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SN 15.20: Vepullapabbata Sutta – Il monte Vepulla

Un tempo il Buddha soggiornava presso Rājagaha sulla montagna del Picco dell’Avvoltoio. Lì il Buddha si rivolse ai monaci: “Monaci!” – “Venerabile signore.” – risposero i monaci. 

Il Buddha così disse: “Monaci, da un inconoscibile inizio deriva la trasmigrazione. Il punto di inizio non è evidente, in quanto esseri sono impediti dall’ignoranza ed incatenati dalla brama. Una volta, monaci, questo monte Vepulla era conosciuto come Pācīnavaṃsa. E in quel tempo gli abitanti erano conosciuti come Tivara. La durata di vita dei Tivara era di 40.000 anni. Costoro impiegavano quattro giorni per scalare il Monte Vepulla, e altri quattro per scendere. In quel tempo Kakusandha, il Beato, il perfetto perfettamente svegliato, il Buddha apparve al mondo. Kakusandha aveva due ottimi discepoli di nome Vidhura e Sañjīva. Vedete, monaci! Il nome di questo monte è scomparso, quelle persone non esistono più e quel Buddha è totalmente estinto. Perciò ogni condizione è impermanente, instabile e mutevole. Ciò è abbastanza per disingannarvi da ogni realtà composta, abbastanza per eliminare ogni attaccamento e desiderio, abbastanza per liberarvi da ogni condizione.

Un tempo questo monte Vepulla era conosciuto come Vankaka. E in quel tempo gli abitanti erano conosciuti come Rohitassa. La durata di vita dei Rohitassa era di 30.000 anni. Costoro impiegavano tre giorni per scalare il Monte Vepulla, e altri tre per scendere. In quel tempo Koṇāgamana, il Beato, il perfetto perfettamente svegliato, il Buddha apparve al mondo. Koṇāgamana aveva due ottimi discepoli di nome Bhiyyosa e Uttara. Vedete, monaci! Il nome di questo monte è scomparso, quelle persone non esistono più e quel Buddha è totalmente estinto. Perciò ogni condizione è impermanente, instabile e mutevole. Ciò è abbastanza per disingannarvi da ogni realtà composta, abbastanza per eliminare ogni attaccamento e desiderio, abbastanza per liberarvi da ogni condizione.

Un tempo questo monte Vepulla era conosciuto come Supassa. E in quel tempo gli abitanti erano conosciuti come Suppiya. La durata di vita dei Suppiya era di 20.000 anni. Costoro impiegavano due giorni per scalare il Monte Vepulla, e altri due per scendere. In quel tempo Kassapa, il Beato, il perfetto perfettamente svegliato, il Buddha apparve al mondo. Kassapa aveva due ottimi discepoli di nome Tissa e Bharadvaia. Vedete, monaci! Il nome di questo monte è scomparso, quelle persone non esistono più e quel Buddha è totalmente estinto. Perciò ogni condizione è impermanente, instabile e mutevole. Ciò è abbastanza per disingannarvi da ogni realtà composta, abbastanza per eliminare ogni attaccamento e desiderio, abbastanza per liberarvi da ogni condizione.

Oggi questo monte Vepulla è conosciuto come Vepulla. E questi abitanti sono conosciuti come Magadhi. La durata di vita dei Magadhi è breve e fugace. Si vive al massimo 100 anni o poco più. I Magadhi impiegano un’ora per scalare il Monte Vepulla, e un’ora per scendere. Adesso sono io il Beato, il perfetto perfettamente svegliato, il Buddha apparso al mondo.Ho due ottimi discepoli di nome Sariputta e Moggallana. Verrà il tempo in cui il nome di questo monte scomparirà, queste persone moriranno e io sarò totalmente estinto. Quindi ogni condizione è impermanente, instabile e mutevole. Ciò è abbastanza per disingannarvi da ogni realtà composta, abbastanza per eliminare ogni attaccamento e desiderio, abbastanza per liberarvi da ogni condizione.”

Così disse il Buddha. Poi il Sublime, il Maestro aggiunse:

“Per i Tivara c’era Pācīnavaṃsa,
per i Rohita, Vankaka,
Supassa  per i Suppiya,
e Vepulla per i Magadhi.
Ahimè! Le condizioni sono impermanenti,
la loro natura nasce e muore;
appena sorti, cessano;
il loro dissolversi è vera beatitudine.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato.  Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya