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SN 41.4: Mahakapāṭihāriya Sutta – La manifestazione di Mahaka

Un tempo alcuni monaci anziani soggiornavano presso Macchikāsaṇḍa, nel boschetto del mango selvatico.
Allora il capofamiglia Citta si avvicinò a loro, si inchinò, si sedette a lato e disse loro: “Signori, che i monaci anziani possano accettare la mia offerta nel mio fienile per il pasto di domani.”
Essi acconsentirono in silenzio. Consapevole che i monaci anziani avevano acconsentito, Citta si alzò dal suo posto, si inchinò e li circondò rispettosamente, tenendoli alla sua destra, prima di andarsene.

Poi, verso l’alba, i monaci anziani si vestirono e, dopo aver preso ciotola e mantello, si recarono nel fienile di Citta e si sedettero ai posti preparati.
Quindi Citta servì e soddisfò i monaci anziani con le sue stesse mani con un delizioso riso al latte fatto con il ghee. 
Dopo mangiato i monaci anziani, lavarono le mani e le ciotole, si alzarono dai loro posti e se ne andarono.
Citta ordinò di distribuire il resto del cibo, poi seguì i monaci anziani.

Ora per il caldo soffocante e, come succede spesso dopo un pasto, quegli anziani monaci camminavano in modo malfermo.

A quel tempo il venerabile Mahaka era il monaco più giovane di quel Saṅgha. Allora il venerabile Mahaka disse al venerabile più anziano: “Sarebbe bello, signore, se soffiasse un vento fresco, si formassero delle nuvole e scendesse una leggera pioggia?”
“Sarebbe davvero bello, venerabile Mahaka.” Allora Mahaka usò il suo potere psichico per ottenere un vento fresco, delle nuvole e una leggera pioggia.
Quindi Citta pensò: “Il monaco più giovane di questo Saṅgha possiede un tale potere psichico!”

Appena raggiunsero il monastero, Mahaka disse al venerabile più anziano: “Signore, è sufficiente?”
“È sufficiente, venerabile Mahaka, hai fatto e offerto abbastanza.” Allora i monaci anziani entrarono nelle loro dimore e Mahaka entrò nella sua.

Poi Citta si avvicinò a Mahaka, si inchinò, si sedette a lato e gli disse: “Signore, ti prego, mostratemi una manifestazione sovrumana del vostro potere psichico.”
“Bene, capofamiglia, posa il tuo mantello sul portico e spargici sopra una manciata di erba.”
“Sì, signore.” – rispose Citta, e fece come gli era stato chiesto.
Mahaka entrò nella sua dimora e chiuse la porta. Poi usò il suo potere psichico e fece uscire una fiamma dal buco della serratura e dallo stipite della porta, che bruciò l’erba ma non il mantello. Allora Citta indossò il mantello e si mise a lato, scioccato e sbalordito.
Mahaka lasciò la sua dimora e disse a Citta: “E’ sufficiente, capofamiglia?”
“È sufficiente, signore, hai fatto e offerto abbastanza. Spero che il venerabile Mahaka sia felice qui a Macchikāsaṇḍa, perché il boschetto del mango selvatico è incantevole. Farò in modo che il Venerabile Mahaka sia provvisto di vesti, cibo, alloggi e medicine.”
“E’ gentile da parte tua, capofamiglia.”
Ma Mahaka mise in ordine la sua dimora e, dopo aver preso ciotola e mantello, lasciò Macchikasaṇḍa, per non tornarvi mai più.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya