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SN 2.18: Kakudha Sutta – Kakudha

1. Così ho sentito. Una volta il Beato soggiornava nel parco dei cervi nel boschetto di Añjanavana presso Saketha.

Verso l’alba, Kakudha il figlio dei deva, dopo aver illuminato completamente il boschetto di Añjanavana con un vivido bagliore, si avvicinò al Beato.

2. Dopo averlo omaggiato, stando da parte, recitò questa stanza alla presenza del Beato:

“Gioisce l’asceta?
Con quale sforzo potrei anch’io gioire?
Rimpiange qualcosa l’asceta?Quale perdita dovrei rimpiangere?
L’asceta né gioisce né rimpiange?
E’ così, amico.

3. Monaco, sei sereno, e da tutto distaccato?
Perché mediti in solitudine senza annoiarti?”

4. “Sono sereno e da tutto distaccato, essere divino.
Inoltre, medito in solitudine senza annoiarmi.
Senza serenità sorge l’attaccamento e il sorgere dell’attaccamento fa perdere la serenità.
Perciò, amico, sappi questo, il monaco è sereno e distaccato.”

“Dopo molto tempo incontro un vero bramano.
Il monaco ha distrutto l’attaccamento al mondo, sereno e con distacco.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya