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SN 46.57: Aṭṭhikamahapphala Sutta – Uno scheletro

I. Grande il frutto e grande il beneficio

Così ho sentito:
Una volta l’Eccelso soggiornava presso Sāvatthī.
Quindi l’Eccelso si rivolse ai monaci dicendo:
“Monaci.”
“Sì, signore”, risposero quei monaci all’Eccelso.
L’Eccelso disse:
“Monaci, l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata molto, è di grande frutto e di grande beneficio. E in che modo l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, è di grande frutto e di grande beneficio?
In questo caso un monaco coltiva la parte della saggezza che è la presenza mentale, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco, sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’investigazione del Dhhama, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco, sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’energia, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco, sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’estasi, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco, sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Egli coltiva la parte della saggezza che è la tranquillità, accompagnato dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco, sulla cessazione, che termina con l’abbandono di Sé.
Egli coltiva la parte della saggezza che è la concentrazione, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco, sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’equanimità, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco, sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Così coltivata, monaci, così sviluppata, l’idea dello scheletro è di grande frutto e di grande beneficio.

II. La realizzazione o il non ritorno

Monaci, dalla coltivazione e dallo sviluppo dell’idea dello scheletro, si possono ottenere due frutti anche in questa stessa vita: la realizzazione o, se rimane un substrato, la condizione di non ritorno.
Come si deve coltivare, monaci, come si deve fare in modo che di due frutti se ne possa ottenere uno anche in questa stessa vita, cioè la realizzazione o, se rimane un substrato, la condizione di non ritorno?
In questo caso un monaco coltiva la parte della saggezza che è la presenza mentale, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’investigazione del Dhamma, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’energia, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’estasi, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la tranquillità, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la concentrazione, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’equanimità, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco , sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Se l’idea dello scheletro è così coltivata, così sviluppata, si può sperare in uno dei due frutti già in questa stessa vita: la realizzazione o, se rimane un substrato, la condizione di non ritorno.

III. Grande beneficio

Monaci, l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, porta grandi benefici.
Dalla coltivazione e dallo sviluppo dell’idea dello scheletro si possono ottenere due frutti anche in questa stessa vita: la realizzazione o, se rimane un substrato, la condizione di non ritorno.
Come si deve coltivare, monaci, come si deve fare in modo che di due frutti se ne possa ottenere uno anche in questa stessa vita, cioè la realizzazione o, se rimane un sostrato, lo stato di non ritorno?
In questo caso un monaco coltiva la parte della saggezza che è la presenza mentale, …
Coltiva la parte della saggezza che è l’investigazione del Dhamma, …
Coltiva la parte della saggezza che è l’energia, …
Coltiva la parte della saggezza che è l’estasi, …
Coltiva la parte della saggezza che è la tranquillità, …
Coltiva la parte della saggezza che è la concentrazione, …
Coltiva la parte della saggezza che è l’equanimità, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco , sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Se l’idea dello scheletro è così coltivata, così sviluppata, si può sperare in uno dei due frutti già in questa stessa vita: la realizzazione o, se rimane un substrato, la condizione di non ritorno.

IV. Una grande pace

Monaci, l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, porta una grande pace.
E in che modo l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, porta una grande pace?
In questo caso un monaco coltiva la parte della saggezza che è la presenza mentale, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’investigazione del Dhamma, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’energia, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’estasi, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la tranquillità, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la concentrazione …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’equanimità, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco , sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Se l’idea dello scheletro è così coltivata, così sviluppata, porta una grande pace.

V. Una grande emozione

Monaci, l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, produce una grande emozione.
E in che modo l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, produce una grande emozione?
In questo caso un monaco coltiva la parte della saggezza che è la presenza mentale, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’investigazione del Dhamma, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’energia, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’estasi, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la tranquillità, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la concentrazione …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’equanimità, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco , sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Così coltivata, monaci, così sviluppata, l’idea dello scheletro produce una grande emozione.

VI. Grande felicità

Monaci, l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, porta una grande felicità.
E in che modo l’idea dello scheletro, se coltivata e sviluppata, porta una grande felicità?
In questo caso un monaco coltiva la parte della saggezza che è la presenza mentale, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’investigazione del Dhamma, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’energia, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’estasi, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la tranquillità, …
Egli coltiva la parte della saggezza che è la concentrazione …
Egli coltiva la parte della saggezza che è l’equanimità, accompagnata dall’idea dello scheletro, che si basa sulla solitudine, sul distacco , sulla cessazione, e termina con l’abbandono del Sé.
Così coltivata, monaci, così sviluppata, l’idea dello scheletro porta una grande felicità.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Frank Lee Woodward, © The Pali Text Society Commercial Rights Reserved, Creative Commons Licence. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya