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SN 35.200: Daruka-khandha Sutta – Il pezzo di legno

Una volta il Benedetto soggiornava presso Ajjheya sulla riva del fiume Gange. Vide un grosso pezzo di legno trasportato dalla corrente vicino alla riva del fiume Gange, e vedendolo così disse ai monaci: “Monaci, vedete quel grosso pezzo di legno trasportato dalla corrente vicino alla riva del fiume Gange?”
“Sì, Signore.”
“Monaci, se quel pezzo di legno non va verso la riva vicina, se non va verso l’altra riva, se non affonda nel mezzo, se non si incaglia sulla terraferma, se non viene preso da esseri umani, se non viene preso da esseri non umani, se non viene travolto in un vortice, se non diventa marcio dentro, tenderà verso l’oceano, si dirigerà verso l’oceano, andrà verso l’oceano. Perché? Perché la corrente del fiume Gange tende verso l’oceano, si dirige verso l’oceano, va verso l’oceano.
Allo stesso modo, monaci, se non andate verso la riva vicina, se non andate verso l’altra riva, se non affondate nel mezzo, se non vi incagliate sulla terraferma, se non venite presi da esseri umani, se non venite presi da esseri non umani, se non venite travolti in un vortice, se non diventate marci, tenderete verso il Nibbana, vi dirigerete verso il Nibbana, andrete verso il Nibbana. Perché? Perché la retta visione tende verso il Nibbana, si dirige verso il Nibbana, va verso il Nibbana.”
Dette queste parole un monaco si rivolse al Benedetto: “Cos’è, Signore, ‘la riva vicina ’? E cosa ‘ l’altra riva ’? Cos’è ‘ l’affondare nel mezzo ’? Cos’è ‘ l’incagliarsi sulla terraferma ’? Cos’è ‘ il venir preso da esseri umani ’? E cosa ‘ il venir preso da esseri non umani ’? Cos’è ‘il venir travolto in un vortice ’? Cos’è ‘ il diventare marcio dentro ’?”
“ ‘La riva vicina’, monaci, rappresenta le sei basi sensoriali interne. ‘L’altra riva ’ rappresenta le sei basi sensoriali esterne. ‘L’affondare nel mezzo’ rappresenta il desiderio bramoso ed il piacere sensuale. ‘L’incagliarsi sulla terraferma’ rappresenta la presunzione, ‘Io sono’.
E cos’è, monaci, ‘il venir preso da esseri umani’? Quando un monaco vive partecipe tra i capifamiglia, si diverte e soffre con loro, è felice quando loro sono felici, soffre quando loro soffrono, prende parte alla loro vita e ai loro affari. Questo è ‘il venir preso da esseri umani’.
E cos’è ‘il venir preso da esseri non umani’? Quando un monaco vive la vita santa nella speranza di dimorare fra i deva, [pensando]: ‘Attraverso questa vita virtuosa, questa pratica, questa vita casta, questa vita santa rinascerò come deva. Questo è ‘il venir preso da esseri non umani’.
‘L’essere travolto in un vortice’ rappresenta i cinque sensi.
E cos’è, monaci, ‘il diventare marcio dentro’? Quando un monaco si comporta senza principi, si comporta male, in modo impuro e con malizia, occulta le sue azioni, si crede un asceta ma non lo è, finge di vivere la vita santa, è totalmente marcio, pieno di desideri, per sua natura lercio. Questo è ‘il diventare marcio dentro’.
Ora in quella circostanza il bovaro Nanda non era molto lontano dal Benedetto. Così disse al Benedetto: “Signore, io non vado verso la riva vicina, non vado verso l’altra riva, non affondo nel mezzo, non mi incaglio sulla terraferma, non vengo preso da esseri umani, non vengo preso da esseri non umani, non vengo travolto in un vortice, non divento marcio dentro. Possa io, Signore, intraprendere il sentiero di pratica, possa io ottenere l’Ordinazione (come monaco).”
“Allora, Nanda, conduci le mucche ai loro proprietari.”
“Le mucche torneranno da sole, signore, richiamate dai loro vitelli.”
“Conduci le mucche ai loro proprietari, Nanda.”
Quindi, dopo aver condotto la mucche ai proprietari, il bovaro Nanda si recò dal Benedetto e, ivi giunto, gli disse: “Le mucche, signore, sono tornate ai loro proprietari. Possa io , Signore, intraprendere il sentiero di pratica alla presenza del Benedetto! Possa io, ora, ottenere l’Ordinazione!”
Così il bovaro Nanda intraprese il sentiero di pratica alla presenza del Benedetto ed ottenne l’Ordinazione. Non molto tempo dopo la sua ordinazione — dimorando solitario, appartato, vigile, attento e risoluto — raggiunse la suprema meta della santa vita, ciò per cui giovani di buona famiglia abbandonano la vita mondana per intraprendere la via della vita ascetica. Ottenne la perfetta conoscenza: “La nascita è distrutta, la vita santa vissuta, lo scopo raggiunto. Non rimane altro da compiere in questo mondo.” E così il Ven. Nanda divenne uno degli arahant.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.