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SN 24.4: Nocamesiyā Sutta – Potrebbe non essere mio

A Sāvatthī.
“Monaci, perché sorge, per attaccamento o per tendenza l’opinione: ‘Potrei non essere, e potrebbe non essere mio. Non sarò, e non sarà mio’?”
“I nostri insegnamenti sono radicati nel Buddha. …”
“Quando esiste la forma, per attaccamento o per tendenza verso la forma, sorge l’opinione: ‘Potrei non essere, e potrebbe non essere mio. Non sarò, e non sarà mia’. Quando esiste la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza, per attaccamento o per tendenza verso la coscienza sorge l’opinione: ‘Potrei non essere, e potrebbe non essere mio. Non sarò, e non sarà mio’.
Cosa ne pensate, monaci? La forma è permanente o impermanente?”.
“Impermanente, signore”. …
“La sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza è permanente o impermanente?”
“Impermanente, signore”. …
“Ciò che è visto, sentito, pensato, conosciuto, voluto ed esaminato dalla mente: è permanente o impermanente?”
“Impermanente, signore”. …
“Ma non cogliendo ciò che è impermanente, ciò che è sofferenza ed effimero, sorgerebbe una tale visione?”
“No, signore.”
“Quando un nobile discepolo abbandona il dubbio in questi sei casi, e non ha dubbi sulla sofferenza, sulla sua origine, sulla sua cessazione, e sul sentiero che conduce alla sua cessazione, viene chiamato un nobile discepolo ed è un “colui-che-è-entrato-nella-corrente“, non soggetto a rinascita negli inferi, ma destinato al risveglio.” 

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya