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SN 1.34: Na Santi Sutta – Non esistono

1. Così ho sentito. Una volta il Benedetto soggiornava presso Savatthi nel Boschetto di Jeta nel convento di Anathapindika.

2. Al finir della notte molte divinità della schiera dei Satullana, dopo aver illuminato l’intero boschetto di Jeta, si avvicinarono al Benedetto, lo riverirono e stettero da parte.

3. Una di quelle divinità recitò questa solenne strofa in presenza del Benedetto:
“La sensualità non è sempre presente negli esseri umani,
alcune donne sensuali sono ad essa legate
e l’uomo da essa è intrappolato e così cade in balìa della morte.
Dolore e sofferenza sorgono dalla brama,
eliminando la brama si elimina il dolore,
eliminando il dolore si elimina la sofferenza.
Le cose belle nel mondo non appartengono alla sensualità,
i pensieri avidi dell’uomo alimentano la brama.
Le cose belle nel mondo sono come sono,
il saggio è da loro distaccato
perché ha eliminato la rabbia e l’avidità,
reciso tutti i legami, non macchiato da ‘nome e forma’,
privo delle percezioni che conducono alla sofferenza.
Colui che ha abbandonato ogni giudizio ed invidia,
che ha distrutto la brama in questo mondo per ‘nome e forma’,
che ha reciso tutti i legami, privo di desiderio e sofferenza
non può essere raggiunto da chi è colmo di brama, uomo o deva,
in questo mondo e nell’altro, nei paradisi ed in altri mondi.”

4. Il Venerabile Mogharaja disse:
“Se i puri non sono visti
da divinità ed esseri umani in questo mondo e nell’altro,
allora coloro che venerano i saggi
sono degni di lode.

5. Il Benedetto disse:
“Chi venera i saggi
conosce il Dhamma, disperde i dubbi,
recide i legami come quei monaci immersi nel Dhamma.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya