Un tempo il Beato soggiornava presso Vesālī, nella sala con il tetto a pinnacolo nella Grande Foresta. Poi, di mattina presto, il Beato, dopo essersi vestito e aver preso ciotola e mantello, si recò a Vesālī per la questua. Dopo la questua a Vesālī e dopo il pasto, al ritorno, si rivolse al Venerabile Ānanda: “Prendi un telo per sederti, Ānanda. Andiamo al Santuario di Cāpāla per la meditazione quotidiana.”
“Sì, Bhante.” – rispose il Venerabile Ānanda e, preso un telo per sedersi, seguì il Beato. Il Beato si recò quindi al Santuario di Cāpāla, si sedette al posto preparato e disse al Venerabile Ānanda: “Deliziosa è Vesālī, Ānanda. Delizioso è il Santuario Udena, delizioso il Santuario Gotamaka, delizioso il Santuario Sattamba, delizioso il Santuario Bahuputta, delizioso il Santuario Sārandada, delizioso il Santuario Cāpāla. Chiunque, Ānanda, abbia sviluppato e coltivato le quattro basi della potenza psichica, ne abbia fatto un mezzo e una base, le abbia realizzate, consolidate e intraprese rettamente, potrebbe, se lo desidera, vivere per un eone o per il resto di un eone. Il Tathāgata, Ānanda, ha sviluppato e coltivato le quattro basi della potenza psichica, ne ha fatto un mezzo e una base, le ha realizzate, consolidate e intraprese correttamente. Se lo desiderasse, il Tathāgata potrebbe vivere per un eone o per il resto di un eone.”
Ma nonostante il Venerabile Ānanda abbia ricevuto un messaggio così evidente dal Beato, nonostante gli sia stato dato un consiglio così evidente, non è stato in grado di cogliere il suggerimento. Non chiese al Beato: “Possa il Beato vivere per un eone! Possa il Sublime vivere per un eone, per il benessere di molte persone, per la felicità di molte persone, per compassione verso il mondo, per il bene, il benessere e la felicità di deva ed esseri umani.” La sua mente era ossessionata da Māra.
Una seconda volta … Una terza volta il Beato si rivolse al venerabile Ānanda: “Deliziosa è Vesālī. . . Delizioso è il Santuario di Udena . . delizioso il Santuario di Cāpāla. Chiunque, Ānanda, abbia sviluppato e coltivato le quattro basi della potenza psichica… e le abbia intraprese correttamente, potrebbe, se lo desidera, vivere per un eone o per il resto di un eone. Il Tathāgata, Ānanda, ha sviluppato e coltivato le quattro basi della potenza psichica, ne ha fatto un mezzo e una base, le ha realizzate, consolidate e intraprese correttamente. Se lo desiderasse, il Tathāgata potrebbe vivere per un eone o per il resto di un eone.”
Ma ancora una volta, nonostante il Venerabile Ānanda abbia ricevuto un messaggio così evidente dal Beato, nonostante gli sia stato dato un suggerimento così evidente, non è stato in grado di coglierlo. . . . Perché la sua mente era ossessionata da Māra.
Allora il Beato si rivolse al venerabile Ānanda: “Puoi andare, Ānanda, se vuoi.”
“Sì, Bhante.” – rispose il Venerabile Ānanda, che si alzò dal suo posto, rese omaggio al Beato, e poi si sedette ai piedi di un albero non lontano dal Beato.
Poi, non molto tempo dopo che il Venerabile Ānanda se ne fu andato, Māra il Maligno disse al Beato: “Possa il Beato raggiungere ora il nibbāna finale! Possa il Sublime raggiungere ora il nibbāna finale! Ora è il momento, Bhante, per il nibbāna finale del Beato! Queste parole sono state pronunciate, Bhante, dal Beato: ‘Non raggiungerò il nibbāna finale, Maligno, finché non ci saranno miei discepoli monaci esperti, disciplinati, sicuri di sé, che abbiano raggiunto la liberazione dalla schiavitù, che siano istruiti, sostenitori del Dhamma, che pratichino in linea con il Dhamma, che pratichino nel modo corretto, che si comportino di conseguenza; che hanno appreso l’insegnamento del proprio maestro e sono in grado di spiegarlo, insegnarlo, proclamarlo, stabilirlo, rivelarlo, analizzarlo e chiarirlo; che sono in grado di confutare a fondo e in modo argomentato le dottrine altrui e insegnare il vero Dhamma.’ Attualmente il Beato ha discepoli monaci che sono competenti… … e che possono insegnare il vero Dhamma. Possa il Beato raggiungere ora il nibbāna finale! Possa il Sublime raggiungere ora il nibbāna finale! Ora è il momento del nibbāna finale del Beato! Queste parole sono state pronunciate, Bhante, dal Beato: ‘Non raggiungerò il nibbāna finale, maligno, finché non ci saranno mie discepole monache che siano esperte … finché non ci saranno miei discepoli laici esperti …. finché non ci saranno mie discepole laiche esperte … e insegnare il vero Dhamma.’ Attualmente il Beato ha delle discepole monache… . discepoli laici . . discepole laiche che sono esperte, disciplinate, sicure di sé, che hanno raggiunto la liberazione dalla schiavitù, istruite, sostenitrici del Dhamma, che praticano in linea con il Dhamma, che praticano nel modo corretto, che si comportano di conseguenza; che hanno appreso la dottrina del proprio maestro e possono spiegarla, insegnarla, proclamarla, stabilirla, rivelarla, analizzarla e chiarirla; che possono confutare a fondo e in modo argomentato le dottrine altrui e insegnare il vero Dhamma. Perciò, possa il Beato raggiungere ora il nibbāna finale! Possa il Sublime raggiungere ora il nibbāna finale! Ora è il momento del nibbāna finale del Beato! Queste parole sono state pronunciate, Bhante, dal Beato: ‘Non raggiungerò il nibbāna finale, Maligno, finché questa la mia vita spirituale non sarà diventata di grande valore e prosperità, estesa, popolare, diffusa, ben proclamata tra i deva e gli esseri umani.’ Quella vita spirituale proclamate dal Beato è diventata di grande valore e prosperità, estesa, popolare, diffusa, ben proclamata tra i deva e gli esseri umani. Perciò, possa il Beato raggiungere ora il nibbāna finale! Possa il Sublime raggiungere ora il nibbāna finale! Ora è il momento, Bhante, per il nibbāna finale del Beato!”
[Il Beato disse:] “Stai tranquillo, Maligno. Non passerà molto tempo prima che il Tathāgata raggiunga il nibbāna finale. Tra tre mesi il Tathāgata raggiungerà il nibbāna finale.”
Allora il Beato, presso il Santuario di Cāpāla, consapevole e con chiara conoscenza, abbandonò la sua forza vitale. E quando il Beato ebbe abbandonato la sua forza vitale, si verificò un grande terremoto, spaventoso e terrificante, e tuoni impetuosi scossero il cielo.
Allora, avendo compreso il significato di ciò, il Beato pronunciò in quell’occasione questa frase illuminata:
“Confrontando l’esistenza incomparabile e continua,
il saggio abbandonò la forza dell’esistenza.
Colmo di estasi interiore, concentrato,
distrusse totalmente la propria esistenza.”
Allora il venerabile Ānanda pensò: “Questo terremoto è stato davvero potente! Questo terremoto è stato davvero molto potente, spaventoso e terrificante, e i tuoni hanno scosso il cielo! Qual è la causa e la condizione di un terremoto così potente?”
Allora il venerabile Ānanda si avvicinò al Beato, gli rese omaggio, si sedette a lato e disse: “Bhante, questo terremoto è stato davvero potente! Questo terremoto è stato davvero molto potente, spaventoso e terrificante, e i tuoni hanno scosso il cielo! Qual è, Bhante, la causa e la condizione di un terremoto così potente?”
“Ānanda, ci sono queste otto cause e condizioni per un terremoto così potente. Quali otto?
(1) Ānanda, questa grande terra è circondata dall’acqua; l’acqua è mossa dal vento; il vento soffia nell’aria. Arriva un momento, Ānanda, in cui soffiano forti venti che scuotono l’acqua. L’acqua, così scossa, scuote la terra. Questa è la prima causa e condizione di un potente terremoto.
(2) Ancora, c’è un asceta o un brahmano che possiede la potenza psichica e ha raggiunto la padronanza della mente, o una divinità molto potente e possente. Egli ha sviluppato una percezione limitata della terra e una percezione illimitata dell’acqua. Egli fa tremare, sussultare e tremare la terra. Questa è la seconda causa e condizione di un potente terremoto.
(3) Ancora, quando il bodhisatta trapassa dal mondo Tusita e, cosciente e consapevole, rinasce nel grembo di sua madre, questa terra si scuote, trema e sussulta. Questa è la terza causa e condizione di un potente terremoto.
(4) Ancora, quando il bodhisatta, consapevole e con chiara conoscenza, nasce dal grembo di sua madre, questa terra si scuote, trema e sussulta. Questa è la quarta causa e condizione per un potente terremoto.
(5) Ancora, quando il Tathāgata si risveglia e raggiunge l’insuperabile perfetta illuminazione, questa terra si scuote, trema e sussulta. Questa è la quinta causa e condizione di un potente terremoto.
(6) Ancora, quando il Tathāgata mette in moto la ruota insuperabile del Dhamma, la terra si scuote, trema e sussulta. Questa è la sesta causa e condizione per un potente terremoto.
(7) Ancora, quando il Tathāgata, mentalmente presente e chiaramente consapevole, abbandona la sua forza vitale, questa terra si scuote, trema e sussulta. Questa è la settima causa e condizione per un potente terremoto.
(8) Ancora, quando il Tathāgata raggiunge il nibbāna finale attraverso l’elemento nibbāna senza residui, questa terra si scuote, trema e sussulta. Questa è l’ottava causa e condizione di un potente terremoto. Queste sono le otto cause e condizioni di un potente terremoto.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Anguttara Nikaya