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AN 10.217: Paṭhamasañcetanika Sutta – Volitivo (1)

“Monaci, io non dico che c’è una fine del kamma volitivo che è stato fatto e accumulato finché non se ne sperimentano i risultati, e ciò può avvenire in questa stessa vita, o nella prossima rinascita, o in qualche tempo successivo. Tuttavia io non dico che c’è la fine della sofferenza finché non si sperimentano i risultati del kamma volitivo che è stato fatto e accumulato.
A questo proposito, monaci, c’è una triplice corruzione e alterazione del kamma fisico, generato da una volontà non salutare, che ha un esito e un risultato doloroso; una quadruplice corruzione e alterazione del kamma verbale, generato da una volontà non salutare, che ha un esito e un risultato doloroso; e una triplice corruzione e alterazione del kamma mentale, generato da una volontà non salutare, che ha un esito e un risultato doloroso.
E in che modo, monaci, c’è una triplice corruzione e alterazione del kamma fisico, generato da una volontà non salutare e che ha un esito e un risultato doloroso?
(1) Chi uccide. È un assassino, sanguinario, dedito ai crimini e alla violenza, spietato con gli esseri viventi.
(2) Ruba. Ruba le ricchezze e le proprietà degli altri nei villaggi o in altri luoghi.
(3) Ha una cattiva condotta sessuale. Ha rapporti sessuali con donne che sono protette dalla madre, dal padre, dal fratello, dalla sorella o dai parenti; che sono protette dal loro Dhamma; che hanno un marito; la cui violazione comporta una pena; o anche con una donna già impegnata.
È in questo modo che si verifica una triplice corruzione e alterazione del kamma fisico, derivante da una volontà non salutare, che ha un esito e un risultato doloroso.
E in che modo, monaci, c’è una quadruplice corruzione e alterazione del kamma verbale, generato da una volontà non salutare, che ha un esito e un risultato doloroso?
(4) Chi mente. Se viene convocato a un consiglio, a un’assemblea, alla presenza dei suoi parenti, della sua associazione o in un tribunale, e viene interrogato come testimone in questo modo: ‘Allora, buon uomo, di’ ciò che sai’, allora, non sapendo, dice: ‘So’, o sapendo, dice: ‘Non so’; non vedendo, dice: ‘Vedo’, o vedendo, dice: ‘Non vedo’. Così dice consapevolmente il falso per i propri fini, o per i fini di un altro, o per qualche insignificante fine mondano.
(5) Parla in modo divisivo. Avendo sentito qualcosa qui, lo ripete altrove per dividere quelle persone da queste; o avendo sentito qualcosa altrove, lo ripete a queste persone per dividerle da quelle. Così divide coloro che sono uniti, un fautore di divisioni, gode delle fazioni, si rallegra delle fazioni, si diletta delle fazioni, un divulgatore di parole che creano fazioni.
(6) Parla in modo offensivo. Usa parole ruvide, dure, offensive per gli altri, al limite dell’ira, che non favoriscono la concentrazione.
(7) Indulge in chiacchiere inutili. Parla in un momento improprio, parla falsamente, parla di ciò che non è benefico, parla in modo contrario al Dhamma e alla disciplina; in un momento improprio usa parole inutili, irragionevoli, farneticanti e non benefiche.
In questo modo si verifica la quadruplice corruzione e alterazione del kamma verbale, generato da una volontà non salutare e che ha un esito e un risultato doloroso.
E in che modo, monaci, c’è una triplice corruzione e alterazione del kamma mentale, generato da una volontà non salutare e che ha un esito e un risultato doloroso?
(8) Chi è colmo di brama. Desidera le ricchezze e le proprietà degli altri in questo modo: ‘Ciò che appartiene a un altro deve essere mio!’
(9) Ha una mente piena di cattiva volontà e di odio: ‘Possano questi esseri essere uccisi, massacrati, eliminati, distrutti o annientati!’.
(10) Possiede una falsa visione: ‘Non c’è nulla di dato, nulla di sacrificato, nulla di offerto; non c’è alcun frutto o risultato di azioni buone o cattive; non esiste questo mondo, non esiste l’altro mondo; non c’è una madre, non c’è un padre; non ci sono esseri che rinascono spontaneamente; non ci sono nel mondo asceti e brahmani di retta condotta e retta pratica che, avendo realizzato questo mondo e l’altro mondo per se stessi attraverso la conoscenza diretta, li fanno conoscere agli altri’.
In questo modo si verifica la triplice corruzione e alterazione del kamma mentale, generato da una volontà non salutare e che ha un esito e un risultato doloroso.
È, monaci, a causa della triplice corruzione e alterazione del kamma fisico, generato da una volontà non salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in mondi di sofferenza, in mondi inferiori, negli inferi; oppure è a causa della quadruplice corruzione e alterazione del kamma verbale, generato da una volontà non salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in mondi di sofferenza, in mondi inferiori, negli inferi; oppure è a causa della triplice corruzione e alterazione del kamma mentale, generato da una volontà non salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in mondi di sofferenza, in mondi inferiori, negli inferi. Proprio come i dadi, quando vengono lanciati verso l’alto, si posano saldamente ovunque cadano, così è a causa della triplice corruzione e alterazione del kamma fisico… o a causa della quadruplice corruzione e alterazione del kamma verbale… o a causa della triplice corruzione e alterazione del kamma mentale, generato da una volontà non salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in mondi di sofferenza, in mondi inferiori, negli inferi.
Monaci, io non dico che c’è una fine del kamma volitivo che è stato fatto e accumulato finché non se ne sperimentano i risultati, e ciò può avvenire in questa stessa vita, o nella prossima rinascita, o in qualche tempo successivo. Tuttavia io non dico che c’è la fine della sofferenza finché non si sperimentano i risultati del kamma volitivo che è stato fatto e accumulato.
A questo proposito, monaci, c’è un triplice esito positivo del kamma fisico, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole; un quadruplice esito positivo del kamma verbale, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole; e un triplice esito positivo del kamma mentale, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole.
E in che modo, monaci, c’è un triplice esito positivo del kamma fisico, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole?
(1) Chi, dopo aver abbandonato l’uccidere, si astiene dall’uccidere. Depone ogni arma, coscienzioso e gentile, dimora in modo compassionevole verso tutti gli esseri viventi.
(2) Dopo aver abbandonato il rubare, si astiene dal rubare. Non ruba le ricchezze e le proprietà degli altri nei villaggi o in altri luoghi.
(3) Dopo aver abbandonato la cattiva condotta sessuale, si astiene dalla cattiva condotta sessuale. Non ha rapporti sessuali con donne che sono protette dalla madre, dal padre, dal fratello, dalla sorella o dai parenti; che sono protette dal loro Dhamma; che hanno un marito; la cui violazione comporta una pena; o anche con una donna già fidanzata.
In questo modo c’è un triplice esito positivo del kamma fisico, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole.
E in che modo, monaci, c’è un quadruplice esito positivo del kamma verbale, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole?
(4) Chi, dopo aver abbandonato il mentire, si astiene dal mentire. Se viene convocato in un consiglio, in un’assemblea, alla presenza dei suoi parenti, dalla sua associazione o in un tribunale, e viene interrogato come testimone in questo modo: ‘Allora, buon uomo, di’ quello che sai’, allora, non sapendo, dice: ‘Non so’, o sapendo, dice: ‘So’; non vedendo, dice: ‘Non vedo’, o vedendo, dice: ‘Vedo'”. In questo modo non dice consapevolmente il falso per i propri fini, o per i fini di un altro, o per qualche insignificante fine mondano.
(5) Dopo aver abbandonato il parlare in modo divisivo, si astiene dal parlare in modo divisivo. Avendo sentito qualcosa qui, non lo ripete altrove per dividere quelle persone da queste; o avendo sentito qualcosa altrove, non lo ripete a queste persone per dividerle da quelle. In questo modo riunisce coloro che sono divisi, un fautore dell’unità, che gode della concordia, si rallegra della concordia, si diletta della concordia, usa parole che promuovono la concordia.
(6) Dopo aver abbandonato il parlare in modo offensivo, si astiene dal parlare in modo offensivo. Dice parole gentili, piacevoli all’orecchio e amabili, che vanno al cuore, cortesi, desiderate da molti e gradite a molti.
(7) Dopo aver abbandonato le chiacchiere inutili, si astiene dalle chiacchiere inutili. Parla al momento giusto, dice la verità, dice ciò che è benefico, parla del Dhamma e della disciplina; al momento giusto dice parole che sono degne di essere registrate, ragionevoli, concise e benefiche.
In questo modo il kamma verbale ha un quadruplice esito positivo, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole.
E in che modo, monaci, c’è un triplice esito positivo del kamma mentale, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un risultato piacevole?
(8) Chi è privo di brama. Non desidera le ricchezze e le proprietà degli altri in questo modo: “Ciò che appartiene a un altro deve essere mio!’
(9) È di buona volontà e senza odio: ‘Possano questi esseri vivere felici, liberi da inimicizie, afflizioni e angosce!’
(10) Possiede una retta visione: ‘C’è ciò che viene dato, sacrificato e offerto; ci sono i frutti e i risultati delle azioni buone e cattive; esiste questo mondo e l’altro mondo; ci sono la madre e il padre; ci sono gli esseri che rinascono spontaneamente; ci sono nel mondo asceti e brahmani dalla retta condotta e dalla retta pratica che, avendo realizzato questo mondo e l’altro mondo per se stessi attraverso la conoscenza diretta, li fanno conoscere agli altri’.
In questo modo c’è un triplice esito positivo del kamma mentale, generato da una volontà salutare, che ha un esito e un esito positivo piacevole.
È, monaci, a causa del triplice esito positivo del kamma fisico, generato da una volontà salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in una buona destinazione, in un mondo celeste; oppure è grazie al quadruplice esito positivo del kamma verbale, generato da una volontà salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in una buona destinazione, in un mondo celeste; oppure è grazie al triplice esito positivo del kamma mentale, generato da una volontà salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in una buona destinazione, in un mondo celeste. Proprio come i dadi, quando vengono lanciati verso l’alto, si posano saldamente ovunque cadano, così è per il triplice esito positivo del kamma fisico… o per il quadruplice esito positivo del kamma verbale… o per il triplice esito positivo del kamma mentale, generato da una volontà salutare, che alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, gli esseri rinascono in una buona destinazione, in un mondo celeste.
Monaci, io non dico che c’è una fine del kamma volitivo che è stato fatto e accumulato finché non se ne sperimentano i risultati, e ciò può avvenire in questa stessa vita, o nella prossima rinascita, o in qualche tempo successivo. Tuttavia io non dico che c’è una fine della sofferenza finché non si sperimentano i risultati del kamma volitivo che sono stati fatti e accumulati.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya