Skip to content

SN 48.39: Kaṭṭhopama Sutta – Il paragone dei bastoni ardenti

“Monaci, ci sono queste cinque facoltà. Quali cinque? La facoltà del piacere, del dolore, della felicità, della tristezza e dell’equanimità.
La facoltà del piacere nasce in dipendenza di un contatto sperimentato come piacevole. Quando si è in uno stato di piacere, si percepisce: ‘Sono in uno stato piacevole’. Con la cessazione di quel contatto sperimentato come piacevole, si comprende che la corrispondente facoltà del piacere cessa e si spegne.
La facoltà del dolore nasce in dipendenza di un contatto sperimentato come doloroso. Quando si è in uno stato di dolore, si percepisce: ‘Sono in uno stato doloroso’. Con la cessazione di quel contatto sperimentato come doloroso, si comprende che la corrispondente facoltà del dolore cessa e si spegne.
La facoltà della felicità sorge in dipendenza di un contatto sperimentato come felicità. Quando si è in uno stato di felicità, si percepisce: ‘Sono in uno stato felice’. Con la cessazione di quel contatto sperimentato come felicità, si comprende che la corrispondente facoltà della felicità cessa e si spegne.
La facoltà della tristezza nasce in dipendenza di un contatto sperimentato come tristezza. Quando si è in uno stato di tristezza, si percepisce: ‘Sono in uno stato di tristezza’. Con la cessazione di quel contatto sperimentato come tristezza, si comprende che la corrispondente facoltà della tristezza cessa e si spegne.
La facoltà dell’equanimità sorge in dipendenza di un contatto sperimentato come equanime. Quando si è in uno stato di equanimità, si percepisce: ‘Sono in uno stato di equanimità’. Con la cessazione di quel contatto sperimentato come equanime, si comprende che la corrispondente facoltà dell’equanimità cessa e si spegne.
Quando si sfregano due bastoni, si genera calore e si produce il fuoco. Ma quando questi vengono separati e messi da parte, il calore corrispondente cessa e si spegne.
Allo stesso modo, la facoltà del piacere nasce in dipendenza di un contatto sperimentato come piacevole. Quando si è in uno stato di piacere, si percepisce: ‘Sono in uno stato piacevole’. Con la cessazione di quel contatto sperimentato come piacevole, si comprende che la corrispondente facoltà del piacere cessa e si spegne.
La facoltà del dolore… della felicità… della tristezza… dell’equanimità nasce in dipendenza di un contatto sperimentato come equanime. Quando si è in uno stato di equanimità, si percepisce: ‘Sono in uno stato di equanimità’. Con la cessazione di quel contatto sperimentato come equanime, si comprende che la corrispondente facoltà dell’equanimità cessa e si spegne.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya