A Savatthi. Là il Ven. Sariputta si rivolse i monaci: “Amici! ”
“Sì, amico”, i monaci risposero.
Il Ven. Sariputta disse: “Amici, mentre ero in meditazione un pensiero mi venne: ‘C’è qualcosa nel mondo il cui cambiamento potrebbe arrecarmi dolore, lamentazione, angoscia e disperazione? ‘ Allora un altro pensiero mi venne: ‘Non c’è niente al mondo il cui cambiamento potrebbe arrecarmi dolore, lamentazione, angoscia e disperazione.’ ”
Detto questo, il Ven. Ananda disse al Ven. Sariputta, “Sariputta, mio amico, neanche un cambiamento nel Maestro ti arrecherebbe dolore, lamentazione, angoscia o disperazione? ”
” Anche se ci fosse un cambiamento nel Maestro non sorgerebbe dentro di me nessun dolore, lamentazione, angoscia o disperazione. ‘Un grande essere, di grande forza, di grande prodezza è scomparso! Perciò se il Benedetto dovesse rimanere per molto tempo, ciò sarebbe per il beneficio di molte persone, per la felicità di molte persone , per il mondo; per il benessere e la felicità di esseri umani e divini.’ ”
“Certamente”, [il Ven. Ananda disse] “è perché il Ven. Sariputta ha sradicato le catene e le ossessioni molto bene, così anche se ci fosse un cambiamento nel Maestro, non sorgerebbe dentro di lui dolore, lamentazione, angoscia o disperazione.”
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