Così ho sentito. Una volta il Beato soggiornava presso Vesali, nella Grande Foresta. Verso sera lasciò la sua meditazione e vide un monaco che era debole e malato. Vedendolo, si sedette su un posto preparato. Appena seduto, si rivolse ai monaci: “Quando queste cinque cose non lasciano un monaco, debole e malato, ci si può aspettare da lui che, fra non molto – con la fine delle impurità mentali – lui entrerà e rimarrà nella libera consapevolezza e nella libera conoscenza, avendole comprese e conosciute direttamente in questa vita. Quali cinque?
Quando un monaco [1] resta concentrato sulla ripugnanza verso il corpo, [2] percepisce impurità verso il cibo, [3] percepisce disgusto verso ogni mondo, [4] percepisce nessun desiderio verso tutte le formazioni karmiche, e [5] ha bene la percezione della morte stabilita dentro di sé.
Quando queste cinque cose non lasciano un monaco, debole e malato, ci si può aspettare da lui che, fra non molto – con la fine delle impurità – lui entrerà e rimarrà nella libera consapevolezza e nella libera conoscenza, avendole comprese e conosciute direttamente in questa vita.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Anguttara Nikaya