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Snp 5.4: Mettagu-manava-puccha – Le Domande di Mettagu

[Mettagu:]

Ti chiedo, o Benedetto.
Dimmi ti prego.
Ti considero sapiente,
che se stesso ha realizzato.
Qual è la causa
del dolore e della sofferenza
nel mondo?

[Il Buddha:]

Se mi chiedi
come nascono
sofferenza e dolore,
te lo dirò
come colui che possiede la saggezza.
Dall’attaccamento agli aggregati [il termine “upadhi” denota il possesso, l’attaccamento, gli aggregati che ogni essere porta con sè durante le varie trasmigrazioni. A livello psicologico indica il senso dell’Io e di ‘mio’.]
che vari tipi di dolore e sofferenza
sorgono nel mondo.
Chi, inconsapevole, crea aggregati
—lo stolto—
produce dolore e sofferenza
eternamente.

Mentre il saggio,
avendo compreso l’origine
del dolore e della sofferenza,
e il loro sviluppo,
non crea aggregati.

[Mettagu:]

Ciò che ti abbiamo chiesto, tu ce lo hai spiegato.
Ora ti poniamo un’altra domanda .
Ti prego rispondi.
Come il sapiente
attraversa il flusso
della nascita e della vecchiaia,
dei lamenti e del dolore?
Per favore, saggio, spiegami
questo Dhamma
da te ben compreso.

[Il Buddha:]

Io ti insegnerò il Dhamma
—nel Qui ed Ora,
con parole mai citate—
così conoscendolo, vivendo con piena presenza mentale,
supererai tutti
gli ostacoli del mondo.

[Mettagu:]

Ed io gioirò, Grande Veggente,
con questo supremo Dhamma,
così conoscendolo, vivendo con piena presenza mentale,
supererò tutti
gli ostacoli del mondo.

[Il Buddha:]

Su ogni cosa sii consapevole,
in alto, in basso,
di traverso, in mezzo:[ passato, presente e futuro ed ogni mondo]
disperdendo ogni piacere,
senza alcun desiderio
verso quelle cose,
così la coscienza sarà priva di attaccamento
al divenire.
Il monaco che così dimora
—mentalmente presente, consapevole—
abbandona il senso del ‘questo è mio’,
abbandona rettamente
nascita e vecchiaia,
lamentazione e dolore,
dolore e sofferenza.

[Mettagu:]

Gioisco, Gotama, alle parole del Grande Veggente,
ben esposto, senza attaccamento agli aggregati,
o Benedetto,
tu hai abbandonato dolore e sofferenza
con questo Dhamma
da te ben compreso.
Anche loro possono abbandonare dolore e sofferenza
coloro che tu, saggio,
ammonirai incessantemente.
Dopo averti incontrato, a te mi inchino,
Supremo.
Forse mi ammonirai
incessantemente.

[Il Buddha:]

Se riconosci
come un saggio bramano,
chi non possiede nulla,
distaccato
dai sensi e dall’esistenza
che ha attraversato il flusso.
Essendo giunto all’altra riva,
costui è privo di
asprezza e dubbio .

E chi è ben compiuto,
che possiede la conoscenza,
ha abbandonato il divenire
e il non-divenire,
libero dalla brama,
distaccato,
privo di desiderio,
ti dico, ha superato la nascita
e la vecchiaia.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSuttanipata