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Pv 3.9: Kūṭavinicchayikapetavatthu – Il morso alla schiena

Narada Bhante:
Indossi molte ghirlande, una corona e molti altri tipi di gioielli. Il tuo corpo è coperto di crema di sandalo. L’espressione del tuo viso è molto piacevole e il tuo corpo brilla come il sole.
Sei circondato da diecimila ancelle divine che ti servono qualsiasi cosa tu voglia.
Indossano bracciali e corone d’oro. Hai un aspetto molto possente e maestoso. Quando le persone ti guardano sono sbalordite dal tuo aspetto e incuti rispetto.
Ma mangi la carne della tua stessa schiena. Quale cattiva azione hai compiuto con il corpo, con la parola o con la mente per mangiare la tua stessa carne?

Spettro:
Quando vivevo nel mondo umano mentivo, rovinavo le amicizie usando parole divisorie, ingannavo gli altri e facevo molte azioni subdole. Tra la gente, quando mi veniva chiesto di dire la verità, mentivo.
Insultavo gli altri alle loro spalle. Come risultato del parlare alle spalle degli altri, oggi devo mangiare la carne della mia stessa schiena.
Vedi come soffro, Narada Bhante. Ora vedo la verità delle parole dei saggi e compassionevoli Buddha. Ora posso dirti: non rompere le amicizie, non dire bugie, e che tu non debba mai mangiare la carne della tua schiena come faccio io!

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli del Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera,
Stories of Ghosts from the Petavatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPetavatthu