Così ho sentito. In una certa occasione il Beato soggiornava presso Savatthi, nel Boschetto di Jeta, al monastero di Anathapindika. Ora a quel tempo il Beato stava istruendo, stimolando, incitando, e incoraggiando i monaci con un discorso di Dhamma riguardante la Liberazione [il Nibbana]. I monaci — recettivi, attenti, pieni di presenza mentale — prestavano ascolto al Dhamma.
Allora il Beato, in quella occasione, declamò questo solenne verso ispirato:
“Vi è quella dimensione dove non c’è terra, né acqua, né fuoco, né vento; non vi è la dimensione dell’infinità dello spazio, né la dimensione dell’infinità della coscienza, né la dimensione del nulla, né la dimensione di ‘né-percezione-né-non-percezione’; non vi è questo mondo, né un altro mondo, né sole, né luna. E lì, io dico, non vi è giungere, né andare, né rimanere; né scomparire né sorgere: non è fisso, né si evolve, senza sostegno (oggetti mentali). Questa, solo questa, è la fine della sofferenza.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Udana