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Cp 23: Ayogharacariya – La condotta di Ayoghara

“Quando ero 
il vero figlio del re di Kāsi,
sono cresciuto in una casa di ferro, (per proteggersi dagli yakka che,
secondo i Jataka, hanno paura del ferro in quanto erano minacciati
dalla nuova tecnologia della fusione del ferro.
)
perciò mi chiamarono Ayoghara.

‘La tua è stata una vita dolorosa,
perché sei stato cresciuto come un recluso.
Oggi, figlio mio, domini
l’intera terra.’

Dopo essermi inchinato al popolo,
al re e alla sua gente,
a mani giunte
dissi quanto segue:

‘Tutte le creature di questa terra
inferiori, medie o superiori
non sono protette nella loro casa,
dove crescono con le loro famiglie.

È unico al mondo
crescere in una prigione.
Sono cresciuto in una casa di ferro,
a malapena illuminata dal sole o dalla luna.

Pieno di cadaveri in decomposizione,
sono fuggito dal grembo di mia madre.
Poi, per una sofferenza ancora più grave
fui gettato in una casa di ferro.

Vivere in una sofferenza 
così terribile,
se avessi voluto regnare,
sarei stato il peggiore dei peggiori.

Sono stufo del corpo, 
non ho bisogno di regalità.
Cercherò l’estinzione
dove la Morte non mi schiaccerà.’
Riflettendo in questo modo,
mentre la grande folla piangeva,
come un regale elefante che rompe le sue corde,
entrai nella foresta.

Non provavo avversione per i miei genitori,
né mi dispiaceva la grande fama.
Ma poiché l’onniscienza è per me preziosa,
ho rinunciato alla regalità.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, The Conduct Leading to Buddhahood. 
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoCariyapitaka