1. A Savatthi.
2. Il Bramano che elemosinava il cibo si avvicinò al Beato e, dopo averlo salutato con rispetto, si sedette a lato.
3. Quindi il Bramano che elemosinava il cibo disse al Beato: “Venerabile Gotama, io elemosino il mio cibo e anche il Sublime elemosina il suo cibo. Che differenza vi è tra noi?”
4. “Anche se elemosini il cibo, non sei un monaco,
anche se osservi tutti i precetti, non sei un monaco.
Colui che è distaccato da merito e demerito e conduce la santa vita
è chiamato monaco.”
5. Allora il Bramano che elemosinava il cibo disse al Beato: “Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, rivelare ciò che era nascosto, mostrare la via a chi si era smarrito, o recare una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa il maestro Gotama accettarmi come seguace laico che ha preso in lui rifugio, da questo giorno e per tutta la vita.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya