“Monaci, senza retta conoscenza e piena comprensione del ’tutto’, senza rinuncia e distacco da esso, non potete porre fine alla sofferenza. E cos’è il ‘tutto’, senza retta conoscenza e piena comprensione, senza rinuncia e distacco da esso, da non poter porre fine alla sofferenza? Senza retta conoscenza e piena comprensione della vista, senza rinuncia e distacco da essa, non si può porre fine alla sofferenza. Senza retta conoscenza e piena comprensione delle forme … della coscienza visiva… del contatto visivo … della sensazione dolorosa, piacevole o neutra che sorge condizionata dal contatto visivo, senza rinuncia e distacco da essa, non si può porre fine alla sofferenza.
Senza senza retta conoscenza e piena comprensione dell’udito … dell’olfatto … del gusto … del tatto … della mente, senza rinuncia e distacco da essa, non si può porre fine alla sofferenza. Senza retta conoscenza e piena comprensione dei pensieri … della coscienza mentale … del contatto mentale … della sensazione dolorosa, piacevole o neutra che sorge condizionata dal contatto mentale, senza rinuncia e distacco da esso, non si può porre fine alla sofferenza. Questo è il ‘tutto’, senza retta conoscenza e piena comprensione di esso, senza rinuncia e distacco da esso, non si può porre fine alla sofferenza.
Con retta conoscenza e piena comprensione del ’tutto’, con rinuncia e distacco da esso, potete porre fine alla sofferenza. E cos’è il ‘tutto’, con retta conoscenza e piena comprensione, con rinuncia e distacco da esso, da poter porre fine alla sofferenza? Con retta conoscenza e piena comprensione della vista … dell’udito … dell’olfatto … del gusto … del tatto … della mente, con rinuncia e distacco da essa, si può porre fine alla sofferenza. Con retta conoscenza e piena comprensione dei pensieri … della coscienza mentale … del contatto mentale … della sensazione dolorosa, piacevole o neutra che sorge condizionata dal contatto mentale, con rinuncia e distacco da esso, si può porre fine alla sofferenza.
Questo è il ‘tutto’, con retta conoscenza e piena conoscenza di esso, si può porre fine alla sofferenza.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya