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Pv 3.7: Migaluddakapetavatthu – Il cacciatore di cervi

Uomo:
Sei giovane e circondato da deva maschili e femminili. Sembri molto felice con tutti i piaceri che hai. Ma durante il giorno, provi sensazioni molto dolorosi. Cosa hai fatto nella tua vita precedente?

Spettro:
Ero un crudele cacciatore di cervi che viveva nella città di Rajagaha. Ero sempre alla ricerca di qualcosa da uccidere. Non avevo alcuna pietà per gli esseri innocenti.
Avevo un amico che era molto compassionevole, un discepolo del Buddha Supremo. Diceva sempre: “Non compiere azioni malvagie, amico mio; non rinascere negli inferi. Se vuoi rinascere in un mondo celeste dopo la morte, allora smetti di uccidere gli esseri viventi.”
Non ascoltai il suo consiglio perché provavo piacere nell’uccidere ed ero molto stupido.
Il mio amico mi consigliò di nuovo dicendo: “Se devi uccidere di giorno, allora per favore smetti almeno di uccidere di notte.”
Così ho ucciso esseri viventi di giorno e ho smesso durante la notte.
Ecco perché di notte godo dei piaceri celesti, ma di giorno i cani vengono e mi strappano la carne.
Anche se mi sono trattenuto dall’uccidere solo di notte, ne ho comunque ricavato buoni risultati. Ora immagino che i discepoli del Buddha Supremo che praticano il Dhamma diligentemente per tutta la vita sicuramente raggiungeranno la beatitudine suprema di Nibbana.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli del Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera,
Stories of Ghosts from the Petavatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPetavatthu