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SN 2.23: Seri Sutta – Seri

1. “Uomini e deva trovano piacere nel cibo.
Tuttavia perché quest’essere non umano non ne gode?”

“Se il cibo è donato con fede, con una mente disposta
quel merito il donatore lo divide in questo e nell’altro mondo.
Perciò fate offerte per superare
le macchie dell’avarizia.
Il merito offre beneficio nell’altro mondo.”

2. Seri il figlio dei deva disse al Beato:
“Le vostre parole sono meravigliose venerabile signore.
“Se il cibo è donato con fede, con una mente disposta
quel merito il donatore lo divide in questo e nell’altro mondo.
Perciò fate offerte per superare
le macchie dell’avarizia.
Il merito offre beneficio nell’altro mondo.”

3. Venerabile signore, un tempo vi era un re di nome Seri. Egli era un benefattore e lodava la generosità. Quel re ero io e donavo offerte alle quattro porte per asceti, bramani, mendicanti, viandanti e vagabondi.

4. Venerabile signore, quando mi recai in un gineceo le donne mi dissero: “I vostri doni vengono offerti, i nostri no. Sarebbe bene se anche noi dessimo offerte tramite il nostro re per acquistare merito.”

5. Allora, venerabile signore, pensai: “Sono un benefattore, lodo la generosità. Quando mi dicono che vogliono offrire doni, cosa potrei fare?” Quindi donai alle regine del gineceo la prima porta. Così le regine del gineceo possono donare e i miei doni offerti.

6. Venerabile signore, quando mi recai dai miei guerrieri, loro mi dissero: “I vostri doni vengono offerti ed anche i doni delle donne nel gineceo, invece i nostri non vengono offerti. Sarebbe bene se anche noi dessimo offerte tramite il nostro re per acquistare merito. Allora, venerabile signore, pensai: “Sono un benefattore, lodo la generosità. Quando mi dicono che vogliono offrire doni, cosa potrei fare?” Quindi diedi la seconda porta ai miei guerrieri. Così i miei guerrieri possono donare e i miei doni offerti.

7. Poi, venerabile signore, incontrai i soldati e loro mi dissero: “I vostri doni vengono offerti, i doni delle donne del gineceo vengono offerti, i doni dei guerrieri vengono offerti, ma i nostri no. Allora, venerabile signore, pensai: “Sono un benefattore, lodo la generosità. Quando mi dicono che vogliono offrire doni, cosa potrei fare?” Quindi donai la terza porta ai soldati. Così i soldati possono donare e i miei doni offerti.

8. Poi, venerabile signore, mi recai dai bramani e loro mi dissero: “I vostri doni vengono offerti, i doni delle donne del gineceo vengono offerti, i doni dei guerrieri vengono offerti, i doni dei soldati vengono offerti, ma i nostri no. Allora, venerabile signore, pensai: “Sono un benefattore, lodo la generosità. Quando mi dicono che vogliono offrire doni, cosa potrei fare?” Quindi diedi la quarta porta ai bramani. Così i bramani possono donare e i miei doni offerti.

9. Poi vennero da me delle persone rispettabili e mi dissero:” I doni del re non vengono mai offerti.” Quindi, venerabile signore, così risposi a quelle persone rispettabili: “Amici, date metà delle rendite ricavate al tesoriere e l’altra metà agli asceti, ai bramani, ai mendicanti, ai viandanti e ai vagabondi.”

10. Venerabile signore, donando e acquistando meriti in questo modo, non ho misurato la mole dei meriti e dei loro frutti, così la durata di vita nei mondi celesti.

11. Tuttavia le vostre parole sono meravigliose.
“Se il cibo è donato con fede, con una mente disposta
quel merito il donatore lo divide in questo e nell’altro mondo.
Perciò fate offerte per superare
le macchie dell’avarizia.
Il merito offre beneficio nell’altro mondo.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya