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SN 22.159: Ānanda Sutta – Ānanda

A Sāvatthī.
Il venerabile Ānanda si avvicinò al Buddha, si inchinò, si sedette a lato e disse:
“Signore, possa il Buddha insegnarmi il Dhamma in breve. Quando l’avrò ascoltato, vivrò in solitudine, vigile, ardente e risoluto.”
“Cosa ne pensi, Ānanda? La forma è permanente o impermanente?”.
“Impermanente, signore.”
“Ma se è impermanente, è sofferenza o felicità?”
“Sofferenza, signore”.
“Ma se è impermanente, è sofferenza e soggetta a decadere è degna di essere considerata in questo modo: ‘Questo è mio, io sono questo, questo è il mio Sé’?”
“No, signore.”
“La sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza è permanente o impermanente?”.
“Impermanente, signore”.
“Ma se è impermanente, è sofferenza o felicità?”
“Sofferenza, signore”.
“Ma se è impermanente, è sofferenza e soggetta a decadere è degna di essere considerata in questo modo: ‘Questo è mio, io sono questo, questo è il mio Sé’?”
“No, signore.”
“Vedendo questo … si comprende: ‘La nascita è distrutta … non ci saranno future esistenze.’”

I samyutta sugli aggregati sono completi.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya