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Sk 74: Hariteuccāra – Sulle piante

Storia
Un tempo il Buddha soggiornava a Sāvatthī nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. In quel periodo alcuni monaci defecavano, urinavano e sputavano sulle piante coltivate. …

Regola finale
“‘Quando non sono malato, non defeco, non urino e non sputo sulle piante coltivate’, così dovete esercitarvi.” (Il termine Harite potrebbe in linea di principio riferirsi a tutte le piante, ma in altri contesti è definito come ciò che è coltivato.)
Se non si è malati, non si deve defecare, urinare o sputare sulle piante coltivate. Se un monaco non malato, per mancanza di rispetto, defeca, urina o sputa sulle piante coltivate, commette una colpa di cattiva condotta.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se non è intenzionale; se non è attento; se non lo sa; se è malato; se lo fa in un luogo senza piante coltivate, ma poi si sparge alle piante coltivate; se c’è un’emergenza; se è pazzo; se è la prima colpa.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali, A translation of the Pali Vinaya Piṭaka into English.
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSekhiya