconosci la colpa?’ – ‘Sì, la riconosco.’ -‘Dovresti controllarti in futuro.’
Nel giorno dell’invito, un monaco potrebbe non essere sicuro di aver commesso una colpa. Dovrebbe avvicinarsi a un singolo monaco, sistemare la veste superiore su una spalla, accovacciarsi sui talloni, e a mani giunte dire:
‘Non sono sicuro di aver commesso questa o quella colpa. Farò ammenda quando ne sarò sicuro.’ A quel punto possono fare la cerimonia dell’invito. Questo non è un ostacolo alla cerimonia dell’invito.”

7. Il procedimento per la confessione di una colpa

Una volta un monaco si ricordò di una colpa durante la cerimonia dell’invito. Pensò: “Il Buddha ha stabilito la regola di non invitare alla correzione se si ha una colpa. E io ho commesso una colpa. Allora cosa devo fare?”
Lo dissero al Buddha.
“Durante la cerimonia dell’invito, un monaco può ricordare una colpa. Dovrebbe dire al monaco seduto accanto a lui: ‘Ho commesso una tale e tale colpa. Una volta terminata la cerimonia, farò ammenda.’ Poi possono continuare la cerimonia dell’invito. Questo non è un ostacolo alla cerimonia dell’invito.
Durante la cerimonia dell’invito, un monaco può avere il dubbio di aver commesso una colpa. Dovrebbe dire al monaco seduto accanto a lui: ‘Non sono sicuro di aver commesso questa o quella colpa. Farò ammenda quando ne sarò sicuro.’ A quel punto possono continuare la cerimonia dell’invito. Questo non è un ostacolo alla cerimonia dell’invito.”

8. Il processo per fare ammenda di una colpa condivisa

Una volta, nel giorno dell’invito, l’intero Sangha di un monastero aveva commesso la stessa colpa. I monaci pensarono: “Il Buddha ha stabilito la regola di non confessare o ricevere la confessione di colpe condivise. Eppure qui l’intero Sangha ha commesso la stessa colpa. Allora cosa dobbiamo fare?”
“Nel giorno dell’invito, l’intero Sangha di un monastero potrebbe aver commesso la stessa colpa. Quei monaci dovrebbero inviare subito un monaco al monastero vicino: ‘Vai a fare ammenda per questa colpa. Quando tornerai, faremo ammenda con te.’
Se è in grado di farlo, è bene. Se non lo è, allora un monaco esperto e capace dovrebbe informare il Sangha:
“‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Tutto il Sangha ha commesso la stessa colpa. Quando il Sangha vede un altro monaco puro e libero da colpe, dovrebbe fare ammenda con lui.’
Una volta detto questo, possono fare la cerimonia dell’invito. Questo non è un ostacolo alla cerimonia dell’invito.
Nel giorno dell’invito, l’intero Sangha di un monastero potrebbe non essere sicuro di aver commesso la stessa colpa. Un monaco esperto e capace dovrebbe allora informare il Sangha:
‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. L’intero Sangha non è sicuro di aver commesso la stessa colpa. Quando il Sangha sarà sicuro, dovrà fare ammenda per questa colpa.’
Una volta detto questo, possono fare la cerimonia dell’invito. Questo non è un ostacolo alla cerimonia dell’invito.”
La prima sezione per la recitazione è terminata.

9. Il gruppo dei quindici sulle non colpe

Una volta, il giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti si erano riuniti in un monastero. Non sapevano che c’erano altri monaci residenti che non erano arrivati. (Per “monaco residente” si intende un monaco che si trova all’interno della sīmā, la zona del monastero.) Sentendo che stavano agendo secondo il Dhamma e la Legge monastica, sentendo che l’assemblea era completa anche se non lo era, fecero la cerimonia dell’invito. Mentre la facevano, arrivò un numero maggiore di monaci residenti. Lo dissero al Buddha.

“Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero maggiore di monaci residenti. In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. Non c’è colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero uguale di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti potrebbero essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Sentendo che stanno agendo secondo il Dhamma e la Legge monastica, sentendo che l’assemblea è completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero minore di monaci residenti. In questo caso gli inviti di chi ha già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia di invito. Quando hanno appena finito, arriva un numero maggiore di monaci residenti. In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia di invito. Quando hanno appena finito, arriva un numero uguale di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia di invito. Quando hanno appena finito, arriva un numero minore di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito e nessuno dei presenti se n’è andato, arriva un numero maggiore di monaci residenti. In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito, e nessuno dei presenti se n’è andato, arriva un numero uguale di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito, e nessuno dei presenti se n’è andato, arriva un numero minore di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito, e solo alcuni membri dell’assemblea sono andati via, arriva un numero maggiore di monaci residenti. In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia di invito. Quando hanno appena finito, e solo alcuni membri dell’assemblea sono andati via, arriva un numero uguale di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un certo monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia di invito. Quando hanno appena finito, e solo alcuni membri dell’assemblea sono andati via, arriva un numero minore di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito e l’intera assemblea se n’è andata, arriva un numero maggiore di monaci residenti. In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. Non c’è colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito, e l’intera assemblea è partita, arriva un numero uguale di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensando di agire secondo il Dhamma e la Legge monastica, pensando che l’assemblea sia completa anche se non lo è, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito e l’intera assemblea è partita, arriva un numero minore di monaci residenti. In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. Non c’è colpa per chi ha già invitato.”

Il gruppo dei quindici sulle non colpe è terminato.

10. Il gruppo dei quindici sulla percezione di un’assemblea incompleta come tale

“Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Sentendo che stanno agendo secondo il Dhamma e la Legge monastica, ma percependo correttamente l’assemblea come incompleta, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Sentendo che stanno agendo secondo il Dhamma e la Legge monastica, ma percependo correttamente che l’assemblea è incompleta, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Sentendo che stanno agendo secondo il Dhamma e la Legge monastica, ma percependo correttamente che l’assemblea è incompleta, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Percependo che stanno agendo secondo il Dhamma e la Legge monastica, ma percependo correttamente che l’assemblea è incompleta, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito… Quando hanno appena finito e nessuno dei presenti se ne è andato… Quando hanno appena finito e solo alcuni membri dell’assemblea se ne sono andati… Quando hanno appena finito e l’intera assemblea se ne è andata, arriva un numero maggiore di monaci residenti… un numero uguale di monaci residenti… un numero minore di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. C’è una colpa di cattiva condotta per chi ha già invitato.”
Il gruppo dei quindici sulla percezione di un’assemblea incompleta come incompleta è terminato.

11. Il gruppo dei quindici quando non si è sicuri

“Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Possiamo fare la cerimonia d’invito o no?” Non essendo sicuri, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Possiamo fare la cerimonia dell’invito?” Non essendo sicuri, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un certo monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Possiamo fare la cerimonia d’invito?” Non essendo sicuri, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Possiamo fare la cerimonia d’invito?” Non essendo sicuri, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito… quando hanno appena finito e nessuno dei presenti è andato via… quando hanno appena finito e solo alcuni membri del gruppo sono andati via… quando hanno appena finito e tutto il gruppo è andato via, arriva un numero maggiore di monaci residenti… un numero uguale di monaci residenti… un numero minore di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. C’è una colpa di cattiva condotta per chi ha già invitato.”

Il gruppo dei quindici quando non si è sicuri è terminato.

12. Il gruppo dei quindici sull’essere ansiosi

“Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un certo monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: ‘È possibile fare la cerimonia di invito. Non è inammissibile.” In preda all’ansia, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In questo caso, quei monaci dovrebbero fare la cerimonia dell’invito un’altra volta. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “È possibile fare la cerimonia dell’invito. Non è inammissibile.” In preda all’ansia, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “È possibile fare la cerimonia dell’invito. Non è inammissibile.” In preda all’ansia, fanno la cerimonia dell’invito. Mentre la fanno, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. C’è una colpa di cattiva condotta per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “È possibile fare la cerimonia dell’invito. Non è inammissibile.” In preda all’ansia, fanno la cerimonia dell’invito. Quando hanno appena finito… quando hanno appena finito e nessuno dei presenti se n’è andato… quando hanno appena finito e solo alcuni membri del gruppo se ne sono andati… quando hanno appena finito e l’intero gruppo se n’è andato, arriva un numero maggiore di monaci residenti… un numero uguale di monaci residenti… un numero minore di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. C’è una colpa di cattiva condotta per chi ha già invitato.”

Il gruppo dei quindici sull’essere ansiosi è terminato.

13. Il gruppo dei quindici che mira allo scisma

“Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: ‘Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Fanno quindi la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Mentre la fanno, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In tal caso, quei monaci dovrebbero fare la cerimonia dell’invito un’altra volta. E c’è una colpa grave per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Fanno quindi la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Mentre la fanno, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Fanno quindi la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Mentre la fanno, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, ma gli altri devono invitare. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Fanno quindi la cerimonia di invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In tal caso, quei monaci devono fare di nuovo la cerimonia dell’invito. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Fanno quindi la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso valgono gli inviti di coloro che hanno già invitato, e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. C’è una grave colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Fanno quindi la cerimonia di invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso sono validi gli inviti di coloro che hanno già invitato, e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito, e nessuno dei presenti se n’è andato, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. E c’è una colpa grave per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito, e nessuno dei presenti se n’è andato, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso, gli inviti di coloro che hanno già invitato sono validi, e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito, e nessuno dei presenti se n’è andato, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso sono validi gli inviti di coloro che hanno già invitato, e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. C’è una grave colpa per chi ha già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito, e solo alcuni membri del gruppo se ne sono andati, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma.
Quando hanno appena finito e solo alcuni membri del gruppo sono andati via, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso sono validi gli inviti di coloro che hanno già invitato e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma.
Quando hanno appena finito e solo alcuni membri del gruppo sono andati via, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso sono validi gli inviti di coloro che hanno già invitato e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma. Quando hanno appena finito e l’intero gruppo se n’è andato, arriva un numero maggiore di monaci residenti.
In questo caso, i monaci devono ripetere la cerimonia dell’invito. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma.
Quando hanno appena finito e l’intero gruppo se ne è andato, arriva un numero uguale di monaci residenti.
In questo caso sono validi gli inviti di coloro che hanno già invitato, e i ritardatari devono invitare in presenza degli altri. E c’è una grave colpa per coloro che hanno già invitato.

Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Sanno che ci sono altri monaci residenti che non sono arrivati. Pensano: “Che si perdano! Che possano scomparire! Stiamo meglio senza di loro.” Allora fanno la cerimonia dell’invito, mirando allo scisma.
Quando hanno appena finito e l’intero gruppo se ne è andato, arriva un numero minore di monaci residenti.
In questo caso valgono gli inviti di chi ha già invitato, e chi arriva in ritardo deve invitare in presenza degli altri. E c’è una grave colpa per chi ha già invitato.”

Il gruppo dei quindici che mira allo scisma è finito.
Il gruppo dei settantacinque è terminato.

14. Le serie successive all’entrata in una zona monastica

“Nel giorno dell’invito, cinque o più monaci residenti possono essersi riuniti in un monastero. Non sanno che altri monaci residenti stanno entrando nella zona del monastero. … Non sanno che altri monaci residenti sono entrati nella zona del monastero. … Non vedono che altri monaci residenti stanno entrando nella zona del monastero. … Non vedono che altri monaci residenti sono entrati nella zona del monastero. … Non sentono che altri monaci residenti stanno entrando nella zona del monastero. … Non sentono che altri monaci residenti sono entrati nella zona del monastero. …”
Come ci sono 175 serie di tre per i monaci residenti con i monaci residenti, così c’è per i monaci appena arrivati con i monaci residenti, i monaci residenti con i monaci appena arrivati, i monaci appena arrivati con i monaci appena arrivati. Quindi, in successione, ci sono settecento serie di tre.

15. Giorni diversi

“Può accadere, monaci, che per i monaci residenti sia il quattordicesimo giorno della metà del mese lunare, ma per i monaci appena arrivati sia il quindicesimo. Allora:
Se il numero di monaci residenti è maggiore, i monaci appena arrivati dovrebbero allinearsi ai monaci residenti.
Se il numero è uguale, i monaci appena arrivati devono allinearsi ai monaci residenti.
Se il numero di monaci appena arrivati è maggiore, i monaci residenti dovrebbero allinearsi ai monaci appena arrivati.

Può accadere che per i monaci residenti sia il quindicesimo giorno della metà del mese lunare, ma per i monaci appena arrivati sia il quattordicesimo. Allora:
Se il numero dei monaci residenti è maggiore, i monaci appena arrivati dovrebbero allinearsi ai monaci residenti.
Se il numero è uguale, i monaci appena arrivati dovrebbero allinearsi con i monaci residenti.
Se il numero di monaci appena arrivati è maggiore, i monaci residenti dovrebbero allinearsi ai monaci appena arrivati.

Può accadere che per i monaci residenti sia il giorno successivo a quello dell’invito, ma per i monaci appena arrivati sia il quindicesimo giorno del mezzo mese lunare. Allora:
Se il numero di monaci residenti è maggiore, i monaci residenti possono, se sono disposti, fare la cerimonia dell’invito con i monaci appena arrivati. Altrimenti i monaci appena arrivati devono uscire dalla zona del monastero e fare la cerimonia dell’invito lì.
Se il numero è lo stesso, i monaci residenti possono, se sono disposti, fare la cerimonia dell’invito con i monaci appena arrivati. In caso contrario, i monaci appena arrivati devono uscire dalla zona del monastero e celebrare la cerimonia dell’invito lì.
Se il numero di monaci appena arrivati è maggiore, i monaci residenti dovrebbero fare la cerimonia dell’invito con i monaci appena arrivati, oppure dovrebbero uscire dalla zona del monastero mentre i monaci appena arrivati fanno la cerimonia dell’invito.

Può accadere che per i monaci residenti sia il quindicesimo giorno della metà del mese lunare, ma per i monaci appena arrivati sia il giorno successivo a quello dell’invito. Allora:
Se il numero dei monaci residenti è maggiore, i monaci appena arrivati devono fare la cerimonia dell’invito con i monaci residenti, oppure devono uscire dalla zona del monastero mentre i monaci residenti fanno la cerimonia dell’invito.
Se il numero è lo stesso, i monaci appena arrivati devono fare la cerimonia dell’invito con i monaci residenti, oppure devono uscire dalla zona del monastero mentre i monaci residenti fanno la cerimonia dell’invito.
Se il numero di monaci appena arrivati è maggiore, possono, se sono disposti, fare la cerimonia dell’invito con i monaci residenti. Altrimenti i monaci residenti dovrebbero andare fuori dalla zona del monastero e fare la cerimonia dell’invito lì.”

16. La visione di segni, ecc.

“Può accadere che i monaci appena arrivati vedano segni e indicazioni di monaci residenti: letti e panche preparati, acqua per bere e acqua per lavarsi pronti per l’uso, cortili ben spazzati. Di conseguenza, non sono sicuri che ci siano o meno monaci residenti. Allora:
Se fanno la cerimonia dell’invito senza indagare, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano, ma non vedono nessuno, e poi fanno la cerimonia dell’invito, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno, ma poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano e vedono qualcuno, ma pensano: “Che si perda! Che possa scomparire! Stiamo meglio senza di loro.”, e poi fanno la cerimonia dell’invito mirando allo scisma, c’è una colpa grave.

Può accadere che i monaci appena arrivati sentano segni e indicazioni di monaci residenti: il rumore dei piedi di qualcuno che fa meditazione camminata, il suono della recitazione, il rumore della tosse, il rumore dello starnuto. Di conseguenza, non sono sicuri che ci siano o meno monaci residenti. Allora:
Se fanno la cerimonia dell’invito senza indagare, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano, ma non vedono nessuno, e poi fanno la cerimonia dell’invito, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno, ma poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano e vedono qualcuno, ma pensano: “Che si perda! Che possa scomparire! Stiamo meglio senza di loro.”, e poi fanno la cerimonia dell’invito mirando allo scisma, c’è una colpa grave.

Può accadere che i monaci residenti vedano segni e indicazioni di monaci appena arrivati: una ciotola per le elemosine sconosciuta, una veste sconosciuta, una stuoia per sedersi sconosciuta, acqua versata a terra dalla lavanda dei piedi. Di conseguenza, non sono sicuri che i monaci siano arrivati o meno. Allora:
Se fanno la cerimonia dell’invito senza indagare, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano, ma non vedono nessuno, e poi fanno la cerimonia dell’invito, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno, ma poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano e vedono qualcuno, ma pensano: “Che si perda! Che possa scomparire! Stiamo meglio senza di loro.”, e poi fanno la cerimonia dell’invito mirando allo scisma, c’è una colpa grave.

Può accadere che i monaci residenti sentano segni e indicazioni di monaci appena arrivati: il rumore dei piedi di qualcuno che arriva, il rumore dei sandali che vengono sbattuti insieme, il rumore della tosse, il rumore degli starnuti. Di conseguenza, non sono sicuri che i monaci siano arrivati o meno. Allora:
Se fanno la cerimonia dell’invito senza indagare, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano, ma non vedono nessuno e poi fanno la cerimonia dell’invito, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.
Se indagano e vedono qualcuno, ma poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se indagano e vedono qualcuno, ma pensano: “Che si perda! Che possa scomparire! Stiamo meglio senza di loro.”, e poi fanno la cerimonia dell’invito mirando allo scisma, c’è una colpa grave.”

17. La cerimonia dell’invito con coloro che appartengono a una setta buddhista diversa, ecc.

“Può accadere che i monaci appena arrivati vedano monaci residenti che appartengono a una setta buddhista diversa, ma hanno l’impressione di appartenere alla stessa. Allora:
Se non lo chiedono ai monaci residenti e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.
Se chiedono ai monaci residenti, ma non giungono a una conclusione chiara, e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se chiedono ai monaci residenti, ma non giungono a una conclusione chiara, e poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, non c’è colpa.

Può accadere che i monaci appena arrivati vedano dei monaci residenti che appartengono alla stessa setta buddhista, ma abbiano l’impressione di appartenere a una setta diversa. Allora:
Se non chiedono informazioni ai monaci residenti e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se lo chiedono ai monaci residenti e cambiano opinione, ma poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se invece chiedono informazioni ai monaci residenti, cambiano opinione e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.

Può accadere che i monaci residenti vedano i monaci appena arrivati che appartengono a una setta buddhista diversa, ma hanno l’impressione di appartenere alla stessa. Allora:
Se non chiedono nulla ai monaci appena arrivati e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.
Se chiedono ai monaci appena arrivati, ma non giungono a una conclusione chiara, e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se chiedono ai monaci appena arrivati, ma non giungono a una conclusione chiara, e poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, non c’è colpa.

Può accadere che i monaci residenti vedano i monaci appena arrivati che appartengono alla stessa setta buddhista, ma hanno l’impressione di appartenere a una setta diversa. Allora:
Se non chiedono informazioni ai monaci appena arrivati e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se chiedono informazioni ai monaci appena arrivati e cambiano opinione, ma poi fanno la cerimonia dell’invito separatamente, c’è una colpa di cattiva condotta.
Se invece chiedono ai monaci appena arrivati di parlarne, cambiano opinione e poi fanno la cerimonia dell’invito insieme, non c’è colpa.”

18. Non si dovrebbe andare

“Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero con monaci a un monastero senza monaci, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero con monaci a un non-monastero senza monaci, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero con monaci a un monastero o a un non-monastero senza monaci, a meno che non si vada con un sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un non-monastero con monaci a un monastero senza monaci, a meno che non si vada con un sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un non-monastero con monaci a un non-monastero senza monaci, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe passare da un non-monastero con monaci a un monastero o a un non-monastero senza monaci, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero o da un non-monastero con monaci a un monastero senza monaci, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero o da un non-monastero con monaci a un non-monastero senza monaci, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero o un non-monastero con monaci a un monastero o un non-monastero senza monaci, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero con monaci a un monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero con monaci a un non-monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero con monaci a un monastero o a un non-monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da non-monastero con monaci a un monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un non-monastero con monaci a un non-monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un non-monastero con monaci a un monastero o a un non-monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero o da un non-monastero con monaci a un monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero o da un non-monastero con monaci a un non-monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.

Nel giorno dell’invito non si dovrebbe andare da un monastero o da un non-monastero con monaci a un monastero o a un non-monastero con monaci che appartengono a una setta buddhista diversa, a meno che non si vada con un Sangha o ci siano pericoli.”

19. Si può andare

“Nel giorno dell’invito si può andare da un monastero con monaci a un monastero con monaci che appartengono alla stessa setta buddhista, se pensate di arrivarci lo stesso giorno.

Nel giorno dell’invito si può andare da un monastero con monaci a un non-monastero con monaci… a un monastero o a un non-monastero con monaci che appartengono alla stessa setta buddhista, se pensate di arrivarci nello stesso giorno.

Nel giorno dell’invito si può andare da un non monastero con monaci a un monastero con monaci… a un non monastero con monaci… a un monastero o a un non monastero con monaci che appartengono alla stessa setta buddhista, se pensate di arrivarci nello stesso giorno.

Nel giorno dell’invito si può andare da un monastero o da un non-monastero con monaci a un monastero con monaci… a un non-monastero con monaci… a un monastero o a un non-monastero con monaci che appartengono alla stessa setta buddhista, se pensate di arrivarci nello stesso giorno.”

20. Le persone da evitare

“Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con una monaca seduta all’interno dell’assemblea. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta.

Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con una monaca apprendista, un monaco novizio, una monaca novizia, una persona che ha rinunciato alla pratica o una persona che ha commesso il peggior tipo di colpa seduta all’interno dell’assemblea. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta.

Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con una persona che è stata espulsa per non aver riconosciuto una colpa, seduta all’interno dell’assemblea. Se lo fate, dovrete essere giudicati secondo la regola. Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con chi è stato espulso per non aver fatto ammenda di una colpa, o con chi è stato espulso per non aver rinunciato a una falsa visione, seduta nell’assemblea. Se lo fate, dovreste essere giudicati secondo la regola.

Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con un paṇḍaka seduto all’interno dell’assemblea. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta.

Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con un falso monaco, con uno che si è precedentemente allontanato per unirsi ai monaci di un’altra dottrina, con un animale, con un matricida, con un parricida, con un assassino di un arahant, con uno che ha violentato una monaca, con uno che ha causato uno scisma nel Sangha, con uno che ha ferito il Buddha o con un ermafrodito seduto all’interno dell’assemblea. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta.

Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con un invito scaduto, a meno che il gruppo non sia ancora seduto insieme.

Non si dovrebbe fare la cerimonia dell’invito in un giorno di non invito, se non per unificare il Sangha.”

La seconda sezione per la recitazione è terminata.

21. Cerimonie dell’invito con due dichiarazioni

Una volta, il giorno dell’invito in un monastero nella regione del Kosala, ci fu una minaccia da parte di tribù primitive. 
I monaci non erano in grado di fare la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni.
“Vi permetto di fare la cerimonia dell’invito con due dichiarazioni.”
La minaccia delle tribù primitive aumentò.I monaci non erano in grado di fare la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni.
“Vi permetto di fare la cerimonia dell’invito con un solo discorso.”
La minaccia delle tribù primitive aumentò ulteriormente. I monaci non erano in grado di fare la cerimonia dell’invito con una sola dichiarazione.
“Vi permetto di fare la cerimonia dell’invito in gruppi secondo l’anno di anzianità.

Una volta, nel giorno dell’invito in un monastero, la maggior parte della notte era stata trascorsa con le persone che facevano offerte. I monaci pensarono: “Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non riusciremo a finire prima dell’alba. Cosa dovremmo fare?”
“In questo caso un monaco esperto e capace dovrebbe informare il Sangha:
‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. La maggior parte della notte è stata trascorsa con le persone che facevano offerte. Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non finiremo prima dell’alba. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con due dichiarazioni.’ Oppure: ‘Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con una sola dichiarazione.’ Oppure: “Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito in gruppi secondo l’anno di anzianità.’

Può accadere che il giorno dell’invito la maggior parte della notte in un monastero sia trascorsa con i monaci che impartiscono insegnamenti, con gli esperti dei discorsi che recitano discorsi, con gli esperti della Legge monastica che discutono della Legge monastica, con gli estensori del Dhamma che discutono del Dhamma o con i monaci che discutono. Se i monaci considerano questo e pensano: ‘Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non finiremo prima dell’alba.’, allora un monaco esperto e capace dovrebbe informare il Sangha: ‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. La maggior parte della notte è stata trascorsa con i monaci che discutevano. Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non finiremo prima dell’alba. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con due affermazioni.’ Oppure: ‘Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con una sola dichiarazione.’ Oppure: ‘Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito in gruppi secondo l’anno di anzianità.'”

Una volta, nel giorno dell’invito, in un monastero nella regione del Kosala, si era riunito un grande Sangha di monaci. Proprio in quel momento si stava avvicinando una tempesta, ma avevano solo una piccola area riparata. I monaci pensarono: “Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non riusciremo a finire prima che inizi a piovere. Cosa dovremmo fare?” Lo dissero al Buddha.
“In questo caso un monaco esperto e capace dovrebbe informare il Sangha:
‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Questo grande Sangha di monaci si è riunito. Si sta avvicinando una tempesta, ma abbiamo solo una piccola area riparata. Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non riusciremo a finire prima che inizi a piovere. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con due dichiarazioni.’ Oppure: ‘Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con una sola dichiarazione.’ Oppure: ‘Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito in gruppi secondo l’anno di anzianità.’

Può accadere che nel giorno dell’invito in un monastero ci sia una minaccia da parte di re, banditi, fuoco, acqua, uomini, spiriti, animali predatori o striscianti; oppure che ci sia una minaccia alla vita o alla vita monastica. Se i monaci pensano: ‘Questa è una minaccia per la vita monastica. Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non finiremo prima che la minaccia si manifesti.’, allora un monaco esperto e capace dovrebbe informare il Sangha:
‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Questa è una minaccia alla vita monastica. Se il Sangha fa la cerimonia dell’invito con tre dichiarazioni, non finiremo prima che la minaccia si manifesti. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con due affermazioni.’ Oppure: ‘Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito con una sola dichiarazione.’ Oppure: ‘Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito in gruppi secondo l’anno di anzianità.’”

22. L’annullamento dell’invito

Una volta alcuni monaci invitarono alla correzione pur avendo colpe non cancellate. “Non dovreste invitare alla correzione se avete colpe non cancellate. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta. Se qualcuno invita alla correzione con una colpa non cancellata, bisogna chiedere il suo permesso e poi accusarlo di una colpa.”
Poco dopo, quando fu chiesto il permesso, quei monaci si rifiutarono di darlo.
“Se qualcuno non dà il suo permesso, dovreste annullare il suo invito. E dovrebbe essere annullato in questo modo. Nel giorno dell’invito, che sia il quattordicesimo o il quindicesimo, in mezzo al Sangha e in presenza di quella persona, dovreste annunciare: ‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Una tale o talaltra persona ha delle colpe non cancellate. Annullo il suo invito. Uso un’espressione neutra, poiché anche i monaci possono annullare l’invito delle monache. La cerimonia dell’invito non dovrebbe essere fatta in sua presenza. Il suo invito è stato quindi annullato.’

Annullamento improprio dell’invito

Una volta, alcuni monaci, pensando di agire prima che i monaci puri annullassero il loro invito, ma senza averne motivo, annullarono l’invito dei monaci puri che non avevano commesso colpe. Annullarono anche l’invito di coloro che avevano già invitato.
“Quando non c’è motivo di farlo, non si dovrebbe annullare l’invito dei monaci puri che non hanno commesso colpe. Se lo fate, commettete una colpa di cattiva condotta. E non si dovrebbe annullare l’invito di coloro che sono già stati invitati. Se lo si fa, si commette una colpa di cattiva condotta.
In questo modo l’invito viene annullato e non viene annullato.
Se l’invito viene annullato dopo che è stato pronunciato e concluso un invito in tre frasi, allora non viene annullato. Se l’invito viene annullato dopo un invito con due dichiarazioni… dopo un invito con una dichiarazione… dopo che un invito fatto in gruppi secondo l’anno di anzianità è stato pronunciato e concluso, allora non viene annullato.
Se l’invito viene annullato quando un invito con tre dichiarazioni non è ancora stato concluso, allora è annullato. Se l’invito viene annullato quando un invito con due dichiarazioni … quando un invito con una dichiarazione … quando un invito fatto in gruppi secondo l’anno di anzianità non è ancora stato concluso, allora è annullato.

Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annulli l’invito di un secondo monaco. Se gli altri monaci conoscono il primo monaco: ‘Questo venerabile è impuro nella condotta fisica, nella condotta verbale e nei mezzi di sussistenza; è ignorante e incompetente, incapace di rispondere correttamente quando viene interrogato.’, allora dovrebbero fargli pressione dicendo: ‘Basta. Basta con discussioni e dispute.’, e il Sangha dovrebbe poi fare la cerimonia dell’invito.

Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annulli l’invito di un altro monaco. Se gli altri monaci conoscono il primo monaco: ‘Questo venerabile è puro nella condotta fisica, ma impuro nella condotta verbale e nei mezzi di sostentamento; è ignorante e incompetente, incapace di rispondere correttamente quando viene interrogato.’, allora dovrebbero fargli pressione dicendo: ‘Basta. Basta con discussioni e dispute.’, e il Sangha dovrebbe poi fare la cerimonia dell’invito.

Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annulli l’invito di un secondo monaco. Se gli altri monaci conoscono il primo monaco: ‘Questo venerabile è puro nella condotta fisica e verbale, ma impuro nei mezzi di sussistenza; è ignorante e incompetente, incapace di rispondere correttamente quando viene interrogato.’, allora dovrebbero fargli pressione dicendo: ‘Basta. Basta con discussioni e dispute.’, e il Sangha dovrebbe poi fare la cerimonia dell’invito.

Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annulli l’invito di un altro monaco. Se gli altri monaci conoscono il primo monaco: ‘Questo venerabile è puro nella condotta fisica, nella condotta verbale e nei mezzi di sussistenza; ma è ignorante e incompetente, incapace di rispondere correttamente quando viene interrogato.’, allora dovrebbero fargli pressione dicendo: ‘Basta. Basta con discussioni e dispute.’, e il Sangha dovrebbe poi fare la cerimonia dell’invito.”

Il monaco accusatore

“Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annulli l’invito di un secondo monaco. Se gli altri monaci conoscono il primo monaco: ‘Questo venerabile è puro nella condotta fisica, nella condotta verbale e nei mezzi di sostentamento; è informato e competente, capace di rispondere correttamente quando viene interrogato.’, allora dovrebbero dirgli: ‘Stai annullando l’invito di questo monaco perché ha fallito nella moralità, nella condotta o nella visione?’
Se risponde: ‘Lo annullo perché ha fallito nella moralità.’, ‘Lo annullo perché ha fallito nella condotta.’ o ‘Lo annullo perché ha fallito nella visione.’, gli si deve chiedere: ‘Sai cos’è il fallimento nella moralità?’, ‘Sai cos’è il fallimento nella condotta?’ o ‘Sai cos’è il fallimento nella visione?’
Se risponde: ‘Lo so.’, bisogna chiedergli quali sono.
Se dice: ‘Le quattro colpe che comportano l’espulsione e le tredici che comportano la sospensione sono un fallimento nella morale.’, ‘Le colpe gravi, le colpe che comportano la confessione, le colpe che comportano il riconoscimento, le colpe di cattiva condotta e le colpe di cattiva condotta sono un fallimento nella condotta.’, ‘Le false visioni e le opinioni estreme sono un fallimento nella visione.’, gli si dovrebbe chiedere: ‘Stai annullando l’invito di questo monaco a causa di ciò che hai visto, di ciò che hai sentito o di ciò che sospetti?’
Se dice: ‘Lo annullo a causa di ciò che ho visto.’, ‘Lo annullo a causa di ciò che ho sentito.’ o ‘Lo annullo a causa di ciò che sospetto.’, bisogna chiedergli: ‘Visto che annulli l’invito di questo monaco a causa di ciò che hai visto, cosa hai visto? Come lo hai visto? Quando l’hai visto? Dove lo hai visto? Lo hai visto commettere una colpa che comporta l’espulsione, una colpa che comporta la sospensione, una colpa grave, una colpa che comporta la confessione, una colpa che comporta il riconoscimento, una colpa di cattiva condotta o una colpa di falsa parola? Dove eri? Dov’era questo monaco? Che cosa stavi facendo? Cosa stava facendo questo monaco?
Se dice: ‘Non ho annullato l’invito di questo monaco per quello che ho visto, ma per quello che ho sentito.’, bisogna chiedergli: ‘Visto che annulli l’invito di questo monaco per quello che hai sentito, cosa hai sentito? Come l’hai sentito? Quando l’hai sentito? Dove l’hai sentito? Hai sentito che ha commesso una colpa che comporta l’espulsione, una colpa che comporta la sospensione, una colpa grave, una colpa che comporta la confessione, una colpa che comporta il riconoscimento, una colpa di cattiva condotta o una colpa di falsa parola? Lo hai sentito da un monaco, da una monaca, da una monaca apprendista, da un monaco novizio, da una monaca novizia, da un seguace laico o o da una seguace laica? O l’hai sentita da re, funzionari del re, monaci di un’altra dottrina o seguaci laici di un’altra dottrina?’
Se dice: ‘Non ho annullato l’invito di questo monaco per quello che ho sentito, ma per quello che sospetto.’, bisogna chiedergli: ‘Visto che annulli l’invito di questo monaco a causa di un sospetto, che cosa sospetti? Come lo sospetti? Quando lo hai sospettato? Dove lo hai sospettato? Sospetti che abbia commesso una colpa che comporta l’espulsione, una colpa che comporta la sospensione, una colpa grave, una colpa che comporta la confessione, una colpa che comporta il riconoscimento, una colpa di cattiva condotta o una colpa di falsa parola? Lo sospetti dopo averne sentito parlare da un monaco, una monaca, una monaca apprendista, un monaco novizio, una monaca novizia, un seguace laico o una seguace laica? O lo sospetti dopo averne sentito parlare da re, funzionari del re, monaci di un’altra dottrina o seguaci laici di un’altra dottrina?’
Se il monaco accusatore, interrogato, non è in grado di convincere i monaci esperti, essi dovrebbero concludere: ‘Il monaco accusato è accusato impropriamente.’ Ma se il monaco accusatore, interrogato, è in grado di convincere i monaci esperti, essi dovrebbero concludere: ‘Il monaco accusato è accusato correttamente.’ 
Se il monaco accusatore ammette l’infondatezza dell’accusa di una colpa che comporta l’espulsione, deve essere accusato di una colpa che comporta la sospensione. Il Sangha deve poi fare la cerimonia dell’invito. Se il monaco accusatore ammette un’accusa infondata di una colpa che comporta la sospensione, deve essere giudicato secondo la regola. Il Sangha deve poi celebrare la cerimonia dell’invito. Se il monaco accusatore ammette un’accusa infondata di una colpa grave, una colpa che comporta la confessione, una colpa che comporta il riconoscimento, una colpa di cattiva condotta o una colpa di cattiva parola, deve essere giudicato secondo la regola. Il Sangha deve poi fare la cerimonia dell’invito.
Se il monaco accusato ammette di aver commesso una colpa che comporta l’espulsione, deve essere espulso. Il Sangha dovrà poi celebrare la cerimonia dell’invito. Se il monaco accusato ammette di aver commesso una colpa che comporta la sospensione, deve essere accusato di tale colpa. Il Sangha deve quindi celebrare la cerimonia dell’invito. Se il monaco accusato ammette di aver commesso una colpa grave, una colpa che comporta la confessione, una colpa che comporta il riconoscimento, una colpa di cattiva condotta o una colpa di cattiva parola, deve essere giudicato secondo la regola. Il Sangha dovrebbe poi fare la cerimonia dell’invito.”

23. Motivi di colpa grave, ecc.

“Nel giorno dell’invito, un monaco può aver commesso una colpa grave. Alcuni monaci la considerano una colpa grave, altri una colpa che comporta la sospensione. I monaci che la considerano una colpa grave devono prendere da parte quel monaco e trattare con lui secondo la regola. Dovrebbero poi rivolgersi al Sangha e dire: ‘Questo monaco ha fatto ammenda per la colpa che ha commesso. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito.’

Nel giorno dell’invito, un monaco può aver commesso una colpa grave. Alcuni monaci la considerano una colpa grave, ma altri una colpa che comporta la confessione. … Alcuni monaci la considerano una colpa grave, ma altri una colpa che comporta il riconoscimento. … Alcuni monaci la considerano una colpa grave, ma altri una colpa di cattiva condotta. … Alcuni monaci la considerano una colpa grave, ma altri una colpa di falsa parola. I monaci che la considerano una colpa grave dovrebbero prendere da parte quel monaco e trattare con lui secondo la regola. Dovrebbero poi rivolgersi al Sangha e dire: ‘Questo monaco ha fatto ammenda per la colpa che ha commesso. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito.’

Nel giorno dell’invito, un monaco può aver commesso una colpa che comporta la confessione. … una colpa che comporta il riconoscimento. … una colpa di cattiva condotta. … una colpa di falsa parola. Alcuni monaci la considerano come una colpa di falsa parola, altri come una colpa che comporta la sospensione. I monaci che la considerano come una colpa di falsa parola dovrebbero prendere da parte quel monaco e trattare con lui secondo la regola. Dovrebbero poi rivolgersi al Sangha e dire: ‘Questo monaco ha fatto ammenda per la colpa che ha commesso. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito.’

Nel giorno dell’invito, un monaco può aver commesso una colpa di falsa parola. Alcuni monaci la considerano una colpa di falsa parola, altri una colpa grave. … Alcuni monaci la considerano una colpa di falsa parola, altri una colpa che richiede la confessione. … Alcuni monaci la considerano una colpa di falsa parola, altri una colpa che comporta il riconoscimento. … Alcuni monaci la considerano una colpa di cattiva condotta, altri una colpa di falsa parola. I monaci che la considerano una colpa di falsa parola dovrebbero prendere da parte quel monaco e trattare con lui secondo la regola. Poi dovrebbero rivolgersi al Sangha e dire: ‘Questo monaco ha fatto ammenda per la colpa che ha commesso. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia di invito.’”

24. Annullamento di una colpa, ecc.

“Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annunci in mezzo al Sangha: ‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. So di una colpa, ma non so chi sia il colpevole. Se il Sangha è pronto, dovrebbe annullare la colpa e poi fare la cerimonia dell’invito.’ Dovrebbero dirgli: ‘Il Buddha ha stabilito che la cerimonia dell’invito è riservata ai monaci puri. Se conosci la colpa, ma non il colpevole, di’ ora chi è che sospetti.’

Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annunci in mezzo al Sangha: ‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. So di un colpevole, ma non quale sia la colpa. Se il Sangha è pronto, dovrebbe fare la cerimonia dell’invito senza il colpevole.’ Dovrebbero dirgli: ‘Il Buddha ha stabilito la regola che la cerimonia dell’invito deve essere fatta in un’assemblea completa. Se conosci il colpevole, ma non la colpa, di’ ora che cosa sospetti.’

Può accadere che nel giorno dell’invito un monaco annunci in mezzo al Sangha: ‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. So di un colpevole e della sua colpa. Se il Sangha è pronto, dovrebbe annullare la colpa e fare la cerimonia dell’invito senza il colpevole.’ Dovrebbero dirgli: ‘Il Buddha ha stabilito la regola che la cerimonia dell’invito deve essere fatta in un’assemblea completa da monaci puri. Se conosci il colpevole e la sua colpa, dì ora quali sono.’ Se la colpa è nota prima della cerimonia dell’invito, ma il colpevole solo dopo, il colpevole deve essere giudicato. Se il colpevole è noto prima della cerimonia dell’invito, ma la colpa è stata commessa solo in seguito, il colpevole deve essere giudicato. Se sia la colpa che il colpevole sono noti prima della cerimonia dell’invito e qualcuno riapre il caso dopo la cerimonia dell’invito, commette una colpa che comporta la confessione per la riapertura.”

25. Creatori di litigi, ecc.

Una volta, in un monastero nella regione del Kosala, alcuni monaci amici erano entrati insieme nella residenza della stagione delle piogge. Altri monaci che erano litigiosi, polemici e creatori di problemi legali nel Sangha erano entrati nella residenza della stagione delle piogge lì vicino. Si dissero l’un l’altro: “Alla cerimonia dell’invito, quando quei monaci avranno completato la residenza della stagione delle piogge, cancelleremo il loro invito.” I monaci amici lo seppero e si chiesero cosa fare. Lo dissero al Buddha.
“In questo caso permetto a quei monaci di fare due o tre cerimonie dell’Uposatha il quattordicesimo giorno, con l’obiettivo di fare la loro cerimonia dell’invito prima degli altri monaci. Se quei monaci litigiosi e polemici sono in viaggio verso l’altro monastero, i monaci residenti dovrebbero riunirsi rapidamente e fare la cerimonia dell’invito. Una volta terminata, devono dire agli altri monaci: ‘Venerabili, abbiamo completato la cerimonia dell’invito. Vi preghiamo di fare ciò che ritenete opportuno.’
Se i monaci litigiosi e polemici arrivano senza preavviso, i monaci residenti devono preparare i posti a sedere e mettere a disposizione uno sgabello, un raschietto e l’acqua per lavare i piedi. Dovrebbero poi andare incontro a quei monaci, ricevere le loro ciotole e le loro vesti e chiedere se vogliono dell’acqua da bere. Poi, dopo averli intrattenuti, devono uscire dalla zona del monastero e fare lì la cerimonia dell’invito. Una volta terminata, devono dire agli altri monaci: ‘Venerabili, abbiamo completato la cerimonia dell’invito. Vi preghiamo di fare ciò che ritenete opportuno.’ Se sono in grado di farlo, è bene. In caso contrario, un monaco residente esperto e capace dovrebbe informare i monaci residenti: ‘Vi prego, venerabili, chiedo ai monaci residenti di ascoltare. Se i venerabili sono pronti, ora faremo la cerimonia del giorno dell’Uposatha e reciteremo il Codice monastico, e faremo la cerimonia dell’invito durante la prossima fase calante della luna.’
Se i monaci litigiosi e polemici dicono: ‘Per favore, fate la cerimonia dell’invito con noi adesso.’, bisogna dire loro: ‘Non avete alcuna autorità sulla nostra cerimonia dell’invito. Per il momento non faremo la cerimonia.’
Se i monaci litigiosi e polemici rimangono fino alla luna nuova, allora un monaco residente esperto e capace dovrebbe informare i monaci residenti: ‘Vi prego, venerabili, chiedo ai monaci residenti di ascoltare. Se i venerabili sono pronti, ora faremo la cerimonia del giorno dell’Uposatha e reciteremo il Codice monastico, e faremo la cerimonia dell’invito durante la prossima fase di luna crescente.’
Se i monaci litigiosi e polemici dicono: ‘Per favore, fate la cerimonia dell’invito con noi adesso.’, bisogna dire loro: ‘Non avete alcuna autorità sulla nostra cerimonia dell’invito. Per il momento non faremo la cerimonia.’
Se i monaci litigiosi e polemici rimangono fino alla prossima luna piena, allora tutti i monaci non hanno altra scelta che fare la cerimonia dell’invito nel giorno di Komudī, la quarta luna piena della stagione delle piogge.”

Invito con i malati

“Se, mentre state facendo la cerimonia dell’invito, un monaco malato annulla l’invito di un monaco sano, dovreste dirgli: ‘Sei malato. Il Buddha ha detto che un monaco malato non può sopportare di essere interrogato. Per favore, aspetta di essere in salute. Poi se lo desideri, puoi accusarlo.’ Se, nonostante questo, continua ad accusare l’altro, commette una colpa che comporta la confessione per mancanza di rispetto.
Se, durante la cerimonia dell’invito, un monaco sano annulla l’invito di un monaco malato, dovreste dirgli: ‘Questo monaco è malato. Il Buddha ha detto che un monaco malato non può sopportare di essere interrogato. Per favore, aspetta che sia in salute. Poi se lo desideri, puoi accusarlo.’ Se, nonostante questo, continua ad accusare l’altro, commette una colpa che comporta la confessione per mancanza di rispetto.
Se, durante la cerimonia dell’invito, un monaco malato annulla l’invito di un altro monaco malato, dovreste dirgli: ‘Siete entrambi malati. Il Buddha ha detto che un monaco malato non può sopportare di essere interrogato. Per favore, aspetta fino a quando non sarete entrambi sani. Poi se lo desideri, puoi accusarlo.’ Se, nonostante questo, continua ad accusare l’altro, commette una colpa che comporta la confessione per mancanza di rispetto.
Se, mentre si svolge la cerimonia dell’invito, un monaco sano annulla l’invito di un altro monaco sano, bisogna interrogare ed esaminare entrambi e comportarsi secondo la regola. Il Sangha dovrebbe poi continuare la cerimonia dell’invito.”

26. Accordi sulla cerimonia dell’invito

Una volta, in un monastero nella regione del Kosala, alcuni monaci amici erano entrati insieme nella residenza della stagione delle piogge. Vivendo insieme in pace e in armonia, stavano sperimentando una profonda meditazione. I monaci hanno pensato: “Se facciamo la cerimonia dell’invito adesso, alcuni monaci potrebbero poi andare via. Perderemmo così questa profonda meditazione. Quindi cosa dovremmo fare?” Lo dissero al Buddha.
“In questo caso permetto a quei monaci di accordarsi sulla cerimonia dell’invito.
E dovrebbe essere fatto in questo modo. Tutti dovrebbero riunirsi in un unico luogo. Un monaco esperto e capace dovrebbe poi informare il Sangha: ‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Vivendo insieme in pace e in armonia, stiamo sperimentando una profonda meditazione. Se facciamo la cerimonia dell’invito adesso, alcuni monaci potrebbero poi andare via. Perderemo così questa profonda meditazione. Se il Sangha è pronto, dovrebbe accordarsi sulla cerimonia dell’invito: ora faremo la cerimonia del giorno dell’Uposatha e reciteremo il Codice monastico, e faremo la cerimonia dell’invito nel giorno di Komudī, la quarta luna piena della stagione delle piogge. Questa è la mozione.
‘Vi prego, venerabili, chiedo al Sangha di ascoltare. Vivendo insieme in pace e in armonia, abbiamo sperimentato una profonda meditazione. Se facciamo ora la cerimonia dell’invito, alcuni monaci potrebbero poi andare via. Perderemo così questa profonda meditazione. Il Sangha si accorda sulla cerimonia dell’invito: ora faremo la cerimonia del giorno dell’Uposatha e reciteremo il Codice monastico, e faremo la cerimonia dell’invito nel giorno di Komudī, la quarta luna piena della stagione delle piogge. I monaci che approvano l’accordo sulla cerimonia dell’invito e sulla cerimonia del giorno dell’Uposatha e sulla recitazione del Codice monastico e sulla cerimonia dell’invito nel giorno di Komudī, la quarta luna piena della stagione delle piogge devono rimanere in silenzio. I monaci che non sono d’accordo devono parlare. Il Sangha si è accordato sulla cerimonia dell’invito: ora faremo la cerimonia del giorno dell’Uposatha e reciteremo il Codice monastico, e faremo la cerimonia dell’invito nel giorno di Komudī, la quarta luna piena della stagione delle piogge. Il Sangha approva e quindi tace. Lo ricorderò così.’
Se, dopo che i monaci si sono accordati sulla cerimonia dell’invito, un monaco dice: ‘Desidero andare in campagna; ho degli impegni lì.’, devono dirgli: ‘Va bene, ma prima devi fare l’invito.’
Se, mentre quel monaco sta facendo l’invito, annulla l’invito di un altro monaco, l’altro monaco dovrebbe dirgli: ‘Non hai autorità sul mio invito finché non lo faccio io.’
Se, mentre quel monaco sta facendo l’invito, un altro monaco annulla il suo invito, i monaci devono interrogare ed esaminare entrambi e trattare con loro secondo la regola.
Se quel monaco termina i suoi impegni in campagna e torna al monastero prima del giorno di luna piena di Komudī e se, mentre i monaci stanno facendo la cerimonia dell’invito, un monaco annulla l’invito del monaco che è tornato, il monaco che è tornato deve dirgli: ‘Non hai alcuna autorità sul mio invito; l’ho già fatto.’
Se, mentre i monaci stanno facendo la cerimonia dell’invito, il monaco che è tornato annulla l’invito di un altro monaco, i monaci devono interrogare ed esaminare entrambi e trattare con loro secondo la regola. Il Sangha dovrebbe poi continuare la cerimonia dell’invito.”

Il quarto capitolo sulla cerimonia dell’invito è terminato

Questo è il riassunto:

“Completata la residenza della stagione delle piogge a Kosala,
andarono a trovare il Maestro;
Vivendo a disagio come animali,
Insieme nel modo giusto.

Invitare, e sul posto, 
cerimonia legale, malati, parenti;
re, banditi e furfanti,
quindi nemici dei monaci.

Cinque, quattro, tre, due, uno,
impegnato, incerto, ricordava;
l’intero Sangha, incerto,
più grande, e uguale, più piccolo.

Residenti, quattordicesimo,
caratteristiche, appartenente a una setta buddhista, entrambi;
può andare, non con posto a sedere,
sul dare il consenso, invito.

Con tribù primitive, trascorsa, tempesta,
e minaccia, invito;
hanno rifiutato, prima del loro,
e non è annullato, di un monaco.

‘O perché’, e cosa,
a causa del visto, del sentito, del sospettato;
l’accusatore e l’accusato,
grave colpa, offesa, lite;
e l’accordo sull’invito,
uno senza autorità, dovrebbe invitare.”

In questo capitolo ci sono quarantasei argomenti.
Il capitolo sulla cerimonia dell’invito è terminato.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKhandhaka