Un tempo i venerabili Ānanda e Sāriputta soggiornavano presso Sāvatthī nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. Nel tardo pomeriggio, il venerabile Sāriputta uscì dal ritiro, si recò dal venerabile Ānanda e, dopo aver scambiato dei cortesi saluti, si sedette a lato e disse:“Venerabile, a quante realtà deve rinunciare una persona e quante ne deve possedere affinché il Buddha dichiari che è un ‘colui-che-è-entrato-nella-corrente’, non soggetto a rinascere negli inferi, ma destinato al risveglio?”
“Venerabile, una persona deve rinunciare a quattro realtà e possedere quattro realtà affinché il Buddha dichiari che è un ‘colui-che-è-entrato-nella-corrente’, non soggetto a rinascere in mondi inferiori, ma destinato al risveglio.
Quali quattro? Non aver fede nel Buddha determina che una persona comune non istruita rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in un mondo inferiore, negli inferi. Aver fede nel Buddha determina che un nobile discepolo istruito rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in un mondo celeste. ‘Quel Beato è perfetto, un Tathagata, un Perfettamente e Completamente Risvegliato, con perfetta conoscenza e condotta, il Glorioso, conoscitore del cosmo, maestro insuperabile di coloro che vogliono essere istruiti, maestro di esseri umani e divini, il Risvegliato, il Beato.’
Non aver fede nel Dhamma determina che una persona comune non istruita rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in un mondo inferiore, negli inferi. Aver fede nel Dhamma determina che un nobile discepolo istruito rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in un mondo celeste. ‘Il Dhamma è ben spiegato dal Buddha: è evidente nella vita presente, è immediatamente efficace, invita all’analisi, è ammirevole, in modo che le persone sagge possano conoscerlo personalmente.’
Non aver fede nel Saṅgha determina che una persona comune non istruita rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in un mondo inferiore, negli inferi. Aver fede nel Saṅgha determina che un nobile discepolo istruito rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in mondo celeste. ‘Il Saṅgha dei discepoli del Buddha pratica il sentiero che è valido, positivo, pratico, metodico e retto.’ È composto dalle quattro coppie, dagli otto individui. Questo è il Saṅgha dei discepoli del Buddha che è degno di offerte dedicate ai deva, degno di ospitalità, degno di una donazione religiosa, degno di venerazione ed è il supremo campo di merito per il mondo’.
Non avere una condotta morale determina che una persona comune non istruita rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in un mondo inferiore, negli inferi. Avere una condotta morale amata dai nobili determina che un nobile discepolo istruito rinasca – alla dissoluzione del corpo, dopo la morte – in un mondo celeste. ‘La condotta morale è amata dai nobili, è integra, impeccabile, immacolata e pura, è liberatoria, è lodata dalle persone sagge, non è fallace e conduce alla concentrazione’. Una persona deve rinunciare a queste quattro realtà e possedere queste quattro realtà affinché il Buddha dichiari che è un ‘colui-che-è-entrato-nella-corrente’, non soggetto a rinascere in mondi inferiori, ma destinato al risveglio.
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