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Pv 3.8: Dutiya Migaluddaka Sutta – Il cacciatore di cervi (2)

Uomo:
In una grande dimora riposi sul tuo comodissimo divano, ascoltando una dolce musica. Ma al termine della notte, prima dell’alba, ti incammini verso il cimitero dove provi sensazioni molto dolorose. Quale azione malvagia hai commesso con il corpo, la parola o la mente per soffrire in questo modo?

Spettro:
Nella città di Rajagaha, ero un cacciatore molto crudele e privo di autocontrollo. Avevo un amico molto gentile che era un seguace laico del Buddha Supremo. Provava pietà per me e continuava a consigliarmi, dicendomi: “Non compiere cattive azioni, amico mio; non rinascere in un mondo malefico. Se vuoi rinascere in un mondo celeste, allora smetti di uccidere gli esseri viventi.”
Non ascoltai il suo consiglio perché provavo piacere nell’uccidere ed ero molto sciocco.
Il mio amico, dispiaciuto per me, mi consigliò di nuovo: “Se devi uccidere esseri viventi di giorno, allora per favore smetti di farlo di notte.”
Così ho ucciso esseri viventi di giorno e ho smesso di farlo di notte. Per questo motivo, durante la notte godo dei piaceri del mondo celeste e durante il giorno i cani vengono a mangiarmi. Anche se mi sono trattenuto dall’uccidere solo di notte, ho comunque ottenuto buoni risultati. Ora immagino che i discepoli del Buddha Supremo che praticano il Dhamma diligentemente per tutta la vita raggiungeranno sicuramente la suprema beatitudine del Nibbana.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli del Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera.
Stories of Ghosts from the Petavatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPetavatthu