“Monaci, un tempo, appena dopo il mio primo risveglio, soggiornavo a Uruvelā presso l’albero di banyan del capraio sulla riva del fiume Nerañjarā. Allora alcuni venerabili bramani – vecchi e venerandi, avanti con gli anni e che avevano ormai raggiunto l’ultimo stadio della vita – vennero da me e scambiarono con me cortesi saluti.
Dopo i saluti, si sedettero a lato e dissero: “Maestro Gotama, abbiamo così sentito:
‘L’asceta Gotama non si inchina dinanzi ai venerabili bramani, vecchi e venerandi, che sono avanti negli anni e hanno raggiunto lo stadio finale della vita; né si alza in loro presenza o offre loro un posto.’ E questo è effettivamente il caso, perché il Maestro Gotama non si inchina dinanzi ai venerabili bramani, vecchi e venerandi, avanti con gli anni e che hanno ormai raggiunto l’ultimo stadio della vita; né si alza in loro presenza o offre loro un posto. Questo non è corretto, Maestro Gotama.”
Poi pensai: ‘Questi venerabili non sanno cos’è un venerabile, o quali qualità rendono una persona un venerabile’.
Monaci, supponiamo che abbiate ottanta, novanta o cento anni. Ma le vostre parole sono inopportune, false, senza senso, e contro il Dhamma o la pratica. Dite cose al momento sbagliato senza valore, irragionevoli, incoerenti e inefficaci. Allora sarete considerati dei ‘venerabili puerili’.
Ora supponiamo che voi siate giovani, giovanili, dai capelli neri, benedetti dalla giovinezza, nel fiore degli anni. Ma le vostre parole sono appropriate, vere, profonde e in linea con il Dhamma e la pratica. Dite cose al momento giusto che sono preziose, ragionevoli, essenziali e benefiche. Allora sarete considerati dei ‘venerabili immaturi’.
Ci sono queste quattro qualità che rendono una persona un venerabile. Quali quattro? Un monaco è rigoroso nel codice monastico, si comporta bene e cerca l’elemosina nei luoghi adatti. Vedendo il pericolo nella minima colpa, rispetta le regole che ha accettato.
È istruito, ricorda e conserva ciò che ha imparato. Questo Dhamma è valido all’inizio, nel mezzo e alla fine, profondo e ben formulato, e descrive una pratica spirituale che è interamente completa e pura. È istruito negli insegnamenti, li ricorda, li rafforza con la recitazione, li esamina mentalmente e li comprende teoricamente.
Ottiene i quattro jhana – beati assorbimenti mentali nella vita presente che appartengono alla mente superiore – quando vuole, senza problemi o difficoltà.
Realizza la pura liberazione del pensiero e la liberazione per mezzo della saggezza in questa stessa vita. E vive avendola realizzata con la propria visione profonda grazie alla fine degli influssi impuri.
Queste sono le quattro qualità che rendono una persona un venerabile.
La persona dalla mente inquieta
parla molto senza senso.
I suoi pensieri sono turbati,
e non ama il vero Dhamma.
E’ lontana da essere un venerabile, con le sue false visioni
e la mancanza di rispetto per gli altri.
Ma la persona realizzata nella morale,
dotta ed eloquente, saggia,
si controlla quando sperimenta i fenomeni,
discernendo il significato con saggezza.
Ha superato ogni realtà,
gentile, eloquente,
ha abbandonato la nascita e la morte,
e ha completato il viaggio spirituale.
Questa è la persona che io chiamo un venerabile,
privo di influssi impuri.
Con la fine delle degli influssi impuri, un monaco
è dichiarato ‘venerabile.’”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Anguttara Nikaya