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Il giusto equilibrio dello sforzo

Quando lavoriamo, come facciamo a sostenere il nostro sforzo? Come facciamo a mantenere il tipo di stabilità e di ritmo che ci permette di impegnarci senza affaticarci?
In meditazione, abbiamo la possibilità di notare come le difficoltà possano sorgere quando siamo concentrati sul tentativo di ottenere o raggiungere qualcosa nella nostra pratica, quando c’è un’energia frenetica nel fare. Oppure possiamo notare come la mente possa sprofondare in uno sforzo trattenuto. Con queste osservazioni comprendiamo meglio come funziona lo sforzo e possiamo applicare questa comprensione anche al di fuori della meditazione.

Quando lavoriamo o facciamo qualsiasi tipo di lavoro, è utile considerare come applicare lo sforzo in modo che ci sia una stabilità, non un freno o un cedimento e non un’energia frenetica nel fare. Possiamo anche esaminare il modo in cui ci limitiamo attraverso le percezioni di ciò che pensiamo di poter fare. Quando ci limitiamo con percezioni, idee o paure, non siamo in grado di impegnarci a fondo.
Contrariamente a queste percezioni e paure, se il nostro sforzo è equilibrato, più impegno mettiamo in qualcosa, più energia riceviamo in cambio. C’è un bel circolo di ritorno dell’energia di supporto che deriva dal mettere in campo il giusto tipo di sforzo. Quando impariamo a usare lo sforzo in modo appropriato, ci ritroviamo sollevati dall’energia che ne deriva.

La capacità di applicare lo sforzo con costanza ed equilibrio è un’abilità importante. Per sviluppare questa abilità, dobbiamo sperimentare e osservare da vicino il modo in cui applichiamo lo sforzo e i risultati che ne derivano. Quando riusciamo ad applicarci in modo stabile ed equilibrato, cominciamo a capire cosa intendeva il Buddha con “energia incessante, sforzo costante”.
Secondo il Buddha, questo fattore dello sforzo è fondamentale per la liberazione.

Luang Por Pasanno, Beginning Our Day, Volume One, pp. 225-226.