1. A Savatthi
2. Il Bramano Ahimsaka Bharadvaja si recò dal Beato e, dopo aver scambiato rispettosi saluti, si sedette a lato.
3. Così seduto a lato il Bramano Ahimsaka Bharadvaja disse al Beato: “Venerabile Gotama, io non reco danno a nessuno.”
4. “Non rechi danno a nessuno come conferma il tuo nome. E’ un bene non recare danno.
Chi non reca danno col corpo, con le parole o con la mente,
non è nocivo. Costui non reca danno agli altri.”
5. Allora il Bramano Ahimsaka Bharadvaja disse al Beato: “Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, rivelare ciò che era nascosto, mostrare la via a chi si era smarrito, o recare una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa io ottenere l’abbandono della vita mondana alla presenza del Maestro Gotama, e l’ordinazione come monaco.”
Il Bramano Ahimsaka Bharadvaja abbandonò la vita mondana alla presenza del Beato, ed ottenne l’ordinazione come monaco.
Non molto tempo dopo la sua ordinazione — dimorando solitario, appartato, vigile, attento e risoluto — raggiunse la suprema meta della santa vita, ciò per cui i giovani di buona famiglia abbandonano la vita mondana per intraprendere la via della vita ascetica. Ottenne la perfetta conoscenza: “La nascita è distrutta, la vita santa vissuta, lo scopo raggiunto. Non rimane altro da compiere in questo mondo.”
6. E così Ahimsaka Bharadvaja divenne uno degli arahant.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya