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AN 6.23: Bhaya Sutta – Pericolo

(1) “Monaci, ‘pericolo’ è una definizione per i piaceri sensuali. (2) ‘Sofferenza’ è una definizione per i piaceri sensuali.(3) ‘Malattia’ è una definizione per i piaceri sensuali. (4) ‘Sete’ è una definizione dei piaceri sensuali. (5) ‘Laccio’ è una definizione per i piaceri sensuali. (6) ‘Palude’ è una definizione per i piaceri sensuali.

E perché, monaci, ‘pericolo’ è una definizione per i piaceri sensuali? Chi è eccitato dalla brama sensuale, legato dal desiderio e dalla cupidigia, non è liberato dai pericoli relativi alla vita presente o dai pericoli relativi alle vite future; quindi ‘pericolo’ è una definizione per i piaceri sensuali. E perché “sofferenza”… “malattia”… “sete”… “laccio”… ‘palude’ è una definizione dei piaceri sensuali? Chi è eccitato dalla brama sensuale, legato dal desiderio e dalla cupidigia, non si libera dalle paludi che appartengono alla vita presente o dalle paludi che appartengono alle vite future; perciò ‘palude’ è una definizione dei piaceri sensuali.

Pericolo, sofferenza e malattia,
sete, laccio e palude:
questi descrivono i piaceri sensuali a cui il mondano è attaccato.

Avendo visto il pericolo dell’attaccamento
come origine di nascita e morte,
essendo liberato mediante il non attaccamento
nell’estinzione di nascita e morte,
quei beati hanno raggiunto la sicurezza;
hanno raggiunto il nibbāna in questa stessa vita.
Avendo superato ogni inimicizia e pericolo,
hanno trasceso ogni sofferenza.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya